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Magico Vento # 100: i colori del West di Giampaolo Giampaoli
Cento candeline sulla torta di compleanno di Magico Vento. L'eroe del west, creato dalla vulcanica mente di Gianfranco Manfredi, festeggia in edicola il suo importante anniversario con il primo numero a due zeri in versione "tutto a colori", come vuole la buona tradizione della Sergio Bonelli Editore. "Il crepuscolo degli eroi" è il titolo di questo albo, che segna non solo un traguardo numerico per Magico Vento e il suo amico giornalista dalle fattezze alla Edgar Allan Poe, ma anche il chiudersi di un ciclo che ha appassionato tanti fedeli lettori: il ciclo delle Black Hills, riferito a fatti storicamente avvenuti. Ma andiamo per gradi. Innanzi tutto c'è da sottolineare l'insolita permanenza dell'albo in questione nelle edicole. Infatti, datato ottobre 2005, "Il crepuscolo degli eroi" è in realtà uscito a fine settembre. Cosa significa? Semplice, d'ora in poi la cadenza di Magico Vento non sarà più mensile, ma bimestrale, però dal numero di novembre si passerà da 98 a 132 pagine (l'albo si intitolerà "Bandiera bianca"). Variazioni in merito alle tirature, purtroppo, dimostrano che fare fumetti al giorno d'oggi sta diventando sempre più difficile. Passiamo alla storia narrata ne "Il crepuscolo degli eroi". I grandi protagonisti della saga manfrediana, ossia i nativi americani, sono giunti al loro tragico epilogo: dopo il successo nello scontro di Little Big Horn (battaglia storicamente accaduta, che fu seguita dal declino delle popolazioni pellerossa), Cavallo Pazzo e Toro Seduto cadano vittime dei traditori, che si celano tra i guerrieri delle tribù indiane. Il traditore per eccellenza viene smascherato proprio da Magico Vento. L'enigmatico personaggio non riesce ad uccidere il nostro eroe, ma lo ferisce gravemente prima di morire. Lasciamo al lettore il piacere di scoprire il nome del meschino pellerossa. Parallelamente all'inizio del lento declino indiano, il sentimentale e coraggioso Poe assiste alla morte di Wild Bill, classico avventuriero del West in cerca di una stella da sceriffo, da quando ha appreso di avere una malattia agli occhi. Il personaggio rappresenta la fine di un'era, un periodo storico che mai sarà emulato, di cui i protagonisti non sono solo gli indiani e il generale Custer che muore in battaglia con i suoi soldati, ma anche i tanti pistoleri e avventurieri protagonisti della conquista del selvaggio west. Tutti impareggiabili eroi, uomini forti e privi di ogni esitazione, ma l'onesto Poe richiama il lettore alla realtà: il vero eroe è solo il nativo americano. Anche se il giornalista resta colpito dalla morte di Wild Bill, il suo cuore sincero lo spinge a parteggiare per le uniche vere vittime, gli indiani e in particolare il suo amico Magico Vento. Meritano
una nota a favore il disegno e la colorazione, il primo affidato a Goran
Parlov e i la seconda a Tomislav Tikulin. Il tratto è pulito,
tale da mettere in risalto le forme umane sulla sfondo e le
caratteristiche somatiche dei personaggi. Il colore della natura americana
è vivo, quasi palpitante e quindi capace di trasmettere la tensione di
cui sono intrise le vicende narrate. Insomma, a grandi linee si tratta di
un lavoro grafico di discreto risultato, anche se non raggiunge i livelli
toccati da altri numeri a doppio zero del passato. Basti pensare agli albi
"tutto a colori" di Galeppini per Tex e di Ferri per Zagor.
(23/10/2005)
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