|
|
|||||
"THE AUTHORITY" di Mark Millar di Puccio
"Noi
non
siamo
un
supergruppo
da
fumetto". Questa
frase, rivolta al presidente degli U.S.A. da uno
Hawskmoor
sempre più sicuro
e
imponente,
riassume
la
rivoluzione
operata
in
questi
ultimi
due
anni
al
concetto
di
supergruppo
e,
più
in
generale,
al
concetto
di
supereroe. Immaginate
di
essere
uno
degli
eroi
dei comics:
avete
il
potere
di
correre
alla
velocità
del
fulmine,
siete
invulnerabili
e
forti
come
un
titano...
vi
fermereste
ad
aspettare
gli
eventi
o
agireste
subito
per
cambiare
le
cose
in
meglio? Guardando
la
storia
dei
supergruppi
troviamo
un
canovaccio
ricorrente
che
consiste
in
un
attacco
di
un
supercriminale
e,
a
danno
ormai
compiuto,
nella
reazione
del
gruppo
di
eroi
di
turno
che
cerca
di
contenere
ulteriori
danni
fermando
nel
contempo
il
"cattivo".
Forse
ci
voleva
davvero
un
inglese
come
Warren
Ellis
per
mettere
in
risalto
la
scarsa
plausibilità
di
queste
situazioni
e
per
creare
gruppi
che,
oltre
che
salvare
il
mondo
da
ogni
minaccia,
si
adoperassero
per
prevenire
minacce
future
ed
impedire
che
quelle
esistenti
possano
colpire
di
nuovo.
I
germogli
di
questa
nuova
concezione
li
troviamo
nella
breve
gestione
Ellis
di
X-Force
dove
Pete
Wisdom
(uno
dei
tanti
"alter-ego"
di Ellis)
insegna
agli
ormai
cresciuti
"Nuovi
Mutanti"
a
guardare
oltre
il
velo
dell'apparenza
e
a
colpire
ovunque
si
nasconda
una
ingiustizia. Il
nuovo
concetto
di
Ellis
è
assai
ben
riassunto
dal
titolo
del
ciclo
di
Stormwatch
che
presenta
al
pubblico
le
future
superstar
Apollo
e Midnighter:
"Un
Mondo
Migliore".
Qui
incontriamo
due
metaumani
fuggiaschi,
frutto
dell'ennesimo
esperimento
di Bendix,
che
nonostante
il
disconoscimento
dei
superiori
e
dopo
aver
subito
enormi
perdite
(l'
intera
squadra
che
li
accompagnava)
ed
il
tradimento
del
loro
"capo",
continuano
ad
usare
i
loro
poteri
e
le
loro
capacità
per
combattere
per
un
ideale
più
alto. L'idea
di
un
gruppo
"prevenzionista"
non
abbandona
Ellis
che,
dichiarato
morto
il
progetto Stormwatch,
si
rilancia
sui
supergruppi
dando
una
sua
personalissima
versione
di
questo
concetto
e
regalandoci
quello
che
continua
ad
essere
uno
dei
fenomeni
editoriali
più
famosi
e
controversi.
Muore
Stormwatch
e
nasce
Authority. Nonostante
il
ciclo
di
12
storie
scritto
da
Ellis
fosse,
per
sua
stessa
ammissione,
solo
un
esperimento
in
cui
voleva
far
vedere
un
supergruppo
alle
prese
con
una
serie
di
minacce
sempre
crescenti
(si
parte
da
una
cellula
terroristica
per
arrivare
ad
una
semidivinità),
i
tre
archi
narrativi
dell'autore
inglese
spianano
la
strada
al
dissacrante
operato
della
nuova
stella
del
comicdom
statunitense:
Mark
Millar. Lo
stravolgimento
operato
da
Millar
al
concetto
di
superteam
è
molto
più
violento
di
quello
di
Ellis
e
viene
messo
in
primo
piano
già
dalle
primissime
pagine
della
sua
gestione.
Authority
al
gran
completo
si
porta
su
uno
stato
asiatico
colpevole
di
orribili
crimini
contro
i
suoi
abitanti
e,
dopo
aver
riempito
di
piombo
l'
intero
governo,
lancia
il
presidente
nel
bel
mezzo
di
un
villaggio
che
ha
appena
subito
l'ennesimo
rastrellamento:
a
fare
giustizia
ci
penseranno
i
contadini sopravvisuti.
