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COUNTER
X:
fallimento? di
Fabio
Volino
All'
inizio
del
2000
alcune
testate
mutanti
erano
in
forte
calo
di
gradimento:
per
la
precisione
si
trattava
di
X-Force,
Generation
X
e
soprattutto
X-Man
(praticamente
prossimo
alla
chiusura).
Per
risollevarne
le
sorti
l'EIC
dell'
epoca
Bob
Harras
chiamò
alla
sua
corte
nientemeno
che
Warren
Ellis,
il
rinomato
scrittore
di
Authority.
Il
risultato
è
stato
un
netto
cambiamento
della
durata
di
circa
un
anno
di
temi
e
caratterizzazioni
dei
personaggi,
che
andiamo
ora
qui
ad
esaminare. Innanzitutto
bisogna
notare
come
l'
apporto
di
Ellis
sia
stato
molto
limitato:
solo
la
prima
quadrilogia
di
racconti
porta
una
sua
chiara
firma,
nelle
storie
seguenti
si
è
limitato
a
dare
una
traccia
che
è
poi
stata
raccolta
da
altri
scrittori.
Ciò
alla
fine
è
risultato
a
mio
parere
essere
più
un
pregio
che
un
difetto,
poichè
i
suoi
epigoni
non
si
sono
certo
dimostrati
all'
altezza.
E'
il
tipico
difetto
che
spesso
hanno
gli
scrittori
di
fama:
si
vogliono
occupare
di
troppe
cose
contemporaneamente
e
questo
a
volte
va
a
discapito
della
qualità.
Ma
andiamo
ad
esaminare
più
a
fondo
le
singole
testate
coinvolte
in
questo
progetto
editoriale: A)
X-Force:
le
basi
di
partenza
erano
sicuramente
buone,
un
gruppo
mutante
che
decideva
di
cambiare
metodi,
di
prevenire
i
torti
piuttosto
che
reagire
quando
ormai
è
troppo
tardi.
E
i
loro
principali
obiettivi
erano
gli
esperimenti
condotti
da
branche
deviate
dei
servizi
segreti
mondiali
(tema
molto
caro
ad
Ellis).
Ma
il
tutto
sulla
carta
non
è
riuscito
al
meglio:
oltre
ad
una
parte
grafica
davvero
mediocre,
praticamente
nessun
disegnatore
si
è
dimostrato
all'
altezza,
ci
siamo
ritrovati
davanti
ad
una
prima
saga
molto
bella,
intitolata
"Giochi
senza
frontiere",
dove
si
sentiva
la
presenza
del
vero
Ellis,
soprattutto
nel
primo
capitolo.
Ma
la
fine
è
stata,
oltre
che
affrettata,
anche
inconcludente,
il
tutto
si
è
rivelato
un
vero
buco
nell'
acqua.
Dopo
Ellis
lo
scettro
della
testata
è
stato
raccolto
da
Ian
Edginton,
che
si
è
rivelato
una
vera
delusione,
soprattutto
con
la
terza
quadrilogia.
Davvero
un
peccato,
se
pensiamo
che
questo
poteva
essere
davvero
un
modo
innovativo
di
parlare
del
mondo
mutante
e,
perchè
no,
anche
dei
supereroi.
E
questo
tralasciando
improvvisi
cambi
di
poteri
di
alcuni
personaggi
(Warpath
su
tutti)
sulla
cui
spiegazione
è
meglio
sorvolare. B)
Generation
X:
senza
ombra
di
dubbio
la
testata
più
deludente.
Lasciando
da
parte
la
parte
grafica,
anche
qui
poco
più
che
sufficiente,
qui
si
è
completamente
stravolto
il
carattere
di
alcuni
personaggi.
Ed
ecco
che
Banshee
sembra
solo
un
pallido
riflesso
dell'
X-Man
che
abbiamo
conosciuto
in
questi
anni.
Ecco
che
il
sacrificio
di
Synch
pare
quasi
banale
e
scontato.
Anche
qui
si
partiva
da
buoni
o
discreti
presupposti
(soprattutto
nel
caso
della
seconda
saga
"Correzione")
che
si
risolvevano
alla
fine
in
un
buco
nell'
acqua,
tanto
da
spingerci
a
chiedere
il
perchè
dell'
esistenza
di
quelle
storie.
