|
|
|||||
Magnus, il segno del viandante di Giampaolo Giampaoli
“Magnus, il segno del viandante” è il titolo del documentario che racconta la storia di Roberto Raviola, indimenticabile disegnatore che negli anni del noir e della fantascienza ha contribuito a rinnovare a livello tematico il fumetto italiano. Il filmato, della durata di circa un’ora, è stato presentato e mandato in onda presso la sala dell’Auditorium San Romano, in occasione dell’ultima edizione di Lucca Comics and Games. Oltre al regista e ai suoi operatori, erano presenti Giovanni Romanini, amico fedele e collaboratore di Magnus, e Francesca Raviola, la figlia del grande disegnatore. Per il momento non sono stati ancora trovati canali di diffusione adeguati per l’opera, ma gli organizzatori della manifestazione lucchese hanno già offerto la loro disponibilità per risolvere il problema. Se Roberto Raviola non avesse dedicato la vita al fumetto, probabilmente, oggi gli eroi delle nuvole parlanti racconterebbero storie diverse. A questo straordinario personaggio, dotato non solo di abilità grafiche totalmente fuori dal comune, ma anche di una cultura umanistica vastissima, si deve in buona parte l’ampliamento delle tematiche relative al fumetto avvenuto tra gli anni Sessanta e Settanta. Nel documentario si cerca di mettere in evidenza proprio l’importanza di Magnus come innovatore, ripercorrendo passo a passo tutta la sua carriera. Si va dagli esordi con gli amici dell’Accademia di Belle Arti all’ultimo capolavoro del maestro, il tanto rinomato Texone, che Raviola realizzò con fatica in vari anni e concluse solo poco prima di morire per un tumore. È di questo periodo anche la stretta amicizia con Bonvi, che per caso andò ad abitare nello stesso albergo in campagna dove Magnus si era trasferito con la famiglia. “Quando Bonvi seppe della malattia di Roberto chiamò subito altri amici e colleghi per dirgli che voleva fare qualcosa per aiutarlo – racconta la moglie di Magnus – nessuno poteva immaginare che il nostro povero vicino di casa non avrebbe avuto il tempo per riuscire nel suo buon intento. Quando sentimmo al telegiornale della sua tragica morte in un incidente stradale rimanemmo allibiti: non potevamo credere che fosse proprio lui.” Uno dopo l’altro nel documentario intervengono tutti gli amici e i colleghi che in tanti anni di lavoro hanno sempre sostenuto il noto disegnatore: tra questi anche l’editore Sergio Bonelli. Stranamente manca, però, l’intervento dello scrittore che per primo valorizzò le doti di Roberto Raviola; il vulcanico Luciano Secchi, alias Max Bunker, che in coppia con Magnus diede vita agli storici Kriminal e Satanik, personaggi noir in cui per la prima volta apparivano componenti erotiche e comportamenti violenti che scandalizzarono i benpensanti del tempo. Dopo questo prima fase della carriera di Raviola, il filmato continua passando in rassegna tutte le serie successive, da quando il bravo disegnatore iniziò a lavorare anche come sceneggiatore. Tra tutti i personaggi citati “Lo Sconosciuto”, il vecchio legionario malato che trascorrere la vita a guardare dall’esterno la realtà, resta ancora uno dei risultati maggiori. A questo malinconico, ma al tempo stesso affascinante eroe, è dato il compito di presentare le varie scene del documentario. “Magnus era un uomo onesto – sostiene l’amico Giovanni Romanini – perché qualsiasi cosa che faceva cercava di farla bene e con passione. Nel suo lavoro aveva una meticolosità che spesso lo portava a sfiorare la perfezione. Ripassava le tavole più volte prima di darle alla stampa, spesso correggendo particolari minimi, ma che hai suoi occhi assumevano grande importanza.” Questa inesauribile volontà di perseguire un risultato sempre migliore lo portò a raggiungere i suoi massimi livelli artistici nel Texone, l’opera che ancora oggi può testimoniare la serietà professionale di Magnus. Ed è con il Texone che si chiude anche il documentario a lui dedicato.
(02/12/2007)
|
||||||