Finita
l'opera,
Authority
accoglierà
un
gran
numero
di
rifugiati
a
bordo
dellla
propria
base
orbitante
salvandoli
da
eventuali
ritorsioni.
"Abbiamo
salvato
il
mondo
e
continueremo
a
farlo.
Ma
questo
non
vuol
dire
che
tollereremo
violazioni
dei
diritti
umani
che
avvengono
sotto
i
nostri
occhi",
dirà
poi
Hawskmoor
al
presidente
americano
che
lo
riprende
per l'eccesiva
brutalità
e
carenza
di
"pianificazione"
del
gruppo. Lo
Hawksmoor
di
Millar
è
l'esatto
opposto
del
tradizionale
Superman:
Superman
è
un
figlio
dello
spazio
che
ha
eletto,
solo
per
un
puro
caso,
la
Terra
come
sua
patria
e
mantiene
un
rapporto
di
stretta
collaborazione
e
ubbidienza
con
le
autorità
nazionali
e
mondiali;
Hawksmoor
è
legato
alla
Terra
ed
alla
sua
parte
più
popolata
(le
città)
e
non
permetterà
a
nessuno
di
porre
lui
o
il
suo
gruppo
sotto
alcuna
"tutela"
-
nessuno
può
mettersi
tra
la
sua
Authority
e
l'ideale
del
"mondo
migliore". All'interno
della
gestione
Millar
i
personaggi
della
serie
si
evolvono
caratterialmente
in
modo
innovativo
(non
si
era
mai
vista
una
coppia
gay
in
un
supergruppo
americano)
ma
mai
scontato
o
banale.
Il
personaggio
che
più
di
tutti
cresce
è
proprio
il
nuovo
leader
della
squadra
Jack
Hawksmoor
(alter-ego
di
Millar
come
Jenny
Sparks
lo
fu
di
Ellis)
che
inizia
ad
assumere,
in
maniera
inquietante,
atteggiamenti
e
carattere
dello
Hawksmoor
della
terra
alternativa
vista
su
Stormwatch
prima
della
fine.
Lo
Hawksmoor
di
Millar
sa
benissimo
quale
è
il
potenziale
della
sua
squadra
e
quello
dei
metaumani
che
vivono
sulla
terra,
ed
è
fermamente
intenzionato
a
guidare
queste
energie
non
verso
sterili
battaglie
contro
aspiranti
dittatori
da
teatrino
ma
contro
il
"vero"
male
quello
che
giorno
per
giorno
accorcia
la
vita
degli
uomini
e
spazza
via
intere
popolazioni
tra
l'indifferenza
dei
governi
e
delle
masse. I
personaggi
di
Millar
accolgono
a
braccia
aperte
anche
la
notorietà
che
il
loro
status
comporta
accettando,
sempre
in
maniera
ironica
e
dissacrante,
i
vantaggi
che
comporta
l'essere
delle
autentiche
star
internazionali. Altra
lezione
appresa
da
Ellis
è
quella
del
gioco
metafumettistico
della
citazione,
che
trova
con
Millar
una
nuova
e
più
dissacrante
interpretazione. Se
Authority
è
una
versione
"prevenzionista"
della
JLA,
gli
avversari
che
affronterà
non
saranno
meno
legate
ad
altre
icone
del
mondo
dei
supereroi...
Vediamo
così
Authority
affrontare
una
versione
distorta
e
brutale
dei
Vendicatori
della
Marvel
guidata,
nientemeno,
che
da
una
versione
deforme
e
maniacale
di
Jack
"The
King"
Kirby,
trasformato
per
l'occasione
nel
mostruoso
Jacob
Kriegstein. Il
non-combattimento
fra
il
brutale
Midnighter
e
Tank
(la
versione
Millar
di
Iron
Man)
è,
in
questo
senso,
abbastanza
emblematico
del
vero
messaggio
nascosto
dietro
l'arco
narrativo
intitolato
"Natività".
