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SPAWN
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The
dark
ages
di
Matteo
Losso
Brian
Holguin
è
uno
scrittore
entrato
solo
di
recente
nel
“grande
giro”
del
fumetto
americano.
I
suoi
primi
passi
li
ha
mossi
su
Cyberforce
e
Ripclaw
per
la
Top
Cow,
ma
ha
raggiunto
un
discreto
successo
quando
è
arrivato
a
realizzare
i
testi
per Kiss:
Psycho
Circus
e,
in
seguito,
le
sceneggiature
per Spawn.
Liam
McCormack-Sharp,
invece,
è
un
disegnatore
noto
ormai
da
anni
nel
panorama
fumettistico
anglosassone.
Al
suo
attivo
vanta
collaborazioni
con
2000
AD,
Judge Dredd,
Death’s
Head
(il
suo
vero
“trampolino
di
lancio”), X-Men,
Spider-Man, Venom, Hulk, Man-Thing...
A
questo
due
autori
Todd
McFarlane
ha
dato
il
compito
di
dare
il
via
ad
una
nuova
serie
regolare
legata
al
mondo
di
Spawn,
il
suo
personaggio
più
famoso,
protagonista
anche
di
un
film
dalla
buona
fortuna.
La
collana
si
chiama
“Spawn:
The
Dark
Ages”
ed
è
ambientata
in
una
sorta
di
medioevo
cupo
ed
angosciante,
in
cui
dominano
violenza
e
malvagità.
La
figura
dello
Spawn
medioevale,
sin
dalle
prime,
sporadiche
apparizioni
di
questa
variante,
ha
sempre
affascinato
molto
sia
gli
autori
che
i
lettori
ed
aleggiava
da
anni
sulla
creazione
di McFarlane,
rendendo
facile
la
previsione
che,
prima
o
poi,
l’idea
sarebbe
stata
sfruttata
in
qualche
maniera.
Invece
che
sfogarsi
con
“action
figures” (aka:
giocattoli),
come
era
prevedibile,
o
trovate
del
genere,
però,
sembra
proprio
che
Todd
abbia
preso
tre
sagge
decisioni:
puntare
tutto
su
un
fumetto
di
alta
qualità,
lasciare
carta
bianca
a
Holguin
&
Sharp
ed
affidarsi
alla
loro
genialità.
I
due
autori,
di
certo,
lo
hanno
ripagato
a
pieno.
The
Dark
Ages
è
una
collana
sanguigna,
passionale,
viscerale.
L’impianto
di
base
della
storia
è
esattamente
lo
stesso
della
serie
originale
di Spawn...
Un
guerriero,
che
si
è
macchiato
in
vita
di
orrendi
delitti,
muore
e,
arrivato
negli
Inferi,
fa
un
patto
col
demone Malebolgia:
tornerà
sulla
Terra
e
rinascerà
sotto
forma
di
Hellspawn,
uno
dei
soldati
degli
inferi
che
si
“allenano”
sul
nostro
pianeta
per
prepararsi
alla
guerra
finale
contro
il
Paradiso.
Se
lo
Spawn
che
siamo
stati
abituati
a
conoscere
in
realtà
è
il
colonnello
Al Simmons,
su
The
Dark
Ages
il
nuovo
(vecchio)
Hellspawn
è
Lord
Ian
Covenant,
un
grande
condottiero
inglese,
che
compie
massacri
ed
atrocità
in
nome
della
Chiesa
nel
corso
delle
Crociate
e
muore
durante
questa
assurda
campagna
bellica.
La
sua
anima,
presto
a
dirsi,
finisce
dritta
all’inferno
e
la
vicenda
inizia
quando
il
nobiluomo
inglese
si
risveglia
sulla
Terra
nella
sua
nuova,
grottesca
forma.
Inizialmente
privo
di
memoria,
riuscirà
a
recuperarla
in
breve
tempo
(come
capita
a
tutti
gli Hellspawn)
e
deciderà
di
ribellarsi
al
suo
retaggio
infernale,
per
condurre
il
suo
popolo,
che
lo
credeva
(giustamente!)
morto,
a
recuperare
la
perduta
libertà.
