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ALAN DAVIS

traduzione ed adattamento di Matteo Losso

in collaborazione con Etienne Mitchel e Elayne Riggs

 

Sono orgoglioso di presentare questa intervista ad Alan Davis.

Già dopo aver letto i primi episodi di Excalibur è diventato uno dei miei autori preferiti e nel corso degli anni, con le prove prestate su alcune delle collane più importanti del Marvel Universe (e non solo), non ha mai deluso le mie aspettative. Ho sempre atteso con trepidazione ogni nuova uscita che portasse le sua firma, per farmi rapire dalle sue figure morbide ed avvolgenti, dal suo tratto accattivante e dettagliato, dalla sua narrazione fluida e dinamica, talvolta anche dalla sua idea di fumetto e dalle sue storie. E mi riferisco allo sfortunato e mai  dimenticato "ClanDestine" o al ciclo in cui è stato autore completo di "Excalibur": pietre miliari per qualsiasi appassionato di comics che voglia definisi tale.

Perciò per me è una gioia ed un vero onore riuscire a pubblicare, in esclusiva per l'Italia, questa lunga intervista rilasciata dal maestro inglese dopo la San Diego Comic Book Convention 2001, alla fine della breve run su "The Avengers" (in Italia a partire da "Iron Man & I Vendicatori" n°38 - Marvel Italia). L'intervista è stata realizzata da Elayne Riggs per un bel sito statunitense, "Wonder Man cooler than Superman" (www.fortunecity.com/athena/power/955/) curato da Etienne Mitchel, cui vanno i miei più grandi ringraziamenti per avermi concesso l'edizione italiana dell'interview, che oltretutto è anche "approvata ufficialmente" dallo stesso autore grazie all'interessamento di Elayne e Robin Riggs (visitate il loro sito www.soulmateproductions.com). Thank you very much!

Buon divertimento...

 

Che differenze hai trovato lavorando su  “The Avengers” rispetto ad altri supereroi come ad esempio Excalibur?

 

HOT IMAGE! Ecco la tavola di Alan Davis per "Heroes".E’ una domanda davvero complessa per avere una risposta semplice... E’ come tentare di spiegare come il sapore di una mela è diverso da quello di un’arancia! Tutto è simile, ma diverso. Spiegare esattamente come porterebbe via troppo tempo. L’unica differenza ovvia è che su Excalibur ho utilizzato molti personaggi creati da me, mentre i Vendicatori, quantomeno i membri originali, sono icone del fumetto.

 

Sei mai stato un fan dei Vendicatori? Se sì, qual’è il loro periodo che ricordi maggiormente?

 

Si, sono stato un fan dei Vendicatori sin dal #1. Ho perso interesse attorno al #107. L’albo sembrava introdurre un periodo poco valido e, sebbene ogni tanto lo leggessi, avevo altri interessi al tempo ed ho ricominciato a comprarlo prima del ciclo di John Byrne. Ci sono troppi grandi cicli di storie per sceglierne uno, ma i numeri che hanno avuto il maggiore impatto su di me sono stati i numeri fino al 10, il ciclo di Buscema sui numeri 51-62 e, ovviamente, i numeri della guerra Kree/Skrull di Neal Adams.

 

Ed ora quello che tutti si stanno chiedendo: come mai hai realizzato un ciclo così breve?

 

Erano gli accordi: avrei disegnato sei numeri per dare a Tom Brevoort il tempo di trovare un disegnatore regolare.

 

Potresti comparare il lavoro con  Kurt Busiek a quello di altri scrittori con cui hai lavorato a stretto contatto, come Alan Moore o Chris Claremont?

 

Proprio come la prima domanda, è una questione troppo complessa per una risposta semplice. Ambizione, ego, alchimie personali, tendenze politiche e dozzine di altri fattori caratterizzano un rapporto di lavoro. Ho scelto di non collaborare troppo “da vicino” con Kurt per l’esperienza frustrante ed irritante di lavorare “alla maniera Marvel” (“the Marvel way”) sui titoli degli X-Men. Non è stato molto giusto nei confronti di Kurt, ma davvero non volevo rischiare di rallentare la mia attività di disegnatore per essere coinvolto in discussioni sui possibili cambiamenti del plot. Ho già posposto di tre anni il lavoro su Killraven e non ero preparato a lasciarlo ancora per più di sei mesi... eccetto che in circostanze eccezionali.

