|
|
|||||
Le generazioni di Martin Mystère di Daniele D'Aquino
Fra
le testate bonelliane Martin
Mystère
è sicuramente quella che ha prodotto il maggior numero di spin-off,
cross-over e pubblicazioni speciali: ricordo Zona X, Storie da Altrove, i
team-up con Dylan Dog, Mister No e Nathan Never, Il mystero delle nuvole
parlanti… A
questa pletora di albi va ad aggiungersi “Generazioni”
(brossurato, 244 pp. in b/n, € 4.80), che chiude alla grande i
festeggiamenti per il ventennale
del BVZM. La
storia, scritta da un ispirato Carlo
Recagno,
riunisce ben tre detective dell’impossibile: il Docteur
Mystère
(l’avventuriero ottocentesco a cui Martin deve il suo cognome), il MM
del 21° secolo che noi tutti conosciamo e il Martin robotico
del 22° secolo, coevo di Nathan Never. Per
la verità ci sarebbe da aggiungere anche un quarto personaggio, ovvero il
Mystère del 26° secolo (!), che fa la sua apparizione nelle tavole
finali. L’idea
di base grazie alla quale Recagno riesce a collegare narrativamente epoche
così diverse è una anomalia nel continuum spazio-temporale che assume la
forma di un ebdecaedro
(solido a diciassette facce). Chiunque ne venisse in possesso potrebbe
manipolare il tempo con il semplice pensiero e provocare sconvolgimenti
inimmaginabili. Si
scatena così una rocambolesca caccia al tesoro lungo i vari secoli, in
cui è coinvolta anche una guest star come Charles Dickens. L’albo
è piacevole, pieno zeppo di citazioni mysteriose e sorretto da una
sceneggiatura brillante. Recagno gestisce al meglio i numerosi intrecci
tra passato, presente e futuro, liquidando l’annoso problema dei paradossi
temporali
tipico di simili avventure con una battuta di uno dei personaggi:
“…quando si tratta di paradossi temporali la cosa migliore da fare è
pensarci il meno possibile, se ci si vuole evitare un gran mal di
testa!” Ai
pennelli troviamo quattro disegnatori, uno per ogni secolo in cui si
svolge l’azione: Alessandrini
(XXI), Esposito Bros.
(XXII), Filippucci
(XIX), Vercelli
(XXVI). Quattro
stili diversi, quattro colonne della serie che assicurano una prova nel
complesso molto convincente. Non poteva esserci davvero migliore
iniziativa per concludere le celebrazioni dell’anniversario. Probabilmente una delle migliori storie del BVZM.
(29/4/2003)
|
||||||