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Il fumetto è morto. Viva il fumetto!
di Daniele D'Aquino
La crisi del fumetto non è certo una novità e i dati di vendita sono lì a testimoniarlo. Anche le grandi case editrici hanno dovuto far fronte a una crescente diminuzione dei lettori, chiudendo testate o ridimensionando le strategie di mercato. Lascio
a massmediologi, sociologi ed esperti di marketing il compito di trovare
i motivi di questa crisi (ma non mi sembra un’eresia dire che la colpa
principale è imputabile a un basso rapporto qualità/quantità delle
proposte editoriali), fatto sta che sempre più spesso da molte parti si
levano epicedi, a volte venati da un po’ di vittimismo, in onore della
defunta letteratura disegnata. A
questo aggiungete la non-cultura fumettistica che c’è in Italia. La
situazione non è delle più rosee vero? Eppure
pochi giorni fa è partita un’iniziativa che sembra indicare tutto
l’opposto. Sto
parlando de “I classici del fumetto di Repubblica”, un
viaggio a 360° nel mondo delle nuvole parlanti, una collana di trenta
volumi che spaziano dal fumetto d’autore a quello popolare, dai manga
alle BD, passando per i supereroi e le historietas. Il
successo delle prime due uscite è stato clamoroso. I
maligni potranno obiettare che il primo numero (Corto Maltese)
era in omaggio e che il secondo era incentrato su Tex, icona del
fumetto italiano, ma comunque tirature così alte da far impallidire
quelle dell’editoria francese non possono lasciare indifferenti. Più
delle copie vendute deve però confortare l’interesse e il fermento
che questa iniziativa ha suscitato nell’opinione pubblica. Qualcosa
si è mosso. C’è
stato un martellante battage televisivo, ci sono stati articoli sui
quotidiani, si è tornati a parlare di fumetto non solo nelle riviste
specializzate o nei piccoli riquadri di alcuni magazine. Il
fumetto è tutt’altro che morto. Forse è un po’ stanco, sente gli
acciacchi dei suoi cento e passa anni. Mi piace immaginarlo come un vegliardo
che tra alti e bassi si trascina lungo le varie generazioni, sorridendo
delle querelle che periodicamente lo coinvolgono e commovendosi (una
lacrimuccia d’inchiostro scende sulla guancia incartapecorita) per le
continue dimostrazioni d’amore che gli rendono i lettori. W il fumetto! (17/3/2003)
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