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Brendon #22: "Il respiro delle tenebre" di Daniele D’Aquino Sono davvero poche le cose che si salvano in questo albo, forse solo i disegni di Esteban Maroto, che non ci regala comunque la sua prova migliore. Per
il
resto
si
tratta
di
una
carrellata
di
idee
non
originali
e
personaggi
stereotipati,
il
tutto
condito
con
una
sceneggiatura
scipita
e
con
situazioni
e
dialoghi
che
a
volte
rasentano
la
soglia
del
ridicolo. Come
tutti
gli
altri
numeri
di
Brendon
che
ho
letto,
anche
questo
#22
quindi
non
mi
ha
certo
entusiasmato
e
sembra
proprio
che
la
serie
non
riesca
a
decollare,
per
colpa
sì
di
storie
banali,
ma
più
in
generale
per
colpa
di
una
caratterizzazione
piuttosto
debole
del
protagonista
e
del
suo
mondo. Inoltre
mi
pare
ormai
palese
che
Chiaverotti
abbia
indirizzato
la
serie
ad
un
pubblico
molto
giovane,
quasi
adolescenziale,
e
gli
ammiccamenti
in
tal
senso
sono
evidenti
nelle
scelte
narrative
e
nelle
trame. A questo punto spero solo che le sceneggiature dylandoghiane firmate Chiaverotti in uscita nel 2002 siano migliori di queste... (18/02/2002)
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