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Dylan Dog #189: "Il prezzo della morte" di Daniele D’Aquino
Paola Barbato, oltre ad essere l’unica donna dello staff dylandoghiano, è soprattutto l’unica sceneggiatrice che riesce a colmare il vuoto lasciato da papà Sclavi. Le sue storie sono sempre particolari, sofisticate, mai schematiche, ricche di idee, situazioni e intrecci. Lo è anche la storia di questo mese, uno dei numeri dell’indagatore dell’incubo più belli degli ultimi tempi. Attorno ad una trama geniale, la Barbato costruisce una sceneggiatura che, nonostante qualche forzatura e incongruenza, non può lasciare indifferenti. Tutto sembra finire dopo una cinquantina di tavole, con la cattura del solito serial killer. Fin qui niente di nuovo, di albi simili ne abbiamo visti tanti. Ma nelle quaranta pagine rimanenti allora cosa c’è? Lentamente
assistiamo
all’emergere
della
verità,
straniante,
incredibile.
Dylan
diventa
l’ingranaggio
di
un
meccanismo
ineluttabile,
l’involontaria
pedina
di
un
perverso
gioco
che
ha
per
protagonisti
dei
moderni
Mattia
Pascal. E
alla
fine
tutti
hanno
ottenuto
ciò
che
volevano,
tranne Dylan,
che
assiste
impotente
all’orrore
che
lo
circonda. I
disegni
di
Freghieri
contribuiscono
a
mantenere
altissima
la
qualità
di
questo
episodio.
Il
suo
stile
è
sempre
più
essenziale,
con
un’inchiostrazione
quasi
approssimativa,
fatta
di
rapidi
tratteggi.
All’abilità
di
rappresentare
stupendi
effetti
di
luce
(non
a
caso
è
anche
un
appassionato
di
fotografia),
Freghieri
unisce
la
bravura
nel
catturare
ogni
espressione
e
il
risultato
finale
sono
delle
tavole
che
sanno
raccontare
con
grande
forza
evocativa. In
poche
parole:
un
albo
davvero
riuscito,
un
piccolo
capolavoro. (5/06/2002)
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