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Dario Gulli a cura di Stefano Perullo
Il salottino virtuale di AmazingComics.it, nel quale, settimana dopo settimana, incontro i protagonisti del comicdom nostrano si appresta ad ospitare il direttore editoriale di una casa editrice che molto ha fatto parlare di sé negli ultimi due anni. Sto parlando di Dario Gulli, il direttore editoriale, per l’appunto, della LEXY PRODUKTION. Ciao Dario e benvenuto su Amazing Comics, fedele alla ormai consolidata tradizione di questa rubrica ti lascio campo libero per parlarci di te, dunque ti chiedo: Chi è Dario Gulli?
Sono
di Adrano, un paesino tristissimo della provincia etnea che però amo
tanto (se non altro per via dei miei nipoti). Da circa dieci anni vivo fuori
dalla Sicilia. Sono passato da Milano e
da quattro anni vivo a terni. Ho quasi trent’anni e presto diventerò
papà. Se
faccio questo lavoro è grazie ad un piccolissimo editore (l’Arca
Perduta) con cui ho cominciato a scrivere sceneggiature e libri. Era
circa dodici anni fa. La
mia passione è la tv e il
cinema. Non potrei fare a meno di Seinfeld e di tutto Jimmy Chanell. Così
come non potrei fare a meno delle commedie newyorckesi. Oltre a questo, sono
un devoto di Mamet e dei Coen.
Alcuni
anni fa, negli anni ’90 in pieno boom di vendite e gradimento dei fumetti,
il tuo nome balzò agli onori della cronaca per una serie indipendente
intitolata Max Living. Cosa ci puoi raccontare di questa coraggiosissima
esperienza?
Avevo
appena diciotto anni e l’esperienza mi è servita a farmi conoscere e a
masticare la scrittura con più facilità. Non che mi piacesse scrivere
certe cose, ma sapevo che da
una parte dovevo pur cominciare. L’editore
era un folle, ma forse questo era ciò che mi piaceva di lui. A distanza di
tempo credo che avesse qualche gene di Corman.
Dopo
pochi numeri, se ricordo bene ne uscirono solo sette o otto, Max Living cessò
le pubblicazioni. A distanza di poco più di un decennio come valuti
l’esperimento Max Living e quanto ti è stato utile per la tua attività
futura?
Chiuse
per mancanza di fondi e non perchè non vendeva. Allora Max Living
vendeva 16 000 copie in edicole e 6000 in fumetteria. Cifre che oggi
farebbero gridare al successo. L’editore però non
aveva i soldi e non aveva la forza di sostenere il progetto per altro
tempo. Al primo ritardo di pagamento ha dato lo stop. Comunque credo che sia stata un’esperienza fondamentale per me e discreta nel complesso. Non era un capolavoro, ma si faceva leggere. Anzi, credo che il numero 6 era proprio godibile. Ovviamente, nel complesso l’opera non raggiungeva neanche minimamente lo stadard bonelliano. Comunque, era un’iniziativa coraggiosa e per questo meritevole di rispetto.
Personalmente,
dopo la parentesi ML, ho perso le tue tracce, solo per ritrovarti a capo
della LEXY PRODUKTION. Cosa ti ha spinto a costituire una casa editrice in
un mercato che, a detta degli addetti ai lavori, è fortemente in crisi?
Nel
frattempo sono stato ad imparare in vari studi e a scrivere qualche film e
qualche serie tv...Poi Daniel Rossi
mi ha chiesto di aprire uno studio con lui e così è nata la Lexy. La
Lexy per due anni non aveva minimamente pensato ai fumetti, ci bastavano le
produzioni tv e cinematografiche, poi però la passione ha fatto il suo
corso ed è ricominciata l’avventura con la carta stampata. Ovviamente, se c’è la passione non te ne frega nulla della crisi. Motivo per cui credo che un buon editore è quello che non ama le cose che pubblica.
Ho
una domanda che ti avranno già fatto in tanti … cosa vuol dire LEXY?
