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JLA TP 2 & 3: "III Guerra mondiale" e "Mageddon" di Mimmo D'Avenia
L' approccio di Morrison alla serie è stato molto semplice: egli infatti ha concepito la League come la chance migliore della terra di fronte alle peggiori minacce. La conseguenza principale a questa concezione è stata quella di avere costituito un team composto dai più grandi e potenti (e in questo caso non è un luogo comune) eroi del DC universe , per intenderci gente come Superman, Orion, Big Barda, Plastic-Man (scherzo!), Wonder Woman, Zauriel (entrato nella JLA nella bellissima saga "Paradise Lost dell' ottimo Mark Millar), Lanterna Verde e Martian Manhunter per cio' che riguarda la forza pura e geni di scienza e tattica come Batman, Plastic-Man (rischerzo!), Acciaio e Oracolo che contemporaneamente hanno partecipato alle avventure del gruppo. Proprio tali avventure sono state la spina dorsale della serie che mai è scesa a patti con trame e sottotrame che vedevano i nostri protagonisti in abiti civili o in relazioni private o con l' ideazione di un team in cui ogni membro rappresentasse un prototipo specifico di razza, sesso o superpotere (come spessissimo è capitato ai Vendicatori). Pezzo unico nel gruppo è stato invece il già citato Plastic-Man, elemento di rottura capace di sdrammatizzare le situazioni più tese. L'assenza di sottotrame nella serie però non ha comportato a una scarsa personalizzazione dei protagonisti: il nostro Morrison infatti è riuscito sempre a far trapelare il carattere dei personaggi dai loro gesti e soprattutto dai loro dialoghi (significativi alcuni tra Superman e Batman nel primo paperback). Unico neo della serie in questa gestione, sono stati i disegni forse troppo legnosi di Howard Porter (Quitely sarebbe stato meglio ... ma quando mai non lo sarebbe?) comunque in qualche modo giusti per rappresentare le icone che fanno parte della JLA. (31/05/2002)
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