|
|
|||||
Zezelj + Nike = SPQR di Matteo Losso
Le grandi multinazionali dividono il proprio impegno promozionale su due tipi di campagne. Una è “globale” e tende a raggiungere possibili acquirenti in giro per il mondo attraverso una strategia unica. L’altra è “locale” è mira ad interessare “ristrette” cerchie di compratori. “SPQR”, il recente progetto della Nike, fa sicuramente parte di questa seconda categoria. Lanciata solo sul territorio italiano ed in particolare nel Lazio, questa aggressiva campagna pubblicitaria è legata all’organizzazione a Roma di un torneo di calcio a 5 ed è stata supportata dagli abituali mezzi di comunicazione: paginoni su periodici e quotidiani, spot radiofonici, televisivi e cartellonistica. Diversamente da qualsiasi altra proposta pubblicitaria ed in barba a qualsiasi “WASS UP!”, questa volta a pensare graficamente il “prodotto pubblicità” è stato chiamato un artista del fumetto, il bravissimo Danijel Zezelj. Grazie al lavoro del talento croato quello che poteva essere il solito spot televisivo si è trasformato in un affresco animato gotico e dark ed ha preso fisicamente forma anche in una splendido fumetto. Non siete riusciti a trovarlo? Non preoccupatevi! Questa miniserie di tre album, infatti, è stata presentata in allegato al quotidiano “La Repubblica”, ma ora è anche possibile ordinarla gratuitamente collegandosi al sito www.nikefootball.com/spqr. Le premesse della storia sono apocalittiche. Nel 3001 Roma è una città divisa, fisicamente e non solo: un terremoto ha aperto una enorme crepa nel suolo ed ha portato con sè lo scompiglio. La crepa è venerata come una divinità, mentre il Nuovo romano impero è salito al potere ed ha diviso la popolazione in due su base economica. L’unica possibilità di riscatto dei reietti sembra “la coppa”, il torneo di calcio che Tiberio ha intenzione di vincere... a qualsiasi costo? Partendo da uno spunto semplice e funzionale alla campagna promozionale, Zezelj sviluppa la storia in maniera soprendente. La narrazione per immagini è di grande efficacia ed emoziona al primo sguardo. Le didascalie, secche e decise, sono sempre azzeccate e si sposano alla perfezione con la drammaticità e la “tensione” di cui è intrisa ogni tavola. L’intera vicenda, poi, può essere benissimo letta come una metafora della nostra vita di tutti i giorni, contro il razzismo e la violenza imperanti nel mondo dello sport. Inoltre, si intuisce che nel mirino di Zezelj ci siano anche l'ingegneria genetica e la globalizzazione (proprio in un "fumetto Nike"? Strano, ma vero!). Se si vuole trovare un difetto all'operazione, l'apparizione nella storia di un clone di Totti (!) sembra una scelta dettata esclusivamente da necessità promozionali e potrebbe far storcere il naso a più di un lettore, ma lo sponsor ha pur sempre il suo peso... Una nota particolare la merita l’edizione. Con sole 1.500 lire, infatti, si entrava in possesso, oltre che del quotidiano e di una miriade di altri inserti, di un albo di 20 tavole in formato graphicnovel, graficamente “minimalista”, ma elegante, e stampato in maniera perfetta su carta patinata. E’ possibile che per leggere così in edicola un artista come Zezelj necessiti aspettare un’occasione più unica che rara? Non esiste davvero un editore disposto a scommettere su una GRANDE rivista con GRANDI autori? O, magari, nell’odierna economia di mercato è necessario che tutti gli artisti della letteratura disegnata trovino uno “sponsor” per continuare a divulgare le proprie opere e ad emozionarci? (29/6/2001)
|
||||||