Dylan Dog #195: "Uno strano cliente"

di Daniele D'Aquino 

 

Dylan Dog (c) Sergio Bonelli EditoreSembra che ultimamente gli sceneggiatori dell'indagatore dell'incubo siano diventati più cinefili del solito: prima Ruju nell'undicesimo albo gigante scaraventa Dylan all'interno di un film dell'orrore, poi Chiaverotti si ispira (ehm, ma sì, è stata solo una vaga citazione…) a "The Blair Witch Project" per il suo "La strega di Brentford" e ora De Nardo usa lo stesso espediente alla base de "Il sesto senso".
Mentre nel film con Bruce Willis era un bambino a vedere la gente morta, stavolta tocca a Dylan possedere (solo per questo numero, of course) una simile facoltà.
Il perché di un tale esclusivo dono non ci viene però spiegato. E' merito del quinto senso e mezzo? A forza di avere a che fare con eventi soprannaturali i fantasmi si fidano di lui? Chissà…
Il difetto principale della storia è quello di puntare troppo sul colpo di scena finale (dejà vu), senza il quale sarebbe soltanto una movimentata puntata di "Chi l'ha visto?"
Nonostante questo e nonostante le forzature della sceneggiatura, l'albo si fa leggere abbastanza fluidamente. L'impulso che spinge il lettore ad andare avanti, più che l'interesse della trama, è però la curiosità. A mano a mano che si procede nella storia, si fa infatti più insistente una domanda: quando arrivano gli elementi fantastici-onirici-metafisici-occulti-paranormali? D'altronde stiamo leggendo Dylan Dog e non Julia, prima o poi qualcosa di inspiegabile e irrazionale dovrà capitare…
E voilà, a pagina 94, ecco la sorprendente rivelazione che sorregge l'intera vicenda.
A) Basiti?
B) Delusi?
C) Avevate capito già tutto prima?
Se avete risposto A, allora il giudizio sull'albo non sarà poi così negativo. Altrimenti vi pentirete dei 2.20 euro sborsati.
I disegni non migliorano molto le cose. Confesso di non aver mai apprezzato molto lo stile di Cossu. La sua interpretazione di Dylan, anche in questo albo, è incerta e deludente: in una vignetta lo vediamo in versione armadio a quattro ante, in un'altra è ingobbito, in un'altra è effeminato.
A penalizzare ulteriormente la prova di Cossu, ci sono alcune magagne tecniche ed anatomiche che rendono l'albo ancora meno appetibile.

(10/12/2002)

 

   

 

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