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Lorenzo Bartoli

a cura di Matteo Losso

 

Illustrazione di Massimo Carnevale (c) degli autori / EuraQuesta intervista potrebbe anche intitolarsi "A proposito di John Doe...". Infatti ho incontrato il simpatico Lorenzo Bartoli durante la recente edizione del Romics, dove il prolifico scrittore ed alcuni dei suoi fidati collaboratori ai disegni hanno presentato John Doe, il nuovo personaggio che esordirà nel Giugno 2003 per l'Eura Editoriale. In questo contesto, perciò, incuriosito dalla nuova proposta e desideroso di qualche scoop per i nostri lettori, la breve chiaccherata con Lorenzo è stata giocoforza esclusivamente dedicata alla sua ultima creazione...

 

Chi fa parte dello staff di John Doe?

 

Le copertine sono di Massimo Carnevale, i testi del quipresente Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni. Ai disegni ci saranno Emiliano Mammucari, Carmine Di Giandomenico, Cristiano Cucina, Walter Venturi, Luca Bertelè, Marco Farinelli, Alfio Buscaglia e Riccardo Burchielli.

 

Sono già tutti al lavoro su una sceneggiatura?

 

Sì, i primi sei numeri sono già inoltrati e gli altri sono quasi in via di realizzazione.

 

Lorenzo Bartoli e due disegnatori alla stand Eura del RomicsDati essenziali di John Doe?

 

Uscirà per l’Eura Editoriale, con lo stesso formato di “Dago”, quindi 96 pagine in bianco e nero. Genere grottesco e avventuroso. Il concetto base è un po' quello dell’uomo in fuga... ma John Doe è il braccio destro della morte... Il n°0 è commentato da un detective che lo segue, ma trova ben poche tracce.

 

Mi incuriosisce il nome del personaggio, che in qualche modo lo lega alla morte...

 

E’ vero. John Doe è il nome generico del cadavere non identificato americano.

 

La storia parte con molti misteri alla base? Del protagonista sapremo poco all’inizio?

 

No, di John Doe si saprà molto sin dall’inizio, perché è una serie che alternativamente presenterà in un numero il presente e nel successivo indagherà sul personaggio, creando anche una specie di continuity. Non proprio ferrea, ma nell’arco di dodici numeri, quindi in un’annata, si avranno sia notizie sul personaggio sia sul suo modo di muoversi nel mondo. Quindi ci troveremo con una piccola continuità, ma se non li compri tutti comunque non ti perdi niente, anche perché vorremmo inserire dei piccoli riassunti in apertura.

 

Sarei curioso di sapere qualcosa in più sulla genesi della serie, sia dal punto di vista creativo che editoriale.

 

Copertina di John Doe" #0 (c) degli autori / EuraNoi autori lavoriamo per l’Eura da vari anni. Io e Massimo Carnevale lavoriamo per libri e miniserie, nonché “Napoli Ground Zero”, un progetto di quattro, cinque anni fa che sarà raccolto interamente su “I giganti dell’avventura”. Il primo volume uscirà a Novembre, il secondo penso a Gennaio (imperdibili, NdMaT!). E puoi darne notizia ufficialmente sul tuo sito (grazie per lo scoop, NdMaTagain!)! Dopo anni di lavoro che in Eura hanno apprezzato, anche perché di autori italiani siamo in pochi e stiamo facendo un lavoro che piace, ci siamo reciprocamente chiesti di provare qualcosa di nuovo. Un po' per input di mercato e un po' per fare un’altra esperienza impegnativa, loro volevano varare una nuova testata. A quel punto noi autori ci siamo interrogati su cosa proporre. Io e Roberto Recchioni ci siamo messi a studiare un po’ di idee e questa ci è sembrata quella che potesse avere una vita editoriale più lunga, perché quando crei un personaggio chiaramente devi fare in modo che rientri in un genere e che comunque possa attingere a tutto il fantastico possibile. Essendo John Doe il braccio destro della morte ed avendo a che fare sia con grosse entità che con uomini comuni, ci permette di raccontare più storie e con qualsiasi registro.

 

Tu e Roberto come lavorate? Come dividete i compiti di scrittura?

 

Il numero 1 è realizzato completamente insieme, perché è l’idea originale. Anche gli altri numeri a livello di soggetto nascono insieme, ciascuno propone spunti, inserisce idee e gag. Poi vengono sceneggiati alternativamente. Il secondo numero l’ho sceneggiato io, il terzo lui e così via, anche se col tempo per esigenze editoriali potrebbero essercene due di fila scritti dallo stesso. Ma non cambia nulla. Io rileggo le sue sceneggiature e lui le mie, man mano che le scriviamo, inserendo appunti e note. Quindi è un lavoro completamente a quattro mani, che verrà firmato indicandoci entrambi come autori del soggetto e poi specificando lo sceneggiatore. Tranne il numero uno, lo ripeto, che è completamente a quattro mani.

Sono andato bene?

 

Benissimo e... in bocca al lupo (crepi!) a te ed a tutto lo staff di “John Doe”, in tutte le edicole da Giugno 2003!

 

(11/11/2002)

 

   

 

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