"ANIMAL
MAN": APOLOGIA
DI UN EROE INUTILE
di
Nat
Chi è
Animal Man? Prima del 1988,
uno dei tanti eroi dimenticati della Detective Comics. Dimenticato a tal punto
da far parte di un gruppo chiamato "Eroi Dimenticati" (non sto
scherzando, giuro!). Personaggio squal- lido dalle origini squallide, dalla
psicologia squallida e dalla vita editoriale squallida. Questo fino al 1988.
Anno in cui la DC, spinta in una fase innovativa, decise di tentare il grande
rilancio. Un rilancio in cui credevano in pochi, a dire la verità, tanto che
per realizzarlo venne scelto un giovane autore inglese dal futuro ancora incerto
(al suo primo lavoro in casa DC) ed un disegnatore certamente veloce e puntuale,
ma dal tratto poco supereroistico (Chas Truog). Il progetto si componeva di una
miniserie di quattro numeri, nei quali il personaggio di Animal Man sarebbe
dovuto essere approfondito e rilanciato in una chiave moderna ed accattivante.
Nessuno certo si immaginava cosa ne sarebbe uscito. Grant Morrison (questo il
nome del giovane scrittore) rivoluzionò il concetto di supereroe introducendo
in quella mini tematiche e riflessioni lontane dal comic medio, conquistandosi
un posto nel cuore di critica e pubblico. Fiutato l'affare, la casa editrice
decise di trasformare la miniserie in serie regolare, lasciando invariato il
team creativo. Inizialmente forse un po' spiazzato, probabilmente non ancora
avvezzo all'ambiente, Morrison programmò un paio di episodi di assestamento (fa
eccezione il cross over con Invasion), dando inizio col numero 8 alla trama
principale del suo ciclo, che avrebbe tenuto viva l'attenzione dei lettori fino
alla sua degna conclusione nel numero 26 (ultimo della gestione Morrison).
Se
siete lettori abituali di comics probabilmente avrete già sentito parlare di
Animal Man. I morrisoniani più convinti lo esibiscono a giorni alterni quale
bandiera di come un fumetto dovrebbe essere, simbolo della genialità narrativa
dell'anticonformista autore scozzese (lo so che prima ho scritto inglese… che
volete, esiste un equivalente italiano di "abitante del regno unito"
che non suoni quantomeno ridicolo? Per dovere di cronaca Morrison è nato a
Glasgow, e quindi risulta scozzese di nascita). E con altrettanta probabilità
avrete sorriso di fronte a tanta cieca adorazione… Sicuri che nessun opera di
un autore, soprattutto se seriale e supereroistica, possa rivelarsi degna di
essere elevata su un gradino tanto elevato. E avreste avuto tutte le ragioni per
mantenere le vostre riserve, se proprio in questo caldo agosto la Magic Press
non avesse deciso di ristampare in un elegante volume i primi dieci episodi del
suddetto ciclo, costringendo chi a suo tempo non ebbe la fortuna di fruirne
nelle epiche pagine di American Heroes, defunta testata della sempreverde Play
Press, a rimediare. Non avendo ancora potuto mettere le mani sul succitato
volume, vi risparmierò le noiose critiche del caso sulla nuova edizione,
concentrandomi sulle storie che potreste avere modo di leggere.
Come accennato
qualche riga più in alto, la serie era stata concepita originariamente come
mini di quattro. Proprio per questo i primi quattro episodi rappresentano un
arco narrativo completo e coerente, che inquadra il personaggio adattandolo agli
anni '80 e rimodernando il cast dei comprimari. Animal Man/Buddy Baker viene
descritto come supereroe per caso, tristemente inadeguato, lontano dall'eroismo
che i suoi colleghi super sembrano trasudare. Buddy è solo un uomo comune,
sposato con figli, pure un po' fallito se vogliamo, che fatica a trovare il suo
spazio nel mondo e decide di provare ancora una volta la carriera del supereroe…
ma giusto perché si ritrova con questi strani poteri, non perché realmente
motivato in tal senso. Solo col procedere della vicenda, e con il suo scontrarsi
con problematiche lontane dal mondo di Superman, Buddy si interroga sul suo
ruolo, inizia ad identificare connotazioni morali lontane dalla dicotomia
bene/male… e decide il suo ruolo non come preesistente, ma come esperienza
acquisita sul campo.
