|
|
|||||
DareDevil & Batman di Danilo Puce
C’è
una logica ferrea nel mondo dei fumetti. I buoni agiscono con razionalità,
freddezza, lucidità, saggezza ed astuzia. I cattivi sono stupidi,
ingenui, poco razionali ed intelligenti. E superstiziosi. E’ un classico
elemento dei fumetti del grande Bleck, dove in
un’epoca segnata dalla vicinanza con la cultura indiana che accettava
l’idea di spiriti e fantasmi, il biondo trapper era l’unica a rimanere
scettico e razionale in ogni situazione. E
di questa logica ferrea, non sono privi i fumetti supereroistici. E così,
nelle lugubri notti metropolitane, vediamo aggirarsi, nelle strade, sui
tetti, nei vicoli bui, due tra i più grandi pilastri, rispettivamente
della DC Comics e della MARVEL: Batman, inquietante
figura, mezzo uomo e mezzo pipistrello, avvolto in un oscuro mantello, e Daredevil,
agile e scattante figura diabolica dal viso coperto. Ed i cattivi hanno
paura di loro, di queste oscure figure uscite da chissà quale Inferno. Batman
e Daredevil. Sono due personaggi molto simili. E non solo perché
entrambi, considerando la superstizione di cui è colma la mentalità dei
criminali, combattono i malvagi ed allo stesso tempo li inquietano e li
spaventano con le loro figure misteriose e agghiaccianti. Non
solo il loro presente è simile. Ma anche il loro passato. Entrambi
sono legati alla figura del padre. Legati alla figura paterna, che ha dato
loro esempi e modelli di vita, da seguire o da evitare. Una figura che,
seppure loro siano entrambi supereroi in grado di compiere mirabolanti
azioni, credono di non riuscire mai ad eguagliare. Una figura alla quale
sono legati con ricordo, affetto, odio e rammarico, dubbi e ripensamenti,
rispetto ed infinita tristezza. Padri
forti, che hanno avuto una vita di fama e successo. Padri orgogliosi.
Padri che non si vollero piegare. E che per questo, vennero uccisi. Dalla
mafia, o da altre associazioni criminali, il padre di Bruce Wayne
come quello di Matt Murdock. Entrambi, qualsiasi fossero stati gli
errori o i pregi passati nella loro vita, si trovarono a dover dare la più
grande prova di loro stessi in poche vignette. Si trovarono di fronte ad
un bivio, e scelsero una strada, che era quella giusta, ma anche la più
difficile. Per il bene della famiglia e dei figli, essi combatterono,
Wayne più direttamente, gettandosi contro il rapinatore che voleva far
del male ai suoi cari, Battlin’ Murdock lanciando una sfida ed un
oltraggio alla mafia, per dimostrare al figlio quanto sia importante
lottare sempre. E per questo morirono, con un colpo di pistola. Ed
è proprio questa la molla che fa scattare il baratro, la follia, la
decisione. E’
propria la morte dei genitori a spingere Bruce Wayne e Matt Murdock a
vestire i panni di creature diaboliche, poiché votate alla vendetta e
alla pura repressione del male, contro il quale non hanno pietà, se non
quella del rispetto della vita, anche di un malvagio, poiché la vita,
insegnano i supereroi, è il più prezioso dei beni. Questa è la battaglia più difficile. Non quella di un uomo in costume. Prima si parlava di infinita tristezza. E’ questo un altro elemento che li accomuna. Indossando la maschera esternano il loro dolore e la loro malinconia, diventano, come si è detto, simbolo di pura vendetta e risentimento. E sono eroi malinconici che non ridono mai. L’opposto di Batman è il pazzo Joker, simbolo di folle umorismo e di grottesca follia. Sono tristi, con il cuore a pezzi, in costumi spaventosi, bagnati dalla pioggia ed oscurati dalle tenebre. E combattono il male. Il male che hanno dentro.
(12/3/2004)
|
||||||