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50 numeri per Julia
La
storia è fluida, sorretta dalla solida sceneggiatura di Berardi
e Mantero, che ha il suo punto di forza soprattutto nella
realistica caratterizzazione dei personaggi. Non troviamo psicologie piatte e stereotipate, ma ogni figura ci appare vera, piena di sfaccettature e contraddizioni: il chirurgo spietato ma padre premuroso, il marito invalido, manesco, distrutto dal dolore, l’impiegata dell’agenzia, complice ignara ed egoisticamente spaventata. Anche la donna assassinata, attraverso le testimonianze fornite dagli interrogati, diventa un personaggio “attivo”, e ci facciamo un’idea della sua personalità e della disperazione che l’ha spinta a contattare quella clinica. Molto
convincenti i disegni di Thomas Campi, dal tratto morbido,
piacevole e funzionale alla storia. Campi dimostra grande padronanza
delle fisionomie di Julia, Leo e Webb, ma la sua abilità nel
rappresentare espressioni e stati d’animo si estende anche agli altri
personaggi. A
valorizzare ulteriormente la sua prova, ci sono le tre tavole iniziali,
davvero belle, realizzate a mezzatinta. (27/11/2002)
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