E' qui che nasce il supereroe ecologista, mosso non dalla
fama o dal denaro ma dalla volontà di proteggere un patrimonio a cui tutti gli
altri eroi voltano irresponsabilmente le spalle. Non un fanatico ambientalista,
seppure il fanatismo si mantenga come possibilità… piuttosto un uomo
cosciente, consapevole, finalmente in pace con se stesso e con il suo ruolo. In
tutto questo processo Morrison non ci risparmia aperte critiche all'ambizione
scientifica, e denuncia l'etica "politically correct" degli eroi che
si accontentano di affrontare i criminali, fuggendo la reale complessità della
vita di tutti i giorni in favore della loro felice visione dicotomica. Una lunga
storia divisa in quattro capitoli, caratterizzata da uno stile profondo ed
incisivo che predilige la narrazione alla propaganda, accennando le idee
dell'autore e facendole sposare ai personaggi senza però cadere in eccessi
retorici (ovvero a fronte delle opinioni viene sempre fornito un parametro di
moderazione, rendendo la situazione sempre aperta a differenti letture). Il
quinto episodio è forse il mio preferito di questa raccolta. "Il vangelo
del Coyote". Un racconto sopra le righe della vicenda di un coyote cartone
animato che Dio per punizione condanna alla vita terrena. Racconto emblema del
tema del meta fumetto che Morrison introdurrà nella sua Trama (intenzionalmente
con la t maiuscola), che esplora tanto i fanatismi religiosi quanto
l'impossibilità di comunicare (per citare Melville "Non ho mai conosciuto
un essere profondo che avesse qualcosa da dire al mondo"). Interessante
l'incrocio tra i punti di vista dei diversi personaggi, e non può lasciare
indifferenti il finale in cui viene spontaneo domandarsi se il bene abbia
realmente trionfato… Gli episodi 6 e 7, "Uccelli da preda" e
"La morte della maschera rossa", sono rispettivamente un cross over
con Invasion ed un episodio comunque collegato a tale saga. In essi l'esigenza
narrativa imposta dall'evento non mette in secondo piano l'introspezione, che
affronta tematiche interessanti come il suicidio e la vecchiaia, la complessità
dei conflitti generazionali e la geometria frattale (?!?). E' però con gli
ultimi tre episodi della raccolta, che suddetta Trama prende il via. In
"Gioco di specchi" Animal Man affronta per la prima volta un vero
supercriminale, mentre in "Modifiche alla casa" e "Volpe in
fuga" si pongono le basi per le vicende future. Il tutto contornato da
indizi ed accenni che troveranno spiegazione solo a conclusione dei ventisei
episodi. Da sottolineare inoltre l'interessante tematica introdotta da Morrison
nel 10° racconto: la follia è una risposta ragionevole all'insanità della
realtà che ci circonda, alternativa all'opprimente conformazione che impedisce
di vedere oltre il velo dell'illusione (temi ed atmosfere ripresi in seguito
dall'autore in Arkham Asylum e Doom Patrol).
Giunti a questo punto, perché
leggere Animal Man? Cosa lo rende così diverso da una varietà pressoché
infinita di prodotti supereroistici? Difficile dirlo in modo convincente.
L'unico consiglio sensato sarebbe, per l'appunto, quello di leggerlo. Ma questa
non sarebbe una recensione, se non si proponesse di offrire qualcosa di più di
una pacifica imparzialità. Animal man rappresenta l'eroe moderno, nella sua
esasperante inadeguatezza e nella sua maldestra incapacità ad assumere pose
"alla Superman". Come spesso accade nei lavori di Morrison, le vicende
strettamente eroistiche vengono messe in secondo piano, allontanate dai
riflettori per sottolineare le dinamiche umane dei protagonisti e per dare ai
comprimari una valenza superiore a quella di comparse. La famiglia di Buddy
assume consistenza via via che si approfondiscono le idee della moglie Ellen,
che si osservano le passioni infantili della piccola Maxine, o che si sorride
agli atteggiamenti da bullo del giovane Cliff. La narrazione non è qui un
semplice processo di addizione, in cui si sommano i differenti elementi: il
tutto assume una valenza complessiva, ogni elemento si integra con i rimanenti
in un grosso affresco complessivo. I momenti di meta fumetto (fumetto nel
fumetto: quando cioè l'utilizzo di tale espediente fornisce l'impressione che
il fumetto stesso sia la "vera" realtà) accrescono la sensazione di
verosimiglianza, creando un netto distacco tra il sense of wonder dei comuni
supereroi e il realistico coinvolgimento di questo eroe per caso. Ma oltre la
narrazione in senso stretto, di per sé da manuale, Animal Man colpisce per
l'ampiezza e la varietà delle tematiche trattate, per il suo approccio mai
bigotto ma al contempo non spiccatamente retorico, che tollera atteggiamenti
morali ambigui pur non giustificandoli. Proprio nella sua definizione di non
eroe Buddy acquista la sua umanità: non incarna l'ideale, l'uomo dagli alti
principi; è piuttosto l'uomo della porta accanto, lo sfaccendato padre
trentenne dei monelli che fanno disperare la loro povera madre… E proprio per
questo la sua opinione non è legge, dettame da seguire: è solo uno spunto di
riflessione, un ulteriore controverso punto di vista che si aggiunge al grande
quadro della percezione. In tal senso vanno apprezzate queste storie: per la
loro capacità di coinvolgere ed animare, spingendo il lettore ad interrogarsi
ed a riflettere su questioni tanto vicine a noi che ci appaiono paradossalmente
lontanissime quando sfogliamo un albo a fumetti, troppo avvezzi ad attendere
l'intervento risolutore dell'eroe per accettare l'idea che il potere non sia
sufficiente, in quanto tale, a rendere un uomo qualcosa in più di un buffone in
calzamaglia.
Trovate
in Italia Animal Man 1 - 10 (DC Comics)
su
American Heroes 9 - 19
(Play Press) & Animal Man TPB 1 (Magic Press)