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LE
POSTE
ITALIANE
UCCIDONO
LE
FANZINE
di
Giuseppe
Pollicelli
Forse,
benché
la
novità
risalga
ad
alcuni
mesi
or
sono,
non
tutti
sono
al
corrente
di
quello
che
hanno
recentemente
combinato
le
Poste
Italiane,
autrici
di
un
provvedimento
che
rappresenta
uno
dei
primi
frutti
(in
questo
caso,
ahinoi,
velenoso)
della
tanto
strombazzata
privatizzazione.
In
sintesi,
hanno
eliminato
tutte
le
tipologie
di
spedizione,
mantenendo
solo
l'invio
ordinario.
Niente
più
"stampe"
e
"pieghi
di
libro",
dunque,
con
la
conseguenza
che
spedire
un
volume
per
il
quale
prima
si
spendevano
1.300
lire
costa
adesso
qualcosa
come
7.000
lire!
Vengono
concessi
sconti
solo
se
le
spedizioni
superano
le
mille
unità,
oppure
se
si
fa
l'abbonamento
postale,
soluzione
possibile,
quest'ultima,
esclusivamente
per
una
casa
editrice:
le
associazioni
culturali
o
chi,
semplicemente,
si
autoproduce
qualcosa,
può
benissimo
attaccarsi
al
tram.
Oltre
a
rendere
più
difficile
(impossibile,
anzi)
la
diffusione
di
pubblicazioni
non
registrate
presso
un
tribunale,
questi
provvidementi
otterranno
l'effetto
di
stroncare
tutti
i
"piccoli",
a
vantaggio
-
secondo
l'andazzo
generale
-
di
chi
è
grosso,
ricco
e
ammanicato
(e
quindi
degno
di
avere
agevolazioni).
Oggi
come
oggi
sarebbe
del
tutto
impensabile
-
porto
un
esempio
che
riguarda
in
prima
persona
chi
scrive
-
fondare
un'associazione
culturale
come
lo
Zagor
Club,
da
noi
diretta
fino
a
poco
tempo
fa.
Analogamente,
non
ha
potuto
fare
a
meno
di
sospendere
la
propria
attività
una
fanzine
fumettistica
che
esisteva
da
sei
anni
e
che
era
riuscita
a
ritagliarsi
un
numero
significativo
di
affezionati
lettori,
la
romana
"Fatece
Largo".
Nell'editoriale
dell'ultimo
numero,
il
ventitreesimo,
il
coordinatore
Baldo
Di
Stefano
scrive:
«Spero
comprendiate
il
mio
grande
imbarazzo
nel
dirvi
che
"Fatece
Largo"...
chiude
i
battenti!
Purtroppo
credo
che
tutti
voi
abbiate
ricevuto
il
bellissimo
e
illustratissimo
opuscoletto
Lettere,
tutti
i
modi
di
spedirle,
con
il
quale
le
Poste
Italiane
hanno
informato
i
cittadini
sulle
nuove
tariffe
inerenti
alle
spedizioni.
Senza
annoiarvi
più
di
tanto
vi
dico
che,
mentre
prima
spedire
una
copia
di
"Fatece
Largo"
ad
un
nostro
abbonato
ci
costava
solo
800
lire,
oggi,
avendo
l'Ente
Poste
tolto
tutte
le
tariffe
agevolate
la
stessa
spedizione
ci
viene
a
costare
7.000
lire.
Capite
bene
che
per
una
'zine
come
la
nostra,
che
si
manteneva
economicamente
solo
con
le
entrate
dei
nostri
numerosi
abbonati,
questo
ha
significato
la
fine,
perché
non
possiamo
chiedere
ai
nostri
abbonati
di
darci
16.000
lire
per
quattro
numeri
di
"Fatece
Largo"
all'anno
più
28.000
lire
di
spese
postali
per
la
spedizione!».
Come
si
vede,
la
libertà
di
espressione
e
la
circolazione
delle
idee
-
si
pensi
anche
all'obbligo,
da
poco
introdotto
ma,
a
dire
il
vero,
da
pochissimi
osservato
(per
fortuna),
di
registrare
i
siti
Internet
-
sono
insomma
seriamente
minacciate.
Siamo
di
fronte
ad
una
situazione
che
a
noi
pare
di
notevole
gravità
eppure,
a
quanto
ne
sappiamo,
nessuno
(neppure
chi
avrebbe
i
titoli
e
l'autorevolezza
per
farlo)
ha
ancora
mosso
un
dito
per
protestare.
Ma
forse,
come
abbiamo
detto
all'inizio,
ciò
dipende
dal
fatto
che,
nonostante
gli
opuscoli
informativi,
quanto
compiuto
dalle
Poste
Italiane
non
è
ancora
abbastanza
noto.
Questo
articolo
è
stato
originariamente
presentato
sulla
versione
italiana
di
"The
Comics
Journal"
ed
appare
per
gentile
concessione
dell'autore
e
della
Lexy
Produktion.
(17/01/2002)
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