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LE POSTE ITALIANE UCCIDONO
LE
FANZINE
Forse, benché la novità risalga ad alcuni mesi or sono, non tutti sono al corrente di quello che hanno recentemente combinato le Poste Italiane, autrici di un provvedimento che rappresenta uno dei primi frutti (in questo caso, ahinoi, velenoso) della tanto strombazzata privatizzazione. In sintesi, hanno eliminato tutte le tipologie di spedizione, mantenendo solo l'invio ordinario. Niente più "stampe" e "pieghi di libro", dunque, con la conseguenza che spedire un volume per il quale prima si spendevano 1.300 lire costa adesso qualcosa come 7.000 lire! Vengono concessi sconti solo se le spedizioni superano le mille unità, oppure se si fa l'abbonamento postale, soluzione possibile, quest'ultima, esclusivamente per una casa editrice: le associazioni culturali o chi, semplicemente, si autoproduce qualcosa, può benissimo attaccarsi al tram. Oltre a rendere più difficile (impossibile, anzi) la diffusione di pubblicazioni non registrate presso un tribunale, questi provvidementi otterranno l'effetto di stroncare tutti i "piccoli", a vantaggio - secondo l'andazzo generale - di chi è grosso, ricco e ammanicato (e quindi degno di avere agevolazioni). Oggi come oggi sarebbe del tutto impensabile - porto un esempio che riguarda in prima persona chi scrive - fondare un'associazione culturale come lo Zagor Club, da noi diretta fino a poco tempo fa. Analogamente, non ha potuto fare a meno di sospendere la propria attività una fanzine fumettistica che esisteva da sei anni e che era riuscita a ritagliarsi un numero significativo di affezionati lettori, la romana "Fatece Largo". Nell'editoriale dell'ultimo numero, il ventitreesimo, il coordinatore Baldo Di Stefano scrive: «Spero comprendiate il mio grande imbarazzo nel dirvi che "Fatece Largo"... chiude i battenti! Purtroppo credo che tutti voi abbiate ricevuto il bellissimo e illustratissimo opuscoletto Lettere, tutti i modi di spedirle, con il quale le Poste Italiane hanno informato i cittadini sulle nuove tariffe inerenti alle spedizioni. Senza annoiarvi più di tanto vi dico che, mentre prima spedire una copia di "Fatece Largo" ad un nostro abbonato ci costava solo 800 lire, oggi, avendo l'Ente Poste tolto tutte le tariffe agevolate la stessa spedizione ci viene a costare 7.000 lire. Capite bene che per una 'zine come la nostra, che si manteneva economicamente solo con le entrate dei nostri numerosi abbonati, questo ha significato la fine, perché non possiamo chiedere ai nostri abbonati di darci 16.000 lire per quattro numeri di "Fatece Largo" all'anno più 28.000 lire di spese postali per la spedizione!». Come si vede, la libertà di espressione e la circolazione delle idee - si pensi anche all'obbligo, da poco introdotto ma, a dire il vero, da pochissimi osservato (per fortuna), di registrare i siti Internet - sono insomma seriamente minacciate. Siamo di fronte ad una situazione che a noi pare di notevole gravità eppure, a quanto ne sappiamo, nessuno (neppure chi avrebbe i titoli e l'autorevolezza per farlo) ha ancora mosso un dito per protestare. Ma forse, come abbiamo detto all'inizio, ciò dipende dal fatto che, nonostante gli opuscoli informativi, quanto compiuto dalle Poste Italiane non è ancora abbastanza noto.
Questo articolo è stato originariamente presentato sulla versione italiana di "The Comics Journal" ed appare per gentile concessione dell'autore e della Lexy Produktion. (17/01/2002)
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