Ridotto
all'impotenza,
Midnighter
mette
Tank
di
fronte
alla
miseria
della
vita
che
conduce
facendogli
capire
cosa
è
divenuto
in
mano
ai
suoi
superiori:
"un'arma
dotata
di
laringe".
Attraverso
il
combattimento
con
gli
"Americani"
e
gli
"Y-Men"
Millar
punta
il
dito
contro
i
gestori
del
parco
eroi
della
Marvel
che,
pur
di
raggiungere
i
propri
fini
(massimizzare
le
vendite),
non
hanno
esitato
a
ricorrere
a
biechi
espedienti
narrativi
spesso
snaturando
il
concetto
originale
del
personaggio
-
esattamente
come
gli
uomini
dietro
il
gruppo
di
Tank
hanno
distrutto
la
sua
vita
pur
di
ottenere
ciò
che
volevano.
Il
concetto
viene
poi
ulteriormente
ribadito
dalla
frase
di
Kriegstein
:
"Supertizi
come
voi
ne
trovo
a
un
soldo
la
dozzina". Tirando
le
somme
di
quanto
abbiamo
detto
fino
ad
ora
diviene
facile
capire
il
perchè
del
tanto
successo
di
critica
e
pubblico
riscosso
dalle
sceneggiature
di Millar.
Millar
ha
preso
non
un
gruppo
ma
un
intero
concetto,
cristallizato
da
decenni
di
utilizzo
dello
stesso
canovaccio
"azione-reazione",
e
ci
ha
restituito
un
nuovo
modo
di
guardare
gli
eroi:
non
più
divinità
distanti
dalla
vita
della
gente
comune,
pronte
a
palesarsi
solo
davanti
a
minacce
"cosmiche",
ma
uomini
fra
gli
uomini,
con
tutta
la
sete
di
giustizia
e
la
voglia
di
"fare
qualcosa"
che
caratterizza
i
migliori
fra
noi
poveri
umani. Sarà
interessante
vedere
come
questo
autore
gestirà
la
serie
Marvel
"Ultimates"
dove,
per
la
prima
volta,
si
confronterà
con
un
gruppo
ufficiale
e
governativo;
in
ogni
caso,
anche
dopo
l'
ottima
prova
data
con
Ultimate
X-Men,
c'è
di
che
ben
sperare.
Al
di
là
di
tutto
il
clamore
nato
da
questa
nuova
proposta
Marvel
il
meglio
di
Millar
su
Authority
deve
ancora
venire
(almeno
in
Italia)...
Dopo
il
ciclo
"Earth
Inferno"
la
squadra
di
Haksmoor
si
troverà
ad
affrontare
la
reazione
del
"nuovo
ordine
mondiale"
e,
dopo
le
critiche
al
mondo
del
fumetto
e
alla
sete
di
potere
degli
uomini,
verrà
per
Millar
l'ora
di
confrontarsi
con
la
critica
ai
"poteri
forti"
ed
al
mai
troppo
malmenato
"politicamente
corretto".
Con
il
suo
arco
conclusivo,
intitolato
"Brave
New
World",
vedremo
di
cosa
sono
capaci
i
padroni
del
mondo
nei
confronti
di
coloro
che
osano
sfidarne
il
potere
ergendosi
al
di
sopra
della
loro
visione... Se
"Natività"
e
"Earth
Inferno"
sono
stati
degli
splendidi
fuochi
d'artificio,
Brave
New
World
sarà
un
autentica
esplosione
nucleare,
sia
per
tematiche
e
trama,
sia
per
le
scene
che
Arthur
Adams
ci
mostrerà. Ma
su
questa
storia,
e
sulle
sue
odissee
tra
censura
e
polemiche,
sarà
meglio
tornare
quando
tutti
potremo
apprezzarla.
Fino
ad
allora
godetevi
le
prossime
storie
su
Wildstorm
e,
come
me,
pregate
il
Dio
dei
Fumetti
che
Millar
si
mantenga
se
stesso
anche
alla
Marvel
e
che
Authority
possa
continuare
a
viaggiare
sugli
stessi
binari
anche
senza
l'uomo
che
l'ha
portata
al
successo. (12/07/2002)
Special thanks alla redazione di BLAM!, che ci ha concesso di presentare questo articolo originariamente pubblicato sulla loro rivista.
|
||||||