Lexy
è un mio vecchio personaggio. Un cretino che non si accorge del suo gatto
morto, nonostante la puzza di cadavere in casa. Una persona idiota sempre in
cerca di qualcosa che non sa. Recentemente
l’ho riproposto su Uccidere gesù. Mi piaceva l’idea di chiamare
la società con il nome di un pigro senza tanta voglia di darsi una mossa.
La LEXY PRODUKTION si è presentata nel mercato dei Fumetti in modo molto aggressivo; da subito, infatti, avete tesaurizzato le esperienze fatte precedentemente da editori molto simili a voi per tipologia di materiale e per politica editoriale, scegliendo di rivolgervi esclusivamente al mercato delle librerie specializzate. Come è scaturita questa decisione?
E'
stata una scelta un po’ obbligata. Non potevamo permetterci le edicole e
le fumetterie erano propense a proposte così strane e inusuali. Ora che
sono arrivate nuove strutture a darci manforte, possiamo pensare
all’edicola e quindi ad allargare le nostre proposte anche ad un pubblico
meno “preparato”.
A
mio parere il rifugiarsi di molti editori all’interno di una piccola
nicchia di mercato come quella rappresentata dalla libreria specializzata
potrebbe trasformarsi nel lungo periodo in un’arma a doppio taglio,
ottenendo lo sgradevole effetto di far perdere visibilità al fumetto e,
dunque, di allontanarlo dal mercato di massa, trasformandolo, quindi, in un
prodotto d’elite ad alto costo. Cosa pensi tu a tale proposito?
Sante
parole. Sono certo che il futuro non è proprio la fumetteria. Oggi le carte
si mischiano in ogni ambiente. trovi i libri al supermercato e le riviste
(di dvd e cinema) nelle videoteche. Mentre in edicola trovi i profumi e le
collezioni più impensabili. Forse anche il fumetto dovrebbe essere
distribuito nei blockbuster (pensate che figata vedere Clerks esposto
vicino al film di Kevin Smith, magari qualcuno può decidere di
prenderlo per curiosità perché gli è piaciuto il lungometraggio) o nei
supermercati.
Non
vorrei sembrare insistente … in rete, nei forum di discussione, molti fans
sono convinti che la LEXY abbia commesso un grosso errore nel non proporre
il materiale Crossgen nelle edicole. Una produzione che per tematiche è
molto vicina a quelle del “Signore degli anelli” e che, quindi, avrebbe
potuto trarre gran beneficio di vendite dal successo dei Film. Vi siete mai
pentiti di non aver provato la strada delle edicole con Meridian, Scion e
co.?
In
edicola ci andremo, ora ma facendo scelte oculate. Non scordiamoci che
l’edicola ha bocciato iniziative bellissime della Marvel (vedi Wiz)
e serie di ottima fattura della Dc comics. Ora
che conosciamo le potenzialità del mercato...ora che abbiamo anche un
discreto archivio di diritti e la possibilità di cambiare corso strada
facendo, nell’eventualità che si dovessero presentare imprevisti, è
l’ora di provarci.
Dopo
una partenza arrembante, durante la quale avete saputo farvi apprezzare per
una serie di iniziative molto eterogenee come la pubblicazione di opere di
autori “difficili” alla stregua di Bolton e P.C. Russell, e quella di
personaggi molto amati come Strangers in Paradise, Savane Dragon e
l’universo Crossgen, la LEXY ha iniziato ad affrontare un periodo
difficile. Il vostro sito internet non viene aggiornato da molto, le vostre
pubblicazioni appaiono a singhiozzo nelle librerie e, purtroppo, è capitato
spesso di incappare in grossolani errori di stampa o di edizione. Cosa è
successo?
E’
successo che mi sono allontano dall’azienda e che il passaggio della
struttura ad un gruppo più grande ha causato un tremendo periodo di
transizione. Personalmente
ho attraversato per circa tre mesi una fase di rigetto e avevo voglia di non
dedicarmi più al fumetto. In più, l’idea di dare in mano la struttura a
gente che pensasse solo i soldi, mi ha leggermente incupito. Ora sto
tentando di riprendere in mano le fila del discorso e pensare solo ai
lettori che gioiscono se leggono un buon fumetto Lexy. Cerco, per quanto
possibile, di non farmi intrappolare dai discorsi economici e di far girare
la Lexy con il vecchio spirito: quello della passione. Se
ci riuscirò bene, altrimenti partirò
a fare un po’ di documentari sulle sette religiose. vero!
