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JLA
DESTINY
di
Sergio Duma
Uno
dei vizi tipici della DC Comics è quello di sfruttare il concetto
delle realtà parallele o alternative (non che la Marvel ci vada leggera
su questo versante, comunque!) e spesso presenta versioni di Superman,
Batman e compagni in modo diverso da quello consueto. La linea ‘Elseworld’
si concentra prevalentemente su queste realtà divergenti, a volte
producendo fumetti interessanti, caratterizzati da una differente
prospettiva visiva e narrativa. È il caso della miniserie DESTINY,
dedicata a uno dei gruppi più rilevanti del DC Universe, la Justice
League of America, raccolta a suo tempo in due volumi dalla casa
editrice Play Press. Lo sfondo narrativo è in sé intrigante: lo
scrittore John Arcudi immagina che Superman e Batman, cioè due
pilastri della Lega della Giustizia, non esistano. Superman è morto al
posto del padre Kal-El durante la distruzione di Krypton (e Ka-El invece
si è salvato, è finito sulla terra e, per una serie di circostanze che
non rivelerò per non sciupare l’eventuale lettura della miniserie, ha
sostituito il cattivissimo Lex Luthor! Lui è buono, comunque,
tranquilli!). Batman, invece, non può esistere per il semplice fatto che
il piccolo Bruce Wayne è stato ucciso da un ladro, insieme alla madre, e
tocca al padre, Thomas Wayne, combattere il crimine. Non indossando un
costume da pipistrello, però, ma semplicemente utilizzando il suo denaro
per finanziare un super-gruppo, la Justice League, appunto. Tale gruppo
presenta una schiera di personaggi variegati: il cerebroleso e
incazzatissimo Trionfo, per esempio; versioni alternative di Wonder
Woman o Flash; e altri characters tutti sostanzialmente ben delineati.
La storia in questione è un classico esempio di fumetto super-eroistico,
privo di fronzoli, pieno di azione, pathos, esplosioni e botte da orbi.
Un prodotto da intrattenimento e stop. Niente di male, sia chiaro, anche
perché, pur priva di guizzi e di genialità, la storia la si legge con
piacere ed è divertente. I testi e le battute scoppiettanti di John
Arcudi funzionano alla perfezione e la trama, inoltre, fa riferimento
alla corruzione della politica americana e delle multinazionali;
affronta anche tematiche scottanti come la mancanza di scrupoli delle
industrie alimentari, gli organismi geneticamente modificati, l’opulenza
occidentale e la povertà e lo sfruttamento dei paesi del Terzo Mondo, e
così via. Peccato che Arcudi cada ogni tanto nei soliti cliché della
lotta al terrorismo e degli ‘stati canaglia’, ma l’atmosfera post-11
settembre, ormai si sa, contagia da tempo il fumetto a stelle e strisce.
I disegni di Tom Mandrake sono ottimi (penso specialmente alla sequenza
ambientata nel deserto, durante la tempesta, con una versione di J’onn
J’onnzz allucinante!). Nel complesso, JLA DESTINY è un fumetto di
qualità, onesto, che mantiene ciò che promette, cioè del sano
divertimento, senza intellettualismi insulsi e senza la pretesa di
innovazione o di autorialità. Da leggere.
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JLA ™ & © DC Comics
(26/04/2008)
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