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Vent'anni di mysteri di Daniele D’Aquino
Martin
Mystère
compie
vent’anni
e
li
festeggia
con
un
albo
molto
particolare:
oltre
alle
94
pagine
di
fumetti,
nel
numero
241
troverete
infatti
96
pagine
(senza
variazione
di
prezzo)
contenenti
un
dettagliato
indice
analitico
che
raccoglie
fatti,
personaggi,
luoghi,
oggetti
con
cui
il
detective
dell’impossibile
ha
avuto
a
che
fare
in
questi
due
decenni
ed
in
più,
in
appendice,
un
elenco
di
tutte
le
pubblicazioni
mysteriose,
dalla
serie
regolare
ai
romanzi,
dai
racconti
brevi
agli
spin-off. Un
lavoro
davvero
titanico
e
certosino
da
parte
della
redazione. La
storia,
firmata
dai
“papà”
Castelli
e
Alessandrini,
è
un
pretesto
per
ripercorrere
quattro
lustri
di
avventure
e
per
svelarci
un
evento
importantissimo
taciuto
per
quasi
sette
anni:
il
matrimonio
tra
Martin
e
Diana! Infatti
nel
n.
165
le
nozze
tra
i
due
furono
“nascoste”
all’interno
di
una
didascalia
nella
definizione
“faccenda
estremamente
personale”
e
solo
ora
scopriamo
il
vero
significato
di
quella
criptica
frase. A
questa
rivelazione
si
arriva
lentamente,
attraverso
flashback
e amarcord,
motivati
dalla
ricerca
nel
passato
di
un
avvenimento
che
possa
spiegare
l’improvviso
trauma
psichico
che
ha
colpito
Java.
E
nel
finale
ecco
lo
scioccante
annuncio,
dato
durante
una
festa
organizzata
per
l’occasione,
a
cui
partecipano
quasi
tutti
i
personaggi
storici
della
serie,
Orloff,
Kut
Humi,
Dee
e
Kelly,
Angie,
il
longevo
zio
Paul,
Travis,
Tower,
Brody,
più
un
cameo
di
Castelli
e
Alessandrini,
autore
quest’ultimo
di
disegni
piacevoli
e
leggibili. A
rendere
ancora
più
speciale
la
storia,
come
se
la
sorpresa
per
la
notizia
degli
sponsali
non
bastasse,
ci
sono
due
graditi
ritorni:
quello
dell’arma
a
raggi,
riattivata
da
Kut
Humi
e
quello
della
mitica
Ferrari
Mundial,
lascito
testamentario
del
professor
Aldridge. Il
BVZA
deve
essersi
divertito
parecchio
a
scrivere
questo
episodio,
che
può
considerarsi
un
compendio
dell’intera
vita
editoriale
di
MM
e
un
punto
di
partenza
per
un
rilancio
del
personaggio,
a
dire
il
vero
un
po’
appannato
dall’età. In
questi
vent’anni
ci
sono
state
molte
cadute
di
tono
(ricordate
il
ciclo
dei
mysteri
italiani?),
storie
troppo
didascaliche
e
verbose,
un
alternarsi
di
sceneggiatori
spesso
non
in
grado
di
colmare
il
vuoto
lasciato
da
Castelli,
che
ultimamente
ha
trascurato
un
po’
la
sua
creatura. La
sensazione
di
inerzia
creativa
e
di
un
riciclarsi
di
trame
e
situazioni
non
fanno
certo
crescere
l’interesse
del
lettore
ed
il
calo
di
vendite
registrato
con
il
passare
del
tempo
ne
è
un
evidente
sintomo.
Noi
ci
uniamo
al
brindisi
in
copertina
tra
Martin,
Java
e
Diana,
sperando
che
questo
periodo
di
stanchezza
passi
al
più
presto
e
augurando
al
BVZM
altri
vent’anni
di
avventure mysteriose.
(11/05/2002)
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