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Marco Schiavone a cura di Stefano Perullo
Il salottino virtuale in cui incontro, settimana dopo settimana, i protagonisti del fumetto italiano (e non) questa volta si appresta ad ospitare una persona che i fumetti non li scrive né li disegna, bensì li produce. Sto parlando di Marco Schiavone, uno dei soci fondatori della giovanissima casa editrice Alta fedeltà. Ciao Marco e benvenuto su AmazingComics.it, fedele alla ormai consolidata tradizione di questa rubrica ti lascio campo libero per parlarci di te, dunque ti chiedo: Chi è Marco Schiavone?
Marco
Schiavone nasce a Torino trent’anni fa, emigra a Milano cinque anni fa, ha
dei bravi genitori, un fratello damsiano e, da un anno a ‘sta parte,
persino una moglie.
Rovistando nel tuo passato ho, in realtà, scoperto che la tua carriera nel variopinto mondo del fumetto è iniziata dall’altra parte della barricata. Hai iniziato, infatti, come sceneggiatore per le edizioni Piuma blu (piccolo editore indipendente cui si deve la paternità del fantasy 2700 – NdStefano). Come è avvenuto il passaggio da autore a produttore?
Non
e’ un passaggio, e’ semplicemente naturale: Sergio Rossi scrive su Fumo
Di China, collabora con le Edizioni BD e ci ha dato un racconto per Volume
Due; Cajelli e Bertele’ erano soci della Factory e ora lavorano uno per
Bonelli l’altro per l’Eura. Direi che il micromondo del fumetto italiano
e’ particolarmente eterogeneo, e le attivita’ si ‘mischiano’
volentieri. D’altra parte, negli States, Chris Staros e’ proprietario
della Top Shelf e sceneggia ancora ogni tanto, persino Bill Jemas,
presidente Marvel, si diletta a scrivere, per la verita’ senza grande
costrutto, alcuni fumetti.
Confessa
la verità: non sarà che hai fatto come quei calciatori dai piedi ruvidi
che decidono di appendere anzitempo le scarpe al chiodo per iniziare una
promettente carriera da allenatori?
Mi
fai venire in mente il mio amico Manfredi Toraldo, che ritiene gli
sceneggiatori essere tutti disegnatori falliti. Sicuramente sono un
disegnatore fallito, i miei disegni sono orribili. Come sceneggiatore, non
so. Non ho disciplina, ma continuo a sfornare idee, chissa’ che non riesca
a trovare un po’ di metodo strada facendo. D’altra parte, Carver dice
che nessuno prima dei 40 anni dovrebbe scrivere qualcosa. Ho ancora dieci
anni di tempo...
Cosa
ci puoi raccontare della tua breve carriera da sceneggiatore?
Che
spesso quello che mi e’ rimasto nella testa e’ di piu’ di quello che
ho trasferito al povero disegnatore di turno.
Credi che in futuro ricomincerai a narrarci storie?
Nel presente! Still Life uscira’ sul nostro sito web, con i disegni fantasmagorici di Giorgio Cantu’, appena questi ha finito di sollazzarsi con le belle svedesi che me lo distraggono!
Dopo
la presentazione (doverosa) dell’editore non può mancare la presentazione
(altrettanto doverosa) della casa editrice, dunque: cos’è ALTA
FEDELTA’?
Non
e’ una casa editrice. E’ una etichetta, all’interno dello Scarabeo,
che si occupa di presentare fumetto internazionale di qualita’. La maggior
parte dei prodotti e’, appunto, tradotta, ed e’ affiancata da piccole
produzioni che ci stanno a cuore.
Fammi capire meglio … cosa intendi quando dici cha AF è un’etichetta dello Scarabeo? Quali sono i rapporti con il vostro editore di riferimento, cosa vi ha spinto a non affrontare da soli il mercato e quanta indipendenza avete nel compiere le vostre scelte editoriali?
Immagina
una business unit, all’interno di un’azienda: autonomia contabile (costi
e ricavi devono perlomeno pareggiarsi), autonomia decisionale, ma utilizzo
sinergico delle risorse della casa madre.
ALTA FEDELTA’ ha esordito nelle librerie specializzate del nostro paese poco meno di un anno fa, come è nata l’esigenza di proporsi in un settore dell’economia apparentemente così depresso come quello dell’editoria delle nuvole parlanti?