 

C’è qualcuno dei Vendicatori che ti piace particolarmente disegnare? Nessun personaggio a cui avresti voluto prestare più attenzione?

 

Mi sarebbe piaciuto disegnare maggiormente i “veri” Vendicatori. Iron Man, Thor, Capitan America, Golia, Wasp, Scarlet, la Visione e Quicksilver. Non ho nessun tipo di affinità con nuovi personaggi come Artiglio d’argento e Triathlon.

A rischio si sembrare pedante, vorrei discutere l’idea della necessità di tempo per sviluppare i personaggi in una serie storica come The Avengers. Ho sviluppato un gran numero di miei personaggi, alcuni in Excalibur, alcuni in ClanDestine. Con personaggi caratterizzati da tempo, vere icone, penso di esplorare ciò che già esiste, piuttosto che aggiungere qualcosa di nuovo. Determinati  personaggi hanno assunto il ruolo di icone perchè sono stati portati molto vicini alla perfezione dai migliori scrittori e disegnatori della storia dei comics. Cercherò di essere onesto su quelle che considero le migliori versioni, o quantomeno le mie preferite. Nei caso dei Vendicatori... Thor di John Buscema / Neal Adams, Iron Man di George Tuska / Gene Colan, Capitan America di Gene Colan / Jim Steranko, la Visione di Neal Adams, Scarlet e Quicksilver di John Byrne.

(Dovrei aggiungere che tutte queste versioni ed i loro autori hanno un grande debito con chi li ha preceduti. La creazione di qualsiasi personaggio è un’evoluzione. Anche un’interpretazione di scarso successo può essere “messa a fuoco” in lavori successivi. Secondo me tutti i personaggi di maggior successo sono quelli che mantengono la vera essenza dell’incarnazione originale [usualmente attribuita a Jack Kirby alla Marvel], con poco più di un titolo di "raffinazione" o perfezionamento per migliorare o rendere appetibile qualcosa che già esiste nell’incarnazione originale.)

Non desidero affatto provare a reinventare o alterare nessun personaggio per capriccio... o a creare la mia versione e lasciare il mio marchio nella leggenda. Io sono uno storyteller, il mio lavoro è di dare ai personaggi consistenza ed autenticità/realismo quando racconto una storia.

 

Se si presenterà l’opportunità, ritornerai sulla serie per un secondo ciclo?

 

Per i Vendicatori originali, sì. Ma dipenderà dalle circostanze... Mai dire mai!

 

Penso che tu abbia fatto un grande lavoro illustrando Wonder Man e Scarlet sul numero 41 e l’appuntamento tra la Visione e Warbird sul numero 38. Mi hanno riportato alla mente la proposta di matrimonio di Capitan Bretagna su Excalibur, una delle mie sequenze preferite del personaggio nel tuo ciclo della serie. Cosa ne pensi della recente sottotrama del triangolo/rettangolo tra Wonder Man, Scarlet, la Visione e Warbird?

 

Non so molto delle sottotrame che continueranno a lungo anche dopo che avrò lasciato la serie. So abbastanza da disegnare le scene, nella speranza di non contraddire nulla di ciò che accadrà in futuro. Non è disinteresse, solo praticità. La lentezza nel commissionare qualsiasi progetto non sta solo nel definire la lunghezza della storia ed i personaggi che potranno essere sviluppati o esplorati in un numero o una serie. Il numero dei personaggi e la densità degli avvenimenti consumano velocemente lo spazio limitato delle 22 pagine di un fumetto. Se includi anche le splash page e le vignette su due tavole la media di vignette in un fumetto moderno è circa quattro per pagina. Solo 88 vignette in un numero. Solo 528 vignette lungo sei numeri.

 

Uno dei cicli più discussi e controversi nel mito dei Vendicatori sono gli Avengers West Coast di John Byrne, in cui alla Visione sono state strappate le sue emozioni, i figli suoi e di Scarlet si sono rivelati parte dell’anima di Mefisto e Wonder Man ha confessato il suo amore represso per Scarlet. Hai mai letto queste storie? Se sì, cosa ne pensi dei cambiamenti introdotti nei personaggi?