Durante
questo periodo, purtroppo si sono levate molte voci disparate … alcune
delle quali riferivano che la LEXY era giunta ad un passo dalla chiusura.
Cosa c’è di vero in queste dicerie, e cosa vorresti dire a coloro che si
sono divertiti a fare le cassandre?
Cazzo,
ma certe gente non ha altro a cui pensare! Il problema è che c’è tanta
gente frustrata per essere stata abbandonata dalla Lexy ed altri infastiditi
dal fatto che troviamo sempre un bastone a cui appoggiarci. Molti di questi,
quando hanno potuto, hanno sparato anche contro di me in maniera personale.
Non mi piace il gossip, non frequento le fiere per questa ragione, ma
purtroppo la vita , con i suoi più buffi cancri, ti si appiccica lo stesso
addosso, anche se non lo vuoi.
Una
cosa è certa: dopo il prolungato silenzio degli ultimi mesi, la LEXY appare
pronta a ripresentarsi più agguerrita che mai. Ci puoi spiegare cosa c’è
di nuovo, a livello organizzativo, in casa LEXY?
Tutto
è diverso. qualche soldo in più, qualche redattore in più ed io con in
testa molte cose più positive (fra queste l’idea che presto avrò un
figlio). SPERIAMO
che tutto vada come sta andando...
Il
fiore all’occhiello della riorganizzazione dovrebbe essere il neonato LEXY
Presenta. Cosa ci puoi dire di questa ambiziosa testata che si appresta a
sfidare, nel ruolo di unico magazine, il difficile ed intasatissimo mercato
delle edicole?
Posso
dire che sarà veramente un gran bel magazine. Veramente dentro c’è il
meglio delle nuove produzioni Usa. Queen e Country e Route 666
dovrebbero bastare. Poi c’è
anche Beautiful Killer che non scherza....Credo che ci siano i
presupposti perchè si legga un magazine eterogeneo, d’autore e nello
stesso tempo commerciale. Incrociamo
le dita!
Che
linea editoriale sposerà l’apparato redazionale del nuovo LP?
Quella
di Calliope, la rivista francese della Semic che si occupa di comics.
Interviste di buona fattura a Tim Sale, Mignola, ecc e dossier
veramente di grande qualità.
Quali
saranno le differenze tra la nuova e la vecchia incarnazione del LEXY
Presenta?
Meno
DH, più colore, più dinamismo e meno pippe mentali. Sarà una rivista
schierata, perchè parlerà anche d’altro e avrà sempre un fumetto che
coglie nel segno. Queen e Country parla di guerra e lo fa con
intelligenza...Sarà una rivista più divertente e più intelligente. Meno
storielline e più spessore.
Quali
altre sorprese ci riserverà la LEXY in questo 2003?
Kabuki,
Devil footprints, Superpatriot, Nevermen, Hard Looks,
tutto Supreme, Flood e Blood Song e tant’altra bella roba.
Tra
i tanti personaggi di cui la LEXY possiede i diritti c’è n’è uno che
io amo davvero tantissimo, quindi lascio in disparte le vesti del cronista
distaccato e ti chiedo: che programmi avete per BONE? Intendete prima o poi
procedere alla ristampa degli albi già editi?
No,
non ristamperemo gli albi, anche perchè Macchia Nera ha un buon archivo e quindi non avrebbe senso.
Che
tipo di rapporti intessete con gli autori da voi pubblicati?
Con
Bolton parlo prima di ogni suo book e lo stesso faccio con Scott
Allie prima di pubblicare una delle sue opere. Miller riceve
delle precise indicazioni su come gestiremo le sue pubblicazioni...insomma,
per quanto ci è possibile sentiamo il volere degli artisti.
Come
giudichi l’iniziativa de “La Repubblica” di dedicare una collana ad
altissima tiratura ai grandi del fumetto? Ritieni che iniziative come questa
possano in qualche modo attirare nuovi lettori e contribuire a risollevare
le sorti del mercato?
Eccezionale!