In
questo
caso
l'
apporto
di
Ellis
deve
essere
stato
limitatissimo:
a
mio
parere
ha
fatto
un
paio
di
telefonate
e
ha
detto
allo
scrittore
di
turno:"Fai
scontrare
Gen
X
con
questo
e
quello".
Punto.
E
lo
scrittore
di
turno,
Brian
Wood,
è
apparso
davvero
come
un
novellino,
incapace
di
saper
gestire
e
coordinare
diversi
personaggi.
Forse
non
è
un
caso
se
nemmeno
la
Paninicomics
ha
deciso
di
non
pubblicare
tutti
gli
episodi
di
questa
serie.
Qui
non
è
stata
nemmeno
una
occasione
sprecata,
si
è
solo
prolungata
di
un
anno
l'
agonia
di
una
serie
che
da
tempo
soffriva
di
carenza
di
spunti. C)
X-Man:
che
personalmente
ritengo
la
serie
più
riuscita
ed
è
stato
davvero
un
peccato
che
sia
stata
chiusa.
Anche
qui
Ellis
ha
voluto
attuare
uno
sguardo
diverso
sul
mondo
mutante,
ma
con
risultati
decisamente
migliori
di
quelli
visti
con
X-Force.
E
dunque
ecco
ritornare
un
altro
tema
a
lui
caro,
quello
dello
sciamano
che
guida
il
suo
popolo
nel
nuovo
millennio
tra
mille
avversità.
Ma
stavolta
non
parliamo
di
Jenny
Sparks,
bensì
di
Nate
Grey,
un
uomo
che
non
appartiene
al
nostro
mondo,
eppure
tocca
proprio
a
lui
con
i
suoi
enormi
poteri
guidare
i
popoli
del
mondo
e
non
solo
verso
la
salvezza.
Un
cammino
irto
di
difficoltà,
poichè
non
è
mai
chiaro
in
questo
arduo
percorso
chi
siano
gli
amici
e
i
nemici,
forse
non
vi
è
nemmeno
un
bianco
ed
un
nero.
Solo
una
ampia
e
deprimente
zona
di
grigio.
Il
testimone
della
serie
stavolta
sì
che
è
stato
raccolto
da
un
fior
di
scrittore,
Steven
Grant
(autore
di
celebri
storie
del
Punitore),
che
ha
messo
molto
di
suo
per
quanto
riguarda
il
tema
della
Spirale
dei
mondi.
Una
serie
decisamente
anomala,
un
pugno
nello
stomaco
in
certi
punti.
Ma
è
quella
che
più
ha
catturato
la
mia
attenzione
ed
il
mio
plauso:
nel
nuovo
Messia
simboleggiato
da
Nate
Grey
vi
era
un
ottimo
spunto
che
speriamo
non
venga
scordato
e
sia
ripreso
al
più
presto
da
altri
scrittori.
Sarebbe
davvero
un
peccato
se
tutto
finisse
così.
Anche
i
disegni
di
Ariel
Olivetti,
discreti
a
volte
buoni,
hanno
reso
bene
l'
atmosfera
cupa
e
misteriosa
che
aleggiava
su
tutta
la
serie.
Molto
bello
il
tutto,
in
definitiva. Ma
vediamo
ora
di
tirare
le
somme.
Cosa
abbiamo
ricavato
dall'
esperienza
di
Counter
X?
Una
testata
deludente
sotto
tutti
i
punti
di
vista
(Gen
X),
una
testata
con
buoni
spunti
persi
subito
per
strada
(X-Force),
una
ottima
testata
sotto
tutti
i
punti
di
vista
(X-Man).
Decisamente
poco
per
un
uomo
come
Warren
Ellis,
che
ci
aveva
abituato
a
ben
altro.
Dunque
possiamo
considerare
quest'
esperienza
editoriale
come
un
fallimento?
Diciamo
di
sì,
anche
se
soltanto
parziale.
Forse
Ellis
ha
indicato
per
primo
una
strada
che
pare
sia
stata
raccolta
in
questi
giorni
da
Morrison,
un
nuovo
modo
di
intendere
i
mutanti
e
il
loro
mondo.
E
almeno
per
questo
va
lodato.
Poi
non
tutte
le
ciambelle
riescono
sempre
col
buco.
Del
resto
ci
resta
sempre
Transmetropolitan,
no?
Tutte le immagini presentate in questo dossier sono © Marvel Comics. (17/01/2002)
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