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SILVERFISH
di
Sergio L. Duma
Uno
dei meriti della Vertigo, divisione adulta e autoriale della
DC Comics, è quello di aver dato spazio ad autori e a proposte
editoriali meno commerciali e più alternative rispetto ai consueti
fumetti super-eroici. Dall’horror al fantasy, dal noir alla
science-fiction, la Vertigo pubblica in continuazione comics
trasgressivi e particolari, svincolati dai codici censori e aperti a una
vasta gamma di sperimentazioni grafiche e narrative. Tra i vari
cartoonists che hanno trovato un loro spazio nel marasma editoriale
statunitense, si deve certamente citare David Lapham, uno dei
talenti più anticonvenzionali degli ultimi anni, messosi in luce con il
celeberrimo STRAY BULLETS, pubblicato in ambito indipendente, un
noir secco, violento ed incisivo che ha colpito l’immaginazione di
pubblico e critica. Lapham in genere realizza storie cariche di pathos,
sesso e violenza, caratterizzate da un senso della crudeltà e della
perversione che non sfigurerebbe in un romanzo hard boiled di James
Ellroy. Questo SILVERFISH, recentemente tradotto in Italia da Planeta De
Agostini, è un graphic novel spiazzante, che può essere considerato un
buon esempio della sensibilità oscura di Lapham. Il disegno in bianco e
nero dell’autore, il tratto grezzo e sporco, per quanto, a mio avviso,
ogni tanto ostico e a volte monotono, è decisamente in linea con la
trama inquietante presentata nel volume. Ambientato in quelle tipiche
cittadine di provincia americane, apparentemente tranquille ma in realtà
sature di devianze nascoste, come ormai cinema e letteratura ci hanno
dimostrato, SILVERFISH ha per protagonista Mia, una quindicenne carina
che vive con il padre, la sorellina e la sexy, ambigua e infida matrigna
(con la quale, ovviamente, non va d’accordo). Come per ogni romanzo noir
degno di questo nome, l’orrore inizia con una situazione del tutto
banale: mentre padre e matrigna vanno via per trascorrere il weekend in
una baita di montagna, Mia ha la pessima idea di invitare a casa la sua
migliore amica (la classica troietta viziata e cattiva da teen drama) e
un paio di ragazzi. Fin qui niente di speciale. Ma poi, per un caso
fortuito, Mia trova l’agenda della matrigna, piena zeppa di nomi
maschili. E uno, in particolare, è evidenziato. Decide di telefonargli.
Per fare uno scherzo. E per scoprire qualcosa di scottante sull’odiata
matrigna, qualcosa che possa metterla in cattiva luce agli occhi
dell’adorato padre. Ed è qui che incomincia l’incubo, sapientemente
orchestrato da David Lapham. Un incubo che ovviamente coinvolge il
passato torbido della donna. Un passato riguardante furti, rapine,
omicidi… e, in particolare, un pericoloso psicopatico che si illude di
avere pesci nel cervello. Pesci demoniaci che gli parlano e gli
suggeriscono di compiere azioni terribili. E, una volta che Mia, suo
malgrado, è entrata in contatto con lui, le cose, va da sé, non saranno
più le stesse. E scoprirà, a sue spese, che la matrigna, forse, potrebbe
essere potenzialmente più pericolosa del pazzo assassino. Sangue,
inseguimenti, un ritmo serrato da telefilm, dialoghi veloci e secchi
come nella migliore tradizione hard boiled: sono gli ingredienti di
SILVERFISH, forse un prodotto meno scioccante di STRAY BULLETS, ma che
ha il merito di avvincere il lettore. E questo volume di certo piacerà
ai fans di serial come ‘Criminal Minds’ e dei romanzi di Connelly o di
Jeffrey Deaver, o semplicemente a coloro che, una volta tanto, hanno
magari voglia di provare qualcosa di diverso dalle solite storie con
tipi in calzamaglia. David Lapham è un autore intelligente e personale e
spero che Planeta De Agostini prima o poi traduca anche in
italiano YOUNG LIARS, la sua interessante e promettente serie regolare.
Silverfish ™ & © David Lapham
(20/07/2008)
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