La forma della Marvel

di Matteo Losso

 

(c) Marvel ComicsSin da quando hanno iniziato ad apparire nel nostro paese, i fumetti della Marvel sono stati pubblicati nei formati più disparati, discostandosi puntualmente dallo standard originale di una storia per numero. Già la Editrice Corno di Luciano Secchi, che introdusse in Italia il variegato cosmo degli eroi Marvel, provò a presentare gli eroi creati da Stan Lee e Jack Kirby in una miriade di salse, introducendo il concetto di serie “comprimaria” a quella che da il nome alla testata ed arrivando persino a rimpicciolire la tavole per realizzare dei tascabili, costretta dalla necessità di contenere i prezzi durante le prime avvisaglie di quella crisi che l’avrebbe poi portata alla chiusura. Ma l’”approccio Corno” alla presentazione dei comics, nel suo essere pionieristico, si è sempre prestato anche a numerose critiche: chi ricorda le doppie splash-page inspiegabilmente spezzate o gli occhi di Spidey colorati di giallo?

Con l’avvento della Star Comics ed il successivo ingresso nel mercato di Play Press e Comic Art, fortunatamente, i fumetti statunitensi hanno iniziato a godere di una presentazione molto più rispettosa del lavoro originale e sempre più curata a livello editoriale, anche per adeguarsi alle tendenze provenienti dagli States. Il merito probabilmente è della nuova visione “filologica” dei fumetti, considerati non più solo come prodotti per bambini, ma come mezzo di comunicazione ed opere degne di attenzione. Ma non va neppure sottovalutato il “fattore concorrenza”. Mentre la Corno operava in un regime di sostanziale monopolio (c’era la Cenesio, ma aveva solo Superman e Batman), se a “movimentare le acque” non fossero arrivate Play Press e Comic Art, forse neppure l’iter della Star Comics sarebbe stato quello che poi abbiamo visto. Negli anni del “rinascimento” dei comics americani nel nostro paese, infatti, ci siamo trovati alle prese con albi dall’impostazione più diversa, che rispondono a vari modi di intendere la lettura e di concepire il lato commerciale delle singole proposte. Alcuni anni fa in edicola nello stesso mese era possibile imbattersi in comicbook da 32 pagine con una sola storia (come “Spiriti della Vendetta” e “Morbius” della Comic Art) fino ad arrivare a “balenotteri”  di 160 pagine e più (come “American Heroes” della Play Press o “Star Magazine” della Star Comics), passando per spillati di 72 pagine e brossurati di sole 64.

(c) Marvel ComicsSebbene gli editori fossero tre (quattro, se aggiungiamo la Max Bunker Press) e le proposte le più disparate, il mercato si reggeva essenzialmente sul materiale Marvel e con la nascita di Marvel Italia tutti quegli editori che avevano trovato fortuna grazie ai personaggi della “Casa delle Idee”, dovettero giocoforza ridimensionare i proprio progetti e molte delle proposte “indipendenti e non” (Ultraverse, Dark Horse o Valiant, persino il materiale DC Comics...) che avrebbero dovuto prendere il posto delle vecchie serie Marvel chiusero col tempo per vendite a dir poco basse.

Inizialmente Marvel Italia tentò di uniformare il più possibile il formato delle proprie testate. Per dare un segno concreto e tangibile del suo ingresso nel mercato, infatti, alla “confusione” e variegatezza delle proposte si sostituì uno “standard”, con albi spillati di 72 pagine e tre storie complete, con l’intento di rendere simili tra loro e chiaramente riconoscibili le proposte targata Marvel Italia. Poi la situazione ha iniziato lentamente a cambiare, per una serie di fattori tra loro strettamente connessi... La crisi del mercato fumettistico statunitense ha trasformato l’aspetto dei comicbook: se un tempo erano venduti in centinaia di migliaia di copie ed erano stampati su carta “da giornale”, ora il bacino di utenza si è notevolmente ristretto ed è proporzionalmente migliorata la qualità delle edizioni. In Italia, poi,  il proliferare delle librerie specializzate nel corso degli ultimi anni ha dato la possibilità a tanti piccoli editori di affacciarsi sul panorama dell’edizione di fumetti USA, con la possibilità di confezionare albi in tiratura limitata sempre più lussuosi (e costosi). L’aumento del costo della carta e la relativa disaffezione del grande pubblico, per cui sembra che anche quì da noi ormai i comics statunitensi siano diventati una lettura “di nicchia”, hanno spinto editori anche editori “popolari” come la Play Press o la Magic Press a “rifugiarsi” quasi esclusivamente in libreria. Ed anche Marvel Italia si è vista costretta a modificare radicalmente il suo parco testate, catalizzando le proprie attenzioni su albi di 48 pagine su carta lucida, che hanno permesso di contenere i costi ed ottimizzare la resa grafica. Ma la necessità di trovare uno “standard” editoriale, in un un mondo in cui tutto cambia e si evolve velocemente, non sembra particolarmente azzeccata e pare che anche Marvel Italia se ne sia resa conto...

