Il successo di Magico Vento

di Daniele D’Aquino

 

(c) Sergio Bonelli EditoreDa molti è considerata la migliore serie in casa Bonelli (concordo) e comunque non c’è dubbio che il livello delle storie sia migliorato numero dopo numero fino a raggiungere vette narrative raramente toccate dagli altri bonelliani.

Gran parte del merito va ascritto al creatore e sceneggiatore di Magico Vento, quel Gianfranco Manfredi autore eclettico e prolifico che passa con disinvoltura dal romanzo al fumetto, dal cinema alla canzone. Manfredi ha saputo dare nuova linfa al western, contaminandolo con elementi orrorifici e fantastici, senza rinunciare tuttavia ai capisaldi del genere.

Ammetto di non aver mai amato i western, eppure le ambientazioni di MV riescono sempre ad affascinarmi: da un lato c’è un grosso lavoro di documentazione e ricostruzione storica, dall’altro la rielaborazione in chiave immaginaria delle tradizioni indiane e della vita di Frontiera. Il risultato è uno sfondo ideale per le avventure di Ned Ellis.

Va fatto un plauso a Manfredi per la caratterizzazione dei vari personaggi, anche quelli secondari risultano molto realistici e quasi mai si riducono a semplici macchiette.

Davvero particolare il protagonista, ex soldato, accolto dai Sioux e diventato uno sciamano con il dono della visione; l’espediente dell’amnesia e del passato che lentamente riaffiora rappresenta una scelta azzeccata che aggiunge mistero e interesse, nonché molti spunti narrativi.

Secondo alcuni il successo di una collana di fumetti è decretato anche dai comprimari e la figura di Willy Richards sembra confermare questa opinione. L’ironico giornalista che assomiglia ad Edgar Allan Poe è essenziale per la serie ed è in pratica un vero e proprio co-protagonista.

La continuity inoltre rende le storie ancora più avvincenti; Manfredi sta gestendo molto bene questo filo logico che lega i vari albi (soprattutto il rapporto tra Ned e il suo arcinemico Howard Hogan), ma senza esasperarlo e ingarbugliarlo come spesso accade nei Comics Marvel.

(c) Sergio Bonelli EditoreDopo i primi numeri in cui la necessità di presentare i personaggi e il loro mondo comprometteva un po’ la qualità delle storie (comunque sempre godibili), lo scrittore marchigiano ha aggiustato il tiro, sfornando albi sempre più belli.

Le sue sceneggiature sono brillanti e ben strutturate, quasi sempre le sequenze iniziano nella prima vignetta e si concludono nell’ultima, evitando fastidiosi stacchi di scena all’interno della pagina. E poi, cosa più importante, Manfredi sa raccontare e ha il ritmo dell’avventura, capacità sicuramente non comuni.

Se il successo di MV è dovuto in gran parte al suo creatore, non si deve però trascurare l’importanza dei disegni. Lo staff è uno tra i più validi della Bonelli con artisti del calibro di Milazzo, Ortiz, Frisenda, Mastantuono, Sicomoro: stili diversi accomunati da una stupenda interpretazione delle atmosfere della serie.

E già che siamo in tema di elogi, non posso fare a meno di complimentarmi con il curatore delle rubriche, ovvero lo stesso Manfredi, che smessi i panni dello sceneggiatore, risponde in seconda di copertina alle domande dei lettori e due pagine dopo nel Blizzard Gazette approfondisce alcuni temi affrontati nelle storie. Rubriche intelligenti, gradevoli e interessanti.

Ma, vi chiederete, questo Magico Vento non ha proprio alcun difetto? Beh, a voler cercare il pelo nell’uovo una piccola pecca ci sarebbe: le coste degli albi! Sono tutte di colore diverso e rendono la libreria un po’ troppo variopinta...

Mitakuye Oyasin

(18/02/2002)

 

   

 

www.amazingcomics.it