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In principium erat Kirby di Matteo Losso
E’
con queste parole che inizia la Genesi, primo libro della Bibbia, in cui
si narra come il mondo e l’umanità siano nati dalla “parola“, dalla
volontà di un essere supremo e totale, che decise di sostituire al nulla
il creato, soffiando un anelito di vita sulla materia inanimata. La
metafora delle sacre scritture è stata successivamente rivista ed
interpretata dagli ambienti scientifici, che hanno provato ad ipotizzare
cosa abbia potuto dare realmente origine all’universo. La teoria più
accreditata è quella del “big-bang”, una sorta di implosione cosmica,
che avrebbe creato la nostra realtà per come la conosciamo, distribuendo
pianeti e forze nell’universo, secondo uno schema casuale, ma regolato
da ferree leggi di natura. La diversa concezioni delle nostre origini,
naturalmente, ha creato una profonda dicotomia fra il mondo della
religione dogmatica e quello più prettamente scientifico, che sembrano
divisi in maniera insanabile. E non si tratta di una semplice questione
“di principio”, ma di una problematica sostanziale, vista la natura
stessa della creazione, la domanda a cui tutti vorremmo trovare una
risposta. Perché per capire dove siamo diretti, bisogna prima sapere
da dove proveniamo. La
creazione, insomma, va vista come il più affascinante dei misteri ed al
tempo stesso lo stimolo a progredire ed evolversi, che può essere
applicato, sebbene su scala ridotta, anche a qualsiasi aspetto della vita
umana. In questa dimensione, a noi più comprensibile in quanto finita
(ovvero non infinita), le cose sono molto più semplici, specialmente se
riferite al campo delle opere dell’ingegno, in cui spesso è addirittura
possibile scoprire la vera origine delle cose e delle idee attraverso la
viva voce di chi le ha create.
E’
partito da una piccola sfera di acqua e fango molto simile a quella su cui
abitava, nota come Terra, popolandola di esseri fantastici che avrebbero
obbedito a nuove leggi di natura, grazie alla loro capacità di superare
la gravità o sovvertire con la sola forza del pensiero le altre forze a
cui i semplici esseri umani sono imprescindibilmente sottoposti. Poi ha
iniziato anche a plasmare l’intero Universo che le ruota intorno, fatto
di pianeti e galassie lontane brulicanti di vita o divinità umanoidi la
cui esistenza prescinde dal concetto stesso del bene e del male.
Ma oltre ad aver creato un nuovo piano dell’esistenza a completa disposizione dei suoi figli ed aver regalato loro la vita, Kirby ha donato agli Eroi anche l’immortalità, ponendoli al di là del tempo e dello spazio. Perchè Reed, Susan, Ben, Johnny, Victor, Steve, Bruce, Norrin, Peter (?), Scott, Jean, Hank, Bobby, Warren, Erik, T-Challa, Nick e gli oltre quattrocento personaggi generati e disegnati dal Re sono sopravvissuti al loro indimenticabile creatore, testimoni della sua immensa grandezza, e lo stesso faranno con tutti i suoi adoratori, proiettandosi verso l’eternità e vivendo per sempre nel mondo delle meraviglie.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sullo speciale "Jack Kirby - Tributo al re"
Visita il Tributo a Kirby con i disegni di Renato Stevanato
(30/7/2005)
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