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Midnight Nation di Mimmo D'Avenia Parlare
di Midnight Nation è per me motivo di grande emozione e timore, un
po’ come quando presenti la tua ragazza ai tuoi genitori o a i tuoi
amici e vuoi che tutto vada per il meglio. Il motivo di questa mia ansia
è dovuto al grande piacere, che vorrei riuscire a trasmettere, che è
stato leggere questa saga in 12 capitoli scritta da uno Straczynski
sempre più capace di sorprendermi, con i suoi dialoghi e le sue trame, e
disegnata da un Frank che ha unito al suo stile pulito, una
precisione nel tratteggio che non si era vista prima nei suoi precedenti
lavori (sebbene alcuni fossero stati molto buoni, tipo il ciclo
dell’Incredibile Hulk di qualche anno fa). La storia di MN narra di un poliziotto di Los Angeles, il tenente David Gray, che durante un ‘ indagine su un omicidio viene quasi ucciso da dei misteriosi uomini, dall’aspetto molto sinistro, detti "camminatori". Al suo risveglio, in un ospedale, scopre di essere passato in uno stato in cui non può più essere visto dalle persone vive ma solo dagli esseri (umani, camminatori e chissà cosa altro) che come lui fanno parte del posto in cui si trova, una sorta di territorio – nazione - di mezzo che sta tra la vita e la morte. Ad attenderlo David trova la misteriosa quanto bella e reticente Laurel che ha il compito di di accompagnarlo fino a New York per provare a recuperare la sua anima. Da qui inizia la parte on the road della serie che ha il merito di coinvolgere molto il lettore. Infatti i due lungo il viaggio hanno modo di conoscersi profondamente, parlare del loro passato, meditare sulle sfaccettature di questa terra di mezzo e dei suoi abitanti, con le loro storie di solitudine e paura e soprattutto superare molte insidie, tra cui la più importante, la mutazione di David che col passare del tempo tende a trasformarsi e a comportarsi sempre più come un camminatore. Oltre
al viaggio (e naturalmente al finale di cui preferisco per ovvi motivi non
parlare) un’ altra cosa che mi è molto piaciuta di MN è stata senza
dubbio l’evoluzione del rapporto tra David e Laurel dapprima
timorosi nell‘aprirsi l’un l’altro: Laurel infatti non è certo qui
al suo primo viaggio verso New York ma ogni volta che è partita con
qualcuno per accompagnarlo a riprendere l’anima questi poi è sempre
divenuto un camminatore, provocando in lei grandissimo dolore. Dal canto
suo David vede in Laurel dapprima un ostico alleato, in quanto da lei non
riesce mai ad avere particolari del suo destino che la ragazza sembra
conoscere, ma poi i suoi sentimenti mutano fino a diventare l’unica
forza di reazione decisiva nei momenti di maggiore crisi. Per
quanto riguarda l’edizione italiana di M.N. va detto che il mensile che
la ospitava, ovvero l’ ormai compianto Witchblade Magazine della Cult
Comics, ha trovato proprio nella serie di Straczynski e Frank vette di
qualità mai incontrate prima. Purtroppo poche volte sono state dedicate
copertine alla serie, per non parlare dello scarno apparato redazionale
che spesso si è lasciato andare a commenti su future pubblicazioni spesso
definite ottime o interessanti (come Obergeist, The Agency o No Honor) che
di cui però non abbiamo più avuto notizie (almeno da Cult Comics),
piuttosto di correlare qualche nota relativa a MN o ai suoi autori. Ma
tant ‘è… Viva MIDNIGHT NATION e grazie a Joe e a Gary. (28/1/2003)
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