Road's End

di Stefano Perullo

 

(c) Bazzani / Dell'Edera / Innocent Victim / Magic PressCi sono mestieri in cui per emergere non è sufficiente essere ordinati e diligenti. Per svolgere alcune professioni bisogna avere nervi ben saldi, una buona dose di malizia, un bel po' cinismo e tanta, tantissima fortuna. Prendete ad esempio il lavoro del Killer. Secondo voi, quanto tempo riuscirebbe a sopravvivere, un buon professionista, in un ambiente spietato e competitivo come quello del sottobosco malavitoso, senza un'abbondante dose di questo cocktail di requisiti? Probabilmente poco, molto poco. Proprio su questo interrogativo si sta arrovellando Stuart Madison, uno stimato e richiesto professionista che, perse queste caratteristiche, si accontenterebbe di abbandonare, seppur mestamente, il suo lavoro. Stuart è ben consapevole di non aver più la freddezza di un tempo. I suoi nervi stanno lentamente, ma inesorabilmente, cedendo. Da tempo non riesce a dormire senza dover fare i conti con gli incubi opprimenti che popolano il suo sonno. Nella sua vita c'è una solo persona che riesce a tirar fuori da lui il suo lato migliore: Barbara. Quando sta con lei Stuart riesce finalmente a rilassarsi dimenticando il suo passato e non temendo per il suo fallimento. Con lei riesce a credere in una nuova vita. Una vita in cui egli possa accantonare gli incubi che lo tormentano, gli orrori di cui si è reso protagonista e la Città che ne è stata testimone. In questo momento Stuart desidera solo fuggire dalla Città. Scrollarsi di dosso la metropoli che lui odia e che gli ricorda il male che ha fatto, le sofferenze che ha provocato e, soprattutto, la sua incapacità a continuare la "professione". Purtroppo uno che lavora nel suo campo non può dare segni di cedimento, non può fuggire senza compromettere la sua stessa sopravvivenza. Tutte le sue ambizioni, quindi, sarebbero destinate a rimanere tali se non gli si presentasse, quasi inaspettatamente, l'occasione di cui aveva bisogno. Tony Lanzano, boss della mala cittadina, ha un incarico decisamente sporco da far eseguire a Stuart. Un ultimo agghiacciante lavoro, eseguito il quale egli ripagherà il padrino di un vecchio debito e potrà abbandonare la odiata Città. Ma cosa accadrà quando Stuart dovrà fare i conti con una coscienza che gli rimorde? Cosa succederà quando Stuart si renderà conto di non aver più la forza per premere il grilletto e far fuori la giovane Ashley, una innocente ragazzina? E se questa ragazzina, tanto per complicare ulteriormente la situazione, dimostrasse di avere qualche strano potere sovrannaturale, quale scelta resterebbe a Stuart? L'unica possibilità sarebbe quella di abbandonare la giungla di cemento in cui vive in compagnia della sua vittima predestinata, ma cosa accadrà se la Città gli impedisse di essere lasciata? E perché Ashley è consapevole che la sua unica speranza di salvezza è che il killer che era stato inviato ad ucciderla la conduca a "Road's End"?

Tavola tratta da www.rorschachonline.itUn discreto numero di interrogativi cui la giovane coppia di autori, formata dai quasi esordienti Giuseppe Bazzani e Werther Dell'Edera, promette di dare risposta nel corso di "Road's End", una splendida, almeno se verranno mantenute le premesse di questo primo numero, miniserie in tre volumi che inaugura la ambiziosa collana Atmosfere, graditissimo frutto della rinnovata collaborazione tra Innocent Victim e Magic Press. Una collana con la quale i due editori si propongono di dare spazio ai nuovi talenti della nostra editoria, talenti che, a causa di un mercato troppo spesso disposto a puntare su autori noti e professionalmente consolidati, rischierebbero di non riuscire ad ottenere la pubblicazione delle loro opere. Dopo la lettura di questo primo volume verrebbe da esclamare che, se il buongiorno si vede dal mattino c'è davvero da ben sperare dal futuro di questa collana che promette di presentare degli ottimi autori e delle gran belle storie. Proprio una gran bella storia, infatti, è questa Road's End. Una vicenda che, fondando i suoi presupposti sul più classico topoi del Noir, non manca di sorprendere anche il lettore più smaliziato, soggiogandolo con un piacevole e continuo cambio di ritmo narrativo e, di conseguenza, incatenandolo al volume di cui resta vittima impotente almeno finchè non è terminata la prima lettura. Road's End si trasforma ben presto in un viaggio in territori poco rassicuranti che, grazie al ritmo narrativo imposto dalla giovane coppia di autori, abbandona ben presto i sentieri più noti del genere per condurci in un incubo urbano fatto di carne e di cemento. Road's end, infatti, non è il solito thriller citazionista nato sulla falsariga dei successi cinematografici delle pellicole di Quentin Tarantino e dei suoi derivati, non è semplicemente la solita storia che narra le gesta di malavitosi dal passato maledetto ed alla disperata ricerca di una possibilità di riscatto. Road's End è anche questo, ma è soprattutto una storia sovrannaturale, permeata di un orrore inspiegabile e paralizzante, in cui un uomo in cerca di redenzione deve fare i conti con un potenziale nuovo messia e con una città che prende vita e perseguita i suoi abitanti. Una storia che, dunque, pur non essendo originalissima, e probabilmente pur non pretendendo di esserlo, appare non scontata e carica di pathos e che nei prossimi due volumi promette il susseguirsi di notevoli colpi di scena. Soprattutto, però, Road's End è una storia molto ben narrata da Giuseppe Bazzani, la cui prosa secca, asciutta ed essenziale è ottimamente supportata da una sceneggiatura lineare ma ben ritmata, una sceneggiatura che non presenta alcuna sbavatura e nessun cedimento nel ritmo narrativo e con la quale l'autore si diverte a mantenere sempre altro il tasso adrenalinico grazie al sapiente uso di una narrazione "incrociata", capace di tenere sempre elevata l'attenzione e la curiosità del lettore. Ovviamente una nota di merito spetta anche alle matite nervose e graffianti di Werther Dell'Edera, eccezionalmente impreziosite da un mirabile uso di sbiadite mezzetinte azzurre, che supportano alla perfezione il tono della narrazione contribuendo a caricarla di oscuri presagi e di promesse che, per l'appunto, non promettono nulla di buono. Road's End rappresenta uno splendido esempio di come, anche in un panorama limitato il come quello nostrano, si possa tentare di proporre qualcosa di nuovo e differente. Un volume che rappresenta un segnale più che incoraggiante che fa davvero ben sperare per il futuro e che, in parte, ci fa rammaricare per il fatto che sia un prodotto rivolto solo al mercato delle librerie specializzate (con conseguente inasprimento del prezzo di copertina) e non fruibile da un pubblico più vasto.

 

Questo articolo è stato originariamente presentato sul Blog ufficiale di Stefano Perullo (boscodellevolpi.splinder.it) e nell'ultimo numero in versione pdf di www.comicus.it

(2/10/2003)

 

   

 

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