Lo
Spawn
di
The
Dark
Ages
è
quasi
una
specie
di
Robin
Hood
infernale,
inserito
in
un
periodo
di
grande
contraddizione
morale
e
spirituale
ed
innestato
con
svariati
elementi
mistici.
Brian
Holguin
ha
fatto
davvero
un
buon
lavoro.
Il
personaggio
è
inserito
a
pieno
nel
contesto
narrativo
e
l’ambientazione
e
le
problematiche
utilizzate
ne
esaltano
al
massimo
le
caratteristiche
principali.
Buona
la
caratterizzazione
dei
vari
personaggi
ed
interessanti
i
dialoghi,
anche
se
talvolta
il
“tono
epico”
è
troppo
pesante
e
lento.
La
sua
critica
alla
Chiesa
istituzionale,
poi,
sebbene
riferita
ad
avvenimenti
ben
precisi
(le
Crociate),
è
riportabile
con
un
facile
parallelismo
ai
giorni
nostri
e
suscita
interrogativi
interessanti
e
a
tratti
addirittura
inquietanti,
dando
ampi
spunti
di
riflessione:
complimenti
allo
scrittore
per
aver
toccato
in
maniera
convincente
un
argomento
così
scottante.
Anche
i
disegni
di
Liam
Sharp
meritano
qualche
considerazione
particolare.
Nel
corso
della
sua
carriera
Sharp
ha
modificato
totalmente
il
suo
stile:
se
lo
ricordate
come
il
“simil
Jim
Lee”
dei
tempi
di
“Death’s
Head”
sappiate
che
adesso
è
assolutamente
“su
un
altro
pianeta”.
Il
suo
tratto
si
è
fatto
maturo
e
“vertiginoso”,
andando
a
cercare
uno
stile
più
raffinato
e
“d’autore”,
nella
strada
di
sperimentazione
iniziata
già
sul
Man-Thing
scritto
dal
geniale
J.M.DeMatteis
per
la Marvel.
Questa
continua
ricerca
ha
portato
i
suoi
frutti
non
solo
a
livello
di
tratto,
ma
anche
di
“ritmo”
della
storia
e
struttura
della
tavola,
con
un
montaggio
delle
vignette
molto
personale,
oltre
ad
inusuali
“splash
page”
che,
estrapolate,
potrebbero
essere
tranquillamente
ottime
illustrazioni
per
libri
fantasy
o
di
essoterismo...
Giusto
plauso
anche
ai
coloristi
Brian
Hamberlin,
Dan
Kemp
e
Josh
Myers,
che
hanno
saputo
esaltare
al
massimo
le
tavole
di Sharp,
arricchendole
di
gustosi
“effetti
speciali”
e
dando
un
grande
contributo
all’aria
gotica
e
dark
che
si
respira
a
dovere
sulle
pagine
della
serie.
Si
tratta,
insomma,
di
un
buon
fumetto,
che
di
certo
non
ha
tradito
le
aspettative
e
piacerà,
oltre
che
agli
abituali
lettori
di
Spawn
e
di
comicbook
statunitensi,
anche
agli
appassionati
di
tutto
ciò
che
è
legato
all’horror
di
qualità,
al
fantasy
“oscuro”,
al
mistero
ed
alle
atmosfere
medioevali.
In
Italia
la
serie Spawn:
The
Dark
Ages
è
stata
pubblicata
da
Cult
Comics
nella
collana
“Spawn
Millennium”
(sottotitolata
proprio
“L’età
oscura”):
si
tratta
di
una
mini-serie
di
tre
(ogni
numero
ha
72
pp.
a
colori
per
4.900
lire)
che
ha
presentato
i
primi
nove
episodi
della
serie
made
in
USA,
tutti
quelli
disegnati
da Sharp.
(12/06/2002)
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