 

Ricordo vagamente di aver letto queste storie e le reputo un arco di storie di “confusione contraria”, che supera una continuity complicata o problematica per restaurare uno status quo più semplice. Talvolta le storie possono funzionare benissimo da sole, ma molto spesso devono essere accettate come un male necessario per liberarsi di un bagaglio indesiderato per la sacca della futura continuity.

 

C’è qualcuno dei tuoi supervillain preferiti che non sei riuscito a disegnare nel tuo ciclo?

 

No davvero. In proporzione, ho disegnato un gran numero di nemici ed eroi nei sei numeri da me illustrati. Sarebbe stato molto più interessante creare un nuovo nemico ma, come ho già detto, mi sono considerato  un disegnatore di “fill-in” (storie riempitive) e Kurt aveva già stabilito lo scheletro dello story arc quando ho raggiunto la serie.

 

Il tuo lavoro sui Vendicatori è spesso comparato con un altro ciclo altrettanto breve, ma brillante, quello di Neal Adams. Come ti fa sentire?

 

Ogni segno che lascio su un foglio è e sempre sarà influenzato da Neal Adams. Ero pressapoco un tredicenne quando ho scoperto il suo lavoro. Ho speso anni copiando continuamente altri artisti per imparare a disegnare ma lo stile di Neal era così fantasticamente differente da prendermi completamente. In realtà non capivo l’approccio fotografico al tempo e non è qualcosa in cui sono ancora bravo, così imitavo gli effetti di luce nel lavoro di Neal per renderli elementi stilistici come le luci stilizzate di Wally Wood e Frank Bellamy. Come Bill Sinkiewicz disse una volta, <Neal potrebbe “illuminare” persino Charlie Brown e renderlo “fotograficamente” reale.>

La mia tendenza naturale è di disegnare grande dinamismo nei piedi, così c’è bisogno di una superficie di realtà per raggiungere la tradizionale corrente supereroistica. Penso che l’influenza di Neal sia ovvia nel mio lavoro proprio perchè “sta in superficie”, ma i lettori che riescono a guardare anche al di là dell’apparenza identificano regolarmente i miei debiti costruttivi con artisti come Gil Kane, Steve Ditko, Jim Aparo, Wally Wood e (non solo sui Vendicatori) John Buscema. Occasionalmente, sono rimasto sorpreso quando qualcuno ha giustamente identificato l’influenza di Nestor Redondo, Mike Ploog o Frank Thorne. Sebbene in Gran Bretagna ed in Europa è più probabile per qualcuno notare l’influenza di Frank Bellamy, John M. Burns o Jesus Belasco.

Ciò che ogni lettore identifica nel lavoro di un artista è più simile alla sua esperienza, piuttosto che alle vere influenze di un disegnatore. Ammetterò per sempre e con entusiasmo il mio debito con Neal (così come tanti altri), ma non penso alla mia arte come isolata dal resto... Eccetto la speranza che potrei disegnare meglio e più in fretta... Ora più che mai sono concentrato su cosa rappresenta il mio disegnare, piuttosto che sul disegnare stesso.

 

Non sono un fan del “re-design” operato da Busiek su un’icona come Wonder Man, ma devo ammettere che la almeno tua versione dell’effetto ionico mi ha convinto. Wonder Man ha subito 8 cambi del costume ufficiale. Qual'è la tua preferita? Potresti non ricordarle tutte, ma ce n’è qualcuna che ti è rimasta particolarmente impressa?

 