Finalmente alla Panini hanno avuto una buona idea! Scherzo, hanno
sempre delle buone idee (faccio finta di non sapere nulla delle riviste sui
logo dei telefonini). Certamente iniziative simili giovano a tutti...Portano
il fumetto nelle case di tutti e lo fanno nella migliore delle maniere.
Veramente una iniziativa lodevole!
Il
vecchio LEXY Presenta dedicava sempre una sezione ai giovani autori
nostrani, chiaro segnale di quanto voi crediate nel fumetto “made in Italy”.
Credi che in futuro dedicherete altre iniziative a materiale autoctono?
Sì,
pubblicheremo molte cose di giovani italiani. Stiamo guardandoci in giro. Ci
piace l’idea di valorizzare qualche talento italiano.
Ci
sono scelte editoriali che, col senno di poi, non ripeteresti?
Forse
quella di pubblicare Battlegods e
qualche volume Chaos. Per il resto sono fondamentalmente
soddisfatto delle scelte fatte.
Inizialmente
la vostra produzione era principalmente incentrata sulla proposta di
materiale della Dark horse, leggendo i vostri programmi futuri ho avuto la
sensazione che la LEXY stia puntando su altri editori (in particolare ONI,
Image e Crossgen). E’ una impressione sbagliata, oppure effettivamente
qualcosa è cambiato?
Siamo
cresciuti ed inevitabilmente non possiamo dipendere da un solo editore. E’
una scelta obbligata quella di guardarci intorno.
Pochi
giorni fa è andato in distribuzione “Uccidere Gesù”. Cosa ha
rappresentato quest’opera per te?
Innanzitutto
un momento che non tornerà più. Quando ho scritto Uccidere Gesù mi
sentivo libero...di scrivere e svegliarmi quando volevo. Ero più reattivo
alla vita. Poi rappresenta l’amicizia con Max Crivello. Grazie a
quel libro ho imparato a conoscere quel Crivello che pochi conoscono. Da
un punto di vista artistico, con Uccidere Gesù mi sono aperto come non mai.
Ho giocato con i personaggi. A gesù ho incollato parole di Salomone, a
Giuda alcune di Diderot, ad Egli quelli di Satana. E’ stato un divertente
gioco dove potevo cambiare continuamente i fattori. Forse ho ecceduto con
questi giochini, rendendo l’opera a volte illegibile. Ma credetemi è
stato uno sballo riprendere anni di studi religiosi e mescolarli. Un po’
come fa un dj con la musica. Forse
avrei fatto bene a seguire qualche consiglio di Crivello per rendere
l’opera meno scritta, ma avevo tanta voglia di inseguire la filosofia e
giocare con lei e la storia.
Attualmente
su cosa stai concentrando la tua attività di sceneggiatore?
Sto
scrivendo un film (stavolta sarà una commedia solare) e sto ultimando un
book con vari disegnatori sulla casualità.
Poi a maggio ultimerò la stesura di due piloti tv. Inoltre
sto preparando la versione Usa di uccidere Gesù, a cui è interessata la Dark
Horse.
Che
tipo di sceneggiature scrivi? Molto dettagliate alla Berardi, oppure molto
libere alla Castelli?
Dipende
per chi le scrivo. Se sceneggio un film per
un regista che ama la sceneggiatura di ferro, che mi affianca uno
storyboarder, tento di essere preciso sino all’inversimile, altrimenti mi
piace non entrare nei dettagli.
Con uccidere Gesù sono stato abbastanza vago (anche perchè Crivello ha una
formazione pittorica e tende a seguire se stesso più che gli altri; mentre
con Avogadro sono stato più dettagliato, visto la sua formazione di
stampo bonelliano).
Credo
che sia davvero tutto … vuoi aggiungere qualcosa?
Grazie
a te e a tutti coloro che spendono tempo e denaro per le pubblicazioni Lexy.
Farò sempre di tutto per ripagare la fiducia accordatami...Lo sento come un
dovere. Da fans ho sempre preteso che qualcuno dell’altro lato si
accorgesse che non eravamo gente da spennare e infinocchiare con slogan
bellissimi coniati solo per vendere serie idiote.
Grazie!
(5/5/2003)
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