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Magico vento #84: "Pugno d'acciaio" di Daniele D'Aquino “Tex,
Dylan Dog, Nathan Never, Julia, Dampyr, Zagor, Brendon, Magico Vento, Gea,
Martin Mystère, Nick Raider, Mister No, Napoleone, Legs Weaver, Jonathan
Steele.” Questa la classifica delle serie più vendute rivelata da Decio
Canzio (direttore generale della Bonelli) in una recente intervista a
Fumo di China. Mi
stupisce (e dispiace) vedere una collana come Magico Vento così nelle
retrovie, stupore (e dispiacere) che aumenta considerando la graduatoria
alla luce dei futuri sconvolgimenti editoriali: Nick Raider, Mister No e
Legs Weaver chiudono, Jonathan
Steele passa alla Star Comics e quindi Magico Vento si posizionerebbe
all’ottava posizione (su 11). Personalmente
la ritengo la migliore serie bonelliana: numero dopo numero Gianfranco
Manfredi ci sta regalando un meraviglioso affresco del West, unendo
realtà storica e fantasia nel ripercorrerne tutte le tappe principali.
Inoltre, conscio del fatto che il western non è un genere ma un
ambientazione, Manfredi ne approfitta per collocarvi storie che spaziano
dal giallo all’horror, passando per il fantastico. Ma insomma, come può
stare in quella posizione una serie così matura e ben realizzata, una
serie in cui anche numeri staccati dalla continuity e apparentemente
“minori”, come questo di maggio, non si riducono affatto a dei
riempitivi? La
vicenda ruota attorno ad un tema ormai entrato nell’immaginario comune:
le scazzottate, non tanto quelle onomatopeiche da saloon alla Bud Spencer
e Terence Hill, ma piuttosto quelle di strada che hanno dato origine alla
boxe. Tanti
i personaggi che affollano la storia e Manfredi riesce a dirigerli e
caratterizzarli tutti con la solita abilità, costruendo attorno ad essi
un piacevole intreccio. Anche character secondari, come Belly o
l’allibratore Lydon, assumono una loro precisa dimensione. Merita
una segnalazione il tono ironico che spesso accompagna la narrazione,
accresciuto dalle gustose scenette di cui è partecipe Poe (le risse in
chiesa e fuori dalla scuola, le lusinghe di Peggy Sue nel fienile…) e
alcuni fraintendimenti degni di una commedia degli equivoci. Ai
pennelli troviamo Mario Milano,
alla quarta prova su Magico Vento. I suoi disegni, seppur privi di uno
stile incisivo e personale come quello di un Frisenda o un Parlov, sanno
comunque raccontare con efficacia. La recitazione dei personaggi è sempre
convincente, così come l’interpretazione di Ned e Poe. Magari i
numerosi combattimenti potevano essere resi con un maggior dinamismo, ma
ciò non va a scalfire il giudizio complessivamente positivo sulle sue
tavole. Impossibile
infine non dedicare qualche riga al talento di Corrado Mastantuono, che da qualche mese ci sta deliziando con le
sue splendide copertine; tratto vigoroso, uso magistrale del colore e il
risultato sono cover di grande forza visiva che svolgono perfettamente il
loro compito: attirare l’occhio del lettore nel marasma delle edicole. Magico
Vento #84: “Pugno d’acciaio” Brossurato, 98 pp. in b & n, € 2,30, Sergio Bonelli Editore
(24/6/2004)
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