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Batman:
the killing joke
di
Francesco Farru
Entrare
in una fumetteria e trovare ancora una copia di questo sottile speciale
di Batman edito qualche anno fa dalla Play Press è una
delle più grandi fortune che vi possono capitare. The Killing Joke
è infatti uno di quei piccoli capolavori che non dovrebbero mai mancare
nelle librerie di ogni appassionato di comics. Il motivo di tutto questo
è presto detto ed è sintetizzabile in un solo nome: Alan Moore.
Certo, anche i disegni sono ottimi (Brian Bolland è sicuramente
uno dei migliori e più apprezzati cartoonist anni '80) e ottimi sono
anche i colori di Jhon Higgins (molto cupi e a tratti
"psichedelici", sempre funzionali al racconto) ma , quello che
fa la differenza, cosa fa si Killing Joke un vero e proprio gioiello, è
senz'ombra di dubbio il buon vecchio "Zio" Moore. Se vi è
capitato di leggere la sua rubrica "Scrivere una sceneggiatura"
ospitata su Fumo di China, sfogliando Killing Joke non potrete
fare a meno di ritrovarvi molti, moltissimi, dei consigli dello zio. Di
più: guardando la composizione delle tavole, il perfetto incastrarsi e
susseguirsi delle vignette, l'eleganza e la genialità dei dialoghi,
sembra quasi di stare davanti a un piccolo manuale di sceneggiatura.
Molti, sia tra i lettori che tra gli autori di fumetti, sono convinti
che un buon soggetto sia sempre più importante di una buona
sceneggiatura (e questa convinzione purtroppo molto spesso è causa di
gran parte della mediocrità di molti fumetti, Bonelli in primis). Con
questo piccolo lavoro invece Alan Moore dimostra a tutti il contrario:
prende un soggetto non certo trascendentale (uno di quelli - tanto per
capirci - che un autore americano avrebbe liquidato nelle canoniche 22
pagine e che uno sceneggiatore nostrano avrebbe annacquato in un
centinaio) e ne tira fuori un opera memorabile. Attenzione a non
sbagliarsi: Killing Joke non è certo un puro e semplice esercizio di
stile ne tantomeno un inutile sfoggio di bravura del maestro di
Northampton. Certo, non è ne Watchmen ne V for Vendetta (e nemmeno ha
la pretesa di esserlo) ma se, come già detto, avrete la sfacciata
fortuna di metterci le mani sopra non lasciatevelo scappare. State
sicuri che un angolo della vostra memoria lo conserverà per sempre.
(6/12/2002)
Special
thanks alla redazione di elektra.too.it,
che
ci ha concesso di presentare questo articolo
originariamente
pubblicato sulla loro rivista.
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