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Magico Vento #66, "Il pozzo degli antichi" Che si trattasse di una storia particolare lo si intuiva già dalla copertina e dall’insolito colore nero di gran parte delle pagine. Leggendo
poi l’albo se ne ha la certezza. Manfredi,
dopo il positivo esordio di Tito Faraci del mese scorso, torna
alle redini della testata riprendendo il filone degli Antichi,
quei sacerdoti tiranni dotati di straordinari poteri, a capo di un
popolo scomparso da secoli, atavico nemico dei Sioux. Li
avevamo lasciati un anno fa, quando resero schiavo nelle Grotte del
Vento l’ultima creatura ancora in vita creata da Aiwass e
inseguita da Ned. Li ritroviamo ora, scoprendo qualcosa di più sui loro
riti e conflitti intestini, tramite l’espediente della visione, che
porterà Magico Vento a rivivere in prima persona eventi lontani nel
tempo. La
storia risulta appassionante e ben costruita, grazie ad una
sceneggiatura praticamente impeccabile. Manfredi gestisce con sostenuto
ritmo narrativo i vari stacchi tra i due piani temporali su cui si
svolge l’azione, correlando e intrecciando strettamente le due trame e facendole poi convergere nel finale. Non
è un caso che le matite di questo numero siano state affidate a Goran
Parlov: non sarà il miglior disegnatore della serie, ma il suo
tratto è comunque efficacissimo e particolarmente adatto
all’ambientazione dell’albo. Davvero
realistica la recitazione dei personaggi, di cui riesce a trasmetterci
ogni sfumatura dello spettro emotivo e di grande atmosfera i
chiaroscuri, netti, con cui riproduce abilmente il gioco di luci e
ombre. Parlov
si conferma inoltre un bravissimo interprete della bellezza femminile,
regalandoci degli stupendi primi piani di Sette Frecce. Tra
lei e Rifiuta-di-Smettere è una battaglia a colpi di fascino! In
conclusione, abbiamo tra le mani un numero eccellente sotto tutti gli
aspetti e, per la gioia di noi lettori, possiamo solo augurarci che le
strade di Ned e degli Antichi tornino presto a incrociarsi. (29/11/2002)
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