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In principium erat Kirby

di Matteo Losso

 

(c) Jack Kirby / Marvel comics“In principium erat Verbum”.

E’ con queste parole che inizia la Genesi, primo libro della Bibbia, in cui si narra come il mondo e l’umanità siano nati dalla “parola“, dalla volontà di un essere supremo e totale, che decise di sostituire al nulla il creato, soffiando un anelito di vita sulla materia inanimata. La metafora delle sacre scritture è stata successivamente rivista ed interpretata dagli ambienti scientifici, che hanno provato ad ipotizzare cosa abbia potuto dare realmente origine all’universo. La teoria più accreditata è quella del “big-bang”, una sorta di implosione cosmica, che avrebbe creato la nostra realtà per come la conosciamo, distribuendo pianeti e forze nell’universo, secondo uno schema casuale, ma regolato da ferree leggi di natura. La diversa concezioni delle nostre origini, naturalmente, ha creato una profonda dicotomia fra il mondo della religione dogmatica e quello più prettamente scientifico, che sembrano divisi in maniera insanabile. E non si tratta di una semplice questione “di principio”, ma di una problematica sostanziale, vista la natura stessa della creazione, la domanda a cui tutti vorremmo trovare una risposta. Perché per capire dove siamo diretti, bisogna prima sapere da dove proveniamo.

La creazione, insomma, va vista come il più affascinante dei misteri ed al tempo stesso lo stimolo a progredire ed evolversi, che può essere applicato, sebbene su scala ridotta, anche a qualsiasi aspetto della vita umana. In questa dimensione, a noi più comprensibile in quanto finita (ovvero non infinita), le cose sono molto più semplici, specialmente se riferite al campo delle opere dell’ingegno, in cui spesso è addirittura possibile scoprire la vera origine delle cose e delle idee attraverso la viva voce di chi le ha create.

Visita il Tributo a Kirby con i disegni di Renato StevanatoDunque… “In principium erat Kirby”, perchè alla luce di queste affermazioni, credo incontestabili, non ho alcuna paura di asserire che “in principio era Kirby”, unendo per la prima volta il sentire mistico alla ricerca razionale. Tale brocardo, infatti, per quanto riguarda il mondo dei comics statunitensi ed in particolare della Marvel Comics, non è solo un attestato di (vera) fede da parte dei lettori, ma è al tempo stesso anche una certezza scientifica ed incontestabile. A partire dal Novembre 1961, infatti, un disegnatore di origini austriache nato a New York il 28 Agosto 1917, Jacob Kurtzberg, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Jack Kirby ed immediatamente ribattezzato dai fan come “The King” (il Re), ha creato la vita in una realtà parallela alla nostra.

E’ partito da una piccola sfera di acqua e fango molto simile a quella su cui abitava, nota come Terra, popolandola di esseri fantastici che avrebbero obbedito a nuove leggi di natura, grazie alla loro capacità di superare la gravità o sovvertire con la sola forza del pensiero le altre forze a cui i semplici esseri umani sono imprescindibilmente sottoposti. Poi ha iniziato anche a plasmare l’intero Universo che le ruota intorno, fatto di pianeti e galassie lontane brulicanti di vita o divinità umanoidi la cui esistenza prescinde dal concetto stesso del bene e del male.

(c) Marvel comics / ComicUs.itNaturalmente Jack Kirby non era un dio, ma neppure un semplice disegnatore. Ogni qual volta la matita faceva da tramite fra la sua mano ed il vuoto cosmico di un foglio bianco, un “big bang” dell’immaginazione veniva scatenato. Un’esplosione di idee nasceva nella sua testa, nel suo cuore, forse nel suo stomaco, e gli arrivava velocemente alle terminazioni nervose degli arti superiori attraverso una serie di impulsi elettrici unici ed inconfondibili. E ad ogni storia, ad ogni pagina, ad ogni vignetta, ad ogni singolo tratto impresso su carta, l’Universo prendeva forma, divenendo sempre più definito ed allargando al contempo i propri orizzonti.

Ma oltre ad aver creato un nuovo piano dell’esistenza a completa disposizione dei suoi figli ed aver regalato loro la vita, Kirby ha donato agli Eroi anche l’immortalità, ponendoli al di là del tempo e dello spazio. Perchè Reed, Susan, Ben, Johnny, Victor, Steve, Bruce, Norrin, Peter (?), Scott, Jean, Hank, Bobby, Warren, Erik, T-Challa, Nick e gli oltre quattrocento personaggi generati e disegnati dal Re sono sopravvissuti al loro indimenticabile creatore, testimoni della sua immensa grandezza, e lo stesso faranno con tutti i suoi adoratori, proiettandosi verso l’eternità e vivendo per sempre nel mondo delle meraviglie.

 

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sullo speciale "Jack Kirby - Tributo al re"

 

Visita il Tributo a Kirby con i disegni di Renato Stevanato

 

(30/7/2005)

 

   

 

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