Il look ionico di Wonder Man non è fra i miei favoriti. Personaggi, oggetti e effetti intrappolati nella presa di un colore spesso diventano finti o difficili da vedere in una tavola completamente colorata. Io preferisco la chiarezza e la potenza di una linea nera decisa. Mancando questo, preferisco una tonalità grigia o qualche colore che si stagli dalle tonalità che ha intorno. (Ho chiesto che questo succedesse per la Visione a penso che abbia funzionato bene.)  Ovviamente ciò è impossibile con un personaggio oscuro e color porpora.  In definitiva, cambiare l'aspetto di Wonder Man in qualsiasi modo richiederebbe un cambiamento nei suoi poteri. Ancora, io "controllavo il negozio", quindi ho fatto del mio meglio col design di Wonder Man così come era. Il design con cui mi sono trovato meno a mio agio è stato l'abito gitano di Scarlet. Certi costumi sono "specifici" per un artista; funzionano solo con uno stile di disegno, ma sembrano completamente sbagliati con un altro. Penso che nel mio stile gli abiti volteggino, così credo che i costumi semplici ed i miei tentativi di disegnare "il look gitano" abbiano reso Scarlet goffa, per dire la cosa peggiore. In sè non era una ragione abbastanza valida da richiedere un cambiamento. Penso anche che sebbene il look gitano funzioni bene quando Wanda è in abiti civili, non sembra adatto quando è in azione. La mia interpretazione di Wanda è che sia un personaggio molto pratico ed il costume gitano sembrava assolutamente poco pratico. So che è una questione di opinione... ed esattamente il tipo di cosa che può causare un lungo dibattito e numerosi schizzi. Tom e Kurt sono stati entrambi molto accomodanti con la mia richiesta ed il design rivisitato di Scarlet che eventualmente avremmo usato è un compromesso tra il vecchio ed il nuovo. Quando lo disegnavo, pensavo che Scarlet potesse avere un ruolo maggiore nei sei numeri che stavo per disegnare. Già che sono in argomento, dovrei anche menzionare che ho semplificato i finimenti delle spalle di Golia per le stesse ragioni del costume di Scarlet, ma mi è stato chiesto di ridefinire Quicksilver ed il Quinjet... E per Wasp sono sempre pronti nuovi costumi.

 

Sei famoso per impartire a qualsiasi personaggio di un gruppo caratteristiche uniche, quando molti altri disegnatori utilizzano le stesse proporzioni eroiche e standard facciali.  Hai voglia di condividere qualche idea particolare del processo creativo di  Wonder Man, Scarlet, la Visione, Wardbird o Thor? C’è stata qualche specifica caratteristica nel volto o nel corpo che ti è stata imposta?

 

Come ho già detto, quei personaggi si sono evoluti in una lunga serie di anni grazie ai migliori artisti del comicdom, così tutto quello che ho dovuto fare è stato seguire le loro guida. Gli unici cambiamenti voluti li ho realizzati in questo senso... dare a Thor un viso più simile alla struttura del teschio germanica... Tony Stark è veramente magro, non ha la necessità di essere muscoloso e questo perchè basta l’armatura di Iron Man a dargli proporzioni eroiche... Oh, dimenticavo gli stivali “spavaldi” di Photon, per renderla più aereodinamica.

 

Essendo un grande fan di Wonder Man devo chiederti: saresti interessato a lavorare su un albo dedicato esclusivamente a Wonder Man?

 

Ho paura di no.

 

Una domanda non relativa ai Vendicatori. Il tuo incredibile lavoro su Capitan Bretagna nel suo magazine personale e successivamente il tuo lavoro su Batman e sugli Outsider hanno fatto di me un tuo grande fan. Ho notato che nessun altro è stato capace di scrivere il buon vecchio Capitano, sembra che chiunque si avvicini al personaggio lo renda nevrotico. Non sono riuscito a finire l’ultima mini di Excalibur, dato che quei personaggi non sembrano gli stessi. E’ possibile che tu sia interessato a tornare indietro e realizzare qualcosa con questo personaggio?

 

Non ho piani in merito, ma... mai dire mai!

 

Noi fan di Alan Davis cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dopo il progetto dedicato a Killraven?

 

Bene... Killraven è ancora posticipato finchè non realizzerò l’adattamento a fumetti del film di Spider-Man. Un’altra circostanza eccezionale! Dopo quello...?

 

L'ultima apparizione del ClanDestine?

 

"Spero che si sbagli"

(Logan, da "X-Men & Clandestine" #2 by Alan Davis)

...lo spero anche io!

(MaT)

 

Tutte le immagini utilizzate in questo articolo sono © Marvel Comics.

 

The staff of Amazing Comics would like to thank Mr. Alan Davis and Etienne Mitchel for the generous contribution of their time and energy!

 

WONDER MAN: COOLER THAN SUPERMAN

 

This material is property of

"Wonder Man: Cooler than Superman"

and is used with permission.

 

Per l'edizione italiana © 2001 Matteo Losso

(18/11/2001)

 

   

 

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