E’
nata dalla passione che io, Pietro e l’altro Marco abbiamo per i fumetti.
E la depressione dei fumetti in Italia e’ congenita, in realta’ non
esiste.
Anche
al lettore occasionale, quello meno scafato e non assiduo frequentatore
delle librerie, appare immediatamente chiaro che AF nasce con un preciso
progetto editoriale. Parafando la terminologia tipicamente aziendale,
quindi, ti chiedo: qual è la Mission di AF?
La
mission e’ la delivery di quality-based projects affiancati ad un branding
innovativo dell’imprint.
Quando leggo ALTA FEDELTA’ mi balza subito alla mente lo spassoso libro omonimo di Nick Hornby. Per battezzare la neonata casa editrice, con un nome che comunque suona come un manifesto programmatico di rispetto e passione nei confronti del lettore, vi siete ispirati a questo libro?
In
buona parte si’. Avevo preparato una cinquantina di nomi tra cui
scegliere, con Marco Pietro e Manfredi Toraldo, che all’inizio era piu’
integrato mentre ora ci fa da apprezzato fornitore. Nella rosa finale di
cinque nomi a dire la verita’ c’era High Fidelity, per giocare anche
sull’Hi-Fi concept, eccetera. D’imperio poi ho deciso per alta
fedelta’, il nostro grafico Fabio ne ha immortalato l’AF ed eccoci qua.
Parlando del libro di Hornby non posso non sfidarti a fornirmi la tua classifica dei migliori cinque fumetti di tutti i tempi. Allora, da appassionato, quale è la tua personalissima TOP5?
Mamma
mia. Ne parli per secoli con i tuoi amici ma quando ti tocca hai sempre un
vuoto mentale...mmm...fossi una bella ragazza ti proporrei una cassetta...vabbe’,
diciamo
Da editore, invece, quali fumetti e personaggi strapperesti alla concorrenza?
Strapperei
le pagine di molti fumetti che mi fanno schifo, ma questo per salvare alberi
e inchiostro. Oggi forse il Batman di Jim Lee, mi sembra davvero divertente
e apprezzabile da un vasto pubblico.
Qual è stato il riscontro del pubblico nei confronti delle vostre proposte editoriali? Ovvero, i vostri volumi hanno conseguito quel successo di critica, ma soprattutto di pubblico, cui ambivate?
Si’. Ho aspettato i primi ordini con l’apprensione di quando a dodici anni chiedevi alla tua compagna di classe di uscire con te, ed i tre secondi che lei ci metteva a rispondere <no> ti sembravano eterni. Sono soddisfatto, anche del supporto della distribuzione. Ho invece provato a fare un sondaggio con i librai e devo dire che non ho ricevuto un ritorno granche’ leggibile, ma fa niente, miglioreremo.
Secondo te a quali caratteristiche risponde (o deve rispondere) il lettore medio dei volumi prodotti da AF?
Il
lettore medio e’ sicuramente qualcuno degli heavy-spending ... come me,
qualcuno che difficilmente spende meno di cento euro al mese di fumetti.
Qualcuno curioso, che ama sia i disegni belli ed aggressivi di Ashley Wood,
sia le pretese letterarie di Campbell, come la critica sociale di Shannon.
In
una recente intervista Pasquale Ruggiero ha dichiarato: “Il fumetto è
ormai morto, solo che non s’e n’è ancora accorto”. Credi di poter
condividere queste parole?
No.
Mi chiedo perche’, se e’ vero che l’ha detto e pensato, lui non cambi
lavoro allora.
In Italia, nonostante gli addetti ai lavori da anni denuncino la crisi delle nuvole parlanti, ogni mese vengono prodotti centinaia di nuovi albi. Proposte di manga, comics e fumetti francesi, spesso proposti a prezzi da capogiro, affollano gli scaffali delle librerie specializzate. Personalmente ritengo che questa ritirata strategica nel piccolo, e spesso poco frequentato dal grande pubblico, mondo delle librerie di settore se da un lato potrebbe essere molto utile per superare, nel breve periodo, col minor numero possibile di vittime le difficoltà del mercato, potrebbe dall’altro ridurre il bacino di potenziali lettori del medium fumetto alla poche migliaia di frequentatori delle librerie, rischiando, dunque, a lungo termine, di causare un contraccolpo ancor più grave. Dal tuo punto di vista, invece, come interpreti l’attuale trend?