(c) Marvel ComicsAttualmente infatti la parola d’ordine negli uffici dirigenziali della Panini Comics è “sperimentare”. Così gli eroi più popolari della Casa delle Idee vantano albi economici e spillati di ben 80 pagine, mensili (X-Men) o addirittura quindicinnali (Uomo Ragno), gli eroi “classici” trovano la loro dimensione in albi di 48 pagine (Thor, F4...) leggermente meno lussuosi di quelli della linea “Ultimate” (che vantano una cover più rigida, sullo stile del “format” di successo Spawn), mentre le altre proposte mutanti e le produzioni “alternative” (Marvel Knights, MAX...) ci arrivano sotto forma di riviste (“X-Treme X-Men” e “Wiz”). In tutto questo, fanno capolino i “balenotteri” spillati di 72 e 96 pagine dedicati agli eroi famosi, ma non troppo (Devil, Hulk, Capitan America e Iron Man), i lussuosi volumi “100% Marvel” destinati esclusivamente al mercato delle librerie e persino albi “strani”, come l’“X-Men Speciale Expocartoon” in formato “widescreen”.

A questo punto, però, si apre il dibattito su quale sia ADESSO il modo migliore di proporre al pubblico le varie serie, anche tenendo in cosiderazione le indicazioni provenienti dal mercato statunitense. Joe Quesada e Bill Jemas, infatti, hanno chiesto ai loro autori di realizzare i propri cicli narrativi come saghe tra loro "indipendenti", perfettamente leggibili a se stanti ed adatti ad essere successivamente raccolti in volumetti. Personalmente ritengo che le riviste contenitore e la “logica del comprimario”, a parte qualche sporadica eccezione, ormai abbiano fatto il loro tempo  e che la priorità degli editori debba essere offrire un prodotto leggibile ed omogeneo, preferibilmente (per i lettori) al prezzo più contenuto possibile. Perciò, con la premessa di avere testate monografiche, se gli eroi più popolari e le serie qualitativamente migliori potrebbero essere pubblicati in mensili o bimestrali uguali a quelli “Ultimate”, per i personaggi “secondari” si potrebbe aprire tranquillamente la strada intrapresa con “Capitan America” o “Iron Man Metal”. Sarebbero ben accetti anche quadrimestrali, che presentando 4 storie a numero ci offrirebbero sempre saghe complete e specialmente 12 episodi all’anno di ogni serie, proprio come sarebbe se due characters diversi fossero co-titolari di uno stesso mensile. Ciò porterebbe svariati vantaggi... Innanzitutto, aumenterebbe il tempo di esposizione in edicola degli albi e restando in edicola 4 mesi si vende di sicuro di più che restandoci un mese solo. Permetterebbe di contenere i costi per gli appassionati (4 Euro per le 96 pp di “Iron Man Metal”, ad esempio, sono più che accettabili) e di invogliare all’acquisto anche il famoso “lettore occasionale”, di sicuro attratto dal vantaggioso rapporto prezzo/pagine/storia completa. E permetterebbe anche di valorizzare le singole serie, senza porre i fan di fronte a scelte “amletiche”... Io, ad esempio, non sopporto il “Cap” di Dan Jurgens (anzi... non ho mai sopportato Jurgens!), ma ho apprezzato l’Iron Man di Tieri & Grant: se le due serie fossero state presentate nello stesso mensile, probabilmente non l’avrei acquistato, mentre ho comprato e letto molto volentieri “Iron Man Metal”.

(c) Marvel ComicsDopo queste considerazioni, spinte dalla “ragione”, vorrei anche comunicarvi cosa VORREI vedere nei prossimi mesi... Vorrei un bimestrale stile “ultimate” dedicato al “Capitan America” di Nyeberg & Cassaday ed un altro con l’”Iron Man” di Mike Greel. Vorrei che “Devil&Hulk” viaggiassero insieme fino all’uscita del film di Ang Lee sull’alterego di Bruce Banner per poi dividersi, come sembra ormai necessario vista l’impostazione assolutamente differente delle due serie, ed essere presentate nei formati a loro più consoni (ovvero: Hulk diventerà un best-seller di massa e Devil potrà quantomeno “sembrare” il fumetto d’autore che invece putroppo non è... restando anch’esso in attesa dell’uscita del suo film...). Vorrei che le miniserie di miglior qualità fossero presentate in edicola ed in volumetti autonomi, invece che finire esclusivamente sui dispendiosi “100%Marvel” o “For Fans Only” (uscirà mai?) o addirittura pubblicati in appendice e/o col contagocce. Vorrei che Marvel Italia scommettesse ancor di più sul mercato delle librerie e tentasse di distribuirvi serie monografiche a basso costo, simili in tutto e per tutto agli albi “ultimate”, al prezzo più contenuto possibile (4 Euro?) e dedicate ad alcune delle serie apprezzate dai veri credenti, ma non dal grande pubblico (Black Panther, Thunderbolts, The Defenders...). E a dirla tutta mi starebbe bene anche un bell’antologico economico da librieria (dato che sembra proprio improponibile nelle edicole) di 96 pagine spillate, con le varie serie a rotazione: una sorta di “ASE”, insomma, ad un prezzo che nei comicsshops non superi i 7 Euro.

Insomma, alla fine del discorso mi rendo conto che vorrei tante cose che magari non potranno mai diventare realtà... Voi cosa vorreste? Partecipate al nostro nuovo sondaggio e lasciate la vostra opinione sul FORUM: c'è una discussione al riguardo che vi aspetta!

(20/04/2002)

 

   

 

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