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Anemico Dampyr di Daniele D'Aquino
Cosa è successo al nostro Harlan Draka? Da qualche mese la qualità degli albi è nettamente inferiore a quella cui eravamo abituati; le ultime due storie poi, sono davvero bruttine. Mi
riferisco a “Il fiume dell’orrore” (#37) e “La signora
della villa bianca” (#38), entrambe scritte da un irriconoscibile Mauro
Boselli. La prima è un calderone trash di “Un tranquillo week-end di paura”, personaggi e situazioni convenzionali, fantascienza di serie B. I disegni di Marco Torricelli non migliorano le cose: troppo discontinui e inoltre la caratterizzazione di Harlan lascia spesso a desiderare. Il
fondo però viene toccato nell’albo successivo, sconclusionato,
frettoloso, mal sceneggiato. Mi duole dirlo, ma delude anche la prova di Alessandro
Baggi, ben al di sotto delle sue precedenti esperienze dampyriane. I
personaggi sono statici, a volte anatomicamente sproporzionati. Si salva
qualche primo piano “ritrattistico” e le vignette più oniriche, che
meglio si adattano al suo stile visionario. Qualche pecca invece
nell’inchiostrazione, suggestiva per quanto riguarda le scenografie
naturali, ma legnosa quando applicata alla figura umana. Senza
infamia e senza lode le due copertine di Enea Riboldi, però il suo
Harlan ancora non convince del tutto. Forse
gli autori di Dampyr, dopo tutte le critiche lusinghiere, si sono un po’
adagiati sugli allori? Sveglia ragazzi! Speriamo che questa serie negativa si interrompa al più presto, magari proprio con il prossimo numero, sceneggiato dal poliedrico Diego Cajelli per i disegni del “leddiano” Fabio Bartolini. Un doppio esordio che promette bene. (22/5/2003)
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