Credo
che stiamo vivendo, purtroppo contemporaneamente, ben due trasformazioni
potenti. Da un lato il transfert da edicola a libreria specializzata degli
appassionati, dall’altro la trasformazione da albo a volume della maggior
parte delle proposte. Non e’ facile, ma mi pare che, nonostante le esogene
lamentele, siamo tutti qui a continuare, per cui evidentemente troppo grave
la situazione non e’.
AF
è una casa editrice giovane che ha ovviamente scelto come mercato di
riferimento proprio quello delle librerie, ti piacerebbe prima o poi poter
affrontare il mercato delle edicole?
Sinceramente
no. Ho visto l’esperienza Piuma Blu con 2700, e nonostante tutti i loro
errori, imputabili soprattutto all’inesperienza, mi sembra davvero un
bagno di sangue.
A
proposito di edicole, come giudichi l’iniziativa de “La Repubblica” di
dedicare una collana ad altissima tiratura ai grandi del fumetto? Ritieni
che iniziative come questa possano in qualche modo attirare nuovi lettori e
contribuire a risollevare le sorti del mercato?
Assolutamente
si’. E sinceramente non capisco le critiche dei sofisti di fronte a quella
che comunque e’ un’occasione fornitaci dal secondo gruppo editoriale
italiano di parlare in maniera matura di fumetti, senza generalizzazioni
ignoranti.
Tra
le varie proposte di AF ce n’è una che spicca per originalità. Mi
riferisco a Still Life, un piccolo fumetto che avete intenzione di
pubblicare sul web. Perché questa decisione? Ritieni che il web possa
rappresentare, in un futuro non troppo remoto, una valida alternativa al
mercato attuale?
In
realta’ sul web vorremmo pubblicare diversi comics, non solo Still Life.
La nostra idea a dir la verita’ e’ di premiare chi ci segue iscrivendosi
alla nostra mailing list, fornendo del valore aggiunto in termini di fumetti
gratuiti. Chiaramente questo funziona anche da pilota, per cui la
summenzionata Still Life, ove trovi un buon gradimento di pubblico, verrebbe
poi ristampata in volume, soddisfando cosi’ tutti i potenziali lettori.
Qual
è il compito più arduo del mestiere di editore?
Sicuramente
mantenere viva la passione e mediare tra le personalita’ diverse che
naturalmente si trovano a doversi incontrare e scontrare. E ancor di piu’
restare lucidi nel selezionare i progetti scartando quelli senza potenziale
di profitto, che danneggiano tutti gli anelli della catena del valore.
Che
tipo di rapporti hai con gli autori di cui produci i fumetti?
Ottimo,
non potrebbe essere altrimenti dato che non possiamo permetterci tariffe
sensazionali...all’ultima comicon Emiliano Mammucari, che credo sia uno
dei maggiori talenti giovani italiani, ci e’ venuto a chiedere se
riusciamo a fare qualcosa d’altro insieme dopo il suo racconto in Volume
Uno. Io, be’, ero quasi commosso...
Quale
autore desidereresti mettere sotto contratto?
Troppi,
davvero. Ma, sai, non e’ troppo difficile a provarci. In Volume Due avremo
Neil Gaiman, ad esempio...
Tra
i progetti attualmente in programma ne ho scoperti un paio che mi hanno dato
grande soddisfazione. Mi riferisco ai volumi autoctoni di Cajelli/Bertelè e
di Carlotto/Palombo. Cosa ci puoi rivelare questi volumi?
Che
sto salivando nell’attesa. Ho visto le prime venti tavole di Milano
Criminale ed uno sketch della cover. Ho visto Diego Cajelli lucidare i baffi
e spruzzarsi lacca Wella per assomigliare a Luc Merenda. Ho riletto i libri
di Massimo Carlotto e quasi non ci credo di poter stampare, io, un libro col
suo nome sopra.
Nel futuro prevedi di potenziare la linea di fumetti prodotti da autori Nostrani?
Mi
piacerebbe, te lo confesso. Molto dipendera’ da come andranno i due
summenzionati.
