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Stan Lee: il creatore del Marvel Universe di Andrea Gagliardi
“Senza Stan Lee non ci sarebbe una moderna industria del Fumetto.” Queste sono le parole di Bill Liebowitz, il proprietario del Golden Apple, uno dei più grandi (ed importanti) negozi di fumetti degli Stati Uniti. Stanley Lieber entrò nel mondo dei fumetti nel 1939 in quanto cugino (ancora teen-ager) della moglie di Martin Goodman, proprietario della Timley (casa editrice che sarebbe poi divenuta la Marvel Comics). Il suo primo lavoro consistette in due pagine di prosa per Capitan America #3; fu in quell’occasione che adottò lo pseudonimo di “Stan Lee” perché “sentivo che un giorno avrei scritto il Grande Romanzo Americano e non volevo usare il mio vero nome "in questi piccoli stupidi fumetti” (parole sue). In quegli anni il futuro padre dell’Uomo Ragno lavorò con giganti dell’industria del fumetto quali Joe Simon e Jack Kirby (creatori di Capitan America) dai quali imparò tutto quanto c’era da imparare sul mondo dei Comics. Tre anni dopo però Simon e Kirby lasciarono la Timley per andare alla DC Comics; la casa editrice rivale pubblicava, con grande successo di pubblico, i Supereroi (ricordiamo che Superman aveva fatto il suo debutto nel 1938 e questi personaggi erano quindi una novità assoluta). A Lee però gli eroi della DC non piacevano, erano troppo prevedibili nella loro invincibilità e perfezione. Con il passare del tempo però i supereroi presero a dominare il mercato lasciando la Marvel sull’orlo del lastrico. All’inizio degli anni 60 la DC aveva raggiunto livelli di vendite stratosferici grazie alla testata dedicata “Justice League of America” (gruppo di supereroi capeggiati da Superman); Goodman chiese a Lee e Kirby (appena ritornato alla Marvel) una risposta. Fu così che, nel 1961 nacquero i “Fantastici Quattro”: si trattava, come per la Justice League, di un team di supereroi ma, diversamente dagli altri tizi in calzamaglia, erano tutt’altro che perfetti o invincibili. “Provai a dar loro più autenticità rendendoli più realistici. Chi sapete avere realmente una vita perfetta? Intendo, non mi importa quanto ricco sia un tizio, quanto sia bello o quanto sexy sia sua moglie. Non c’è persona che non abbia dei momenti di difficoltà” La bellezza del personaggio della Cosa stava proprio in questo umanissimo mix di rabbia ed autocommiserazione: era un personaggio Shakespeariano se confrontato con i suoi contemporanei. Robert Harvey in “The Art of the Comic Book” scrive: “…tutti i moderni fumetti di supereroi hanno tratto e continuano a trarre ispirazione e materiale dai primi 80 numeri di Fantastic Four…” Ma i Fantastici Quattro furono solo la prima delle grandi creazioni del duo Lee/Kirby, a loro fece subito seguito una serie di personaggi geniali: L’Uomo Ragno, Hulk, gli X-Men, Silver Surfer e tanti altri. Kirby ebbe un ruolo fondamentale in tutto questo fu con lui che Stan Lee inventò il “metodo Marvel” per creare storie a fumetti, metodo che prevede un’ ampia partecipazione del disegnatore alla creazione delle storie. A differenza di quanto si faceva in altre case editrici (e come si fa tuttora in molte anche in Italia) a Kirby veniva fornito solo un soggetto (al massimo una sceneggiatura non dettagliata) sul quale lavorare, finite le tavole toccava poi a Lee scrivere i testi basandosi sulle scelte di sceneggiatura adottate da Kirby. Questo suo atteggiamento nuovo nei confronti di tutta l’editoria, dalla creazione dei personaggi, dal modo di intendere le storie e dall’atteggiamento nei confronti di disegnatori e collaboratori, ha fatto si che “il Sorridente” Stan sia considerato un’icona, un punto di riferimento a livello mondiale, per tutti quelli che si occupino di fumetti. (13/06/2002)
Questo articolo è stato originariamente presentato sul numero datato Aprile 2002 di "Dimensione Fumetto" ed è pubblicato col consenso dell'autore e dei responsabili della rivista. Info.: mangafanzusa@hotmail.com - www.dimensionefumetto.it
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