Quanto credi nei giovani autori esordienti italiani? Prima o poi AF darà loro una chance?
Piu’
prima che poi: in Volume Due pubblichiamo Alessandro Baronciani, ad esempio.
Dopo Bacchus, Too Much Coffee Man e PopBot quali altri volumi avete in cantiere per il 2003?
Nocturnals,
Art Neuro, Prossima Uscita e Il siero della verita’.
E tornando sui volumi sin qui prodotti, ti sfido a calarti nei panni del pubblicitario descrivendoci i temi ed i contenuti delle proposte di AF e magari fornendoci le tue motivazioni sul perché un lettore dovrebbe acquistarli. Raccogli la sfida?
Certo,
faccio marketing per guadagnare i soldi veri! Parliamo di queste prossime
uscite. NOCTURNALS: Dan Brereton e’ un grande artista la cui unica
sensibilita’ riesce a cogliere luci ed inquadrature emozionanti dei
personaggi come Superman, Batman e la JLA quando e’ chiamato a lavorarci.
Immaginate cosa puo’ fare quando e’ libero di creare un universo di
creature del buio, halloweenesche. ART NEURO: Darrel Anderson e Rick Berry
sono i maestri indiscussi dell’arte digitale, hanno ispirato McKean,
Sienkiewicz, Brom e tutti gli altri. Immaginate quali immagini possa
contenere un libro curato da loro, con un apparato critico che spiega
l’evoluzione tecnica dei due artisti e che William Gibson ha deciso di
onorare con una prefazione ad hoc. PROSSIMA USCITA: se vi e’ piaciuto
Trainspotting, se vi piace Ken Loach, se amate la Londra metropolitana,
be’, non potete perdere questo racconto di un club, e dei ragazzi che
vogliono aprirlo. IL SIERO DELLA VERITA’: tra i buoni, Capitan Forza ha il
potere di riuscire a noleggiare una videocassetta nel tardo pomeriggio, e di
riuscire a dormire da solo anche di notte. Beatrice, una dei supercattivi,
sta cercando di entrare nel Guinness dei Primati per la maggior quantita’
di ‘fumo’ consumato. Perche’ sei tu, in anteprima mondiale assoluta,
ecco una pagina di questo straordinario lavoro: http://www.bestpitch.com/truthserum/wonderwomaninitalian.html.
Si’, accettiamo solo contanti, preferibilmente di piccolo taglio, non
segnati.
Ora che i fumetti li vivi da addetto ai lavori, li continui a leggere con immutata passione oppure qualcosa è cambiato?
Direi
nulla, se non una domandina finale che mi pongo spesso alla fine di un bel
fumetto: ehi, potrei pubblicarlo io? Ach, Hulk e’ gia’ della Panini.
Qual è l’ultimo buon libro che hai letto? E l’ultimo film che ti sentiresti di consigliarci? Mah,
direi che nonostante non sia un gran film, Daredevil e’ da vedere: e’
reso grandiosamente il senso radar, e Jennifer Garner e’ veramente topa.
Libri, due: Stupid White Men di Micheal Moore, che spiega meglio di tante
altre cose l’America a chi crede che di la’ dell’oceano siano tutti
come Bushino, e Romanzo Criminale di De Cataldo, che spiega meglio di tante
altre cose l’Italia a chi crede che al di qua dell’oceano siamo meglio.
Purtroppo mentre sto preparando questa intervista ho appreso che dopo tante bellicose promesse gli USA hanno compiuto il loro primo attacco sull’Iraq, che ne diresti di congedarti con un messaggio di pace?
La pace e’ l’unico vero messaggio. E’ forte e chiaro, ed i finti sordi al potere non potranno continuare a lungo a recitare queste manfrine.
Marco, ti confesso che vorrei farti un altro centinaio di domande … dunque preferisco fermarmi qui e riservarmele per una prossima futura intervista (ghigno mefistofelico). Vuoi aggiungere qualcosa?
Direi che l’indirizzo info@alta-fedelta.it e’ a disposizione di tutti coloro, tranne George Viva Bush, che vogliono saperne di piu’ sui nostri lavori, o proporci collaborazioni, o suggerirci qualcosa, o insultarci costruttivamente. E’ stato un piacere, grazie. (2/5/2003)
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