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La Dottrina vol.1
Immaginate un regime totalitario, in cui l’identità individuale è negata e il cittadino esiste unicamente in funzione del suo lavoro.
Immaginate
una società dove ognuno è continuamente spiato e controllato, dove non
siete voi a decidere a che ora andare a dormire o svegliarvi, dove gli
oppositori vengono giustiziati in piazza di fronte a bambini festanti. Immaginate
una società in cui l’ordine è garantito da una polizia repressiva e
violenta, in cui le persone vivono in angusti cubicoli tutti uguali
all’interno di enormi condomini, in cui ci si sposta solamente a piedi o
a bordo dei Torpedoni. Immaginate
una società in cui è proibito immaginare. E’
questo l’inquietante scenario in cui è ambientato “La Dottrina”,
romanzo a fumetti in 4 volumi, edito dalla Magic Press. Gli
autori sono gli stessi dell’apprezzato Giulio Maraviglia: Alessandro
Bilotta alla macchina da scrivere e Carmine di Giandomenico
ai pennelli. Ho
acquistato il primo volume della miniserie (brossurato, 56 pp. a colori,
€ 8, uscito nell’Ottobre 2002), spinto dall’intelligente battage
pubblicitario, che ha puntato soprattutto sulle potenzialità di un mezzo
meraviglioso come Internet (a proposito, vi consiglio di fare un salto su www.ladottrina.com) Da
tempo si vociferava di questo progetto, avvolto sempre da un’aura di
reticenza e segretezza. Si parlava di compensi da capogiro per gli autori,
di iniziative parallele nel campo della televisione, trapelava qualche
anticipazione sull’intreccio. Ora finalmente la parola è lasciata al
fumetto. Sulla
Rete ho letto qua e là critiche e commenti, in cui si liquida “La
Dottrina” come una versione moderna dell’orwelliano “1984”,
con il Nocchiere al posto del Grande Fratello. In
realtà ci si accorge ben presto che le due opere hanno ben poco in comune
ed insistere su questa somiglianza risulta fuorviante, nonché svilente
nei confronti dei due nostri fumettisti. Sì, perché “La dottrina” è molto meglio di “1984” (romanzo di cui tutti si riempiono la bocca ma che in pochi hanno realmente letto). So
che avendo visionato solo un quarto dell’opera completa è un po’
presto per esprimere un giudizio, però l’impressione iniziale è più
che positiva, anzi, ad essere sinceri, “La Dottrina” mi ha proprio
entusiasmato e conquistato. Perché è un progetto ambizioso, perché ha dei contenuti, perché è realizzato ottimamente, perché fa riflettere. Già
dal primo volume ci vengono presentati tutti i personaggi principali,
insieme alla trama portante (chi si nasconde dietro il fantomatico “La
Smorfia”?) e alle varie avvincenti sottotrame, che s’intrecciano e
si collegano costituendo un solidissimo impianto narrativo. Leggete
attentamente ogni vignetta e scoprirete una fitta ragnatela di particolari
correlati tra loro e continui legami tra le situazioni, che vi faranno
venire voglia di conoscerne immediatamente gli sviluppi. La
storia presenta numerose idee originali e interessanti: oltre a quelle
citate in apertura, mi hanno colpito molto l’interscambiabilità dei
membri familiari (?!) e la sostituzione delle lettere con i numeri. Questa
assenza della parola scritta si riflette anche nel fumetto e infatti al
posto delle consuete onomatopee (CRACK, TUMP, CRASH…), troviamo solo
delle cifre. Ad esempio l’effetto sonoro di un calcio è 5, quello di un
piede in una pozzanghera è 48. Non
so se si tratti di un espediente inedito, comunque secondo me è geniale!
Questa
soluzione tecnica rientra nell’influenza futuristica che sembra
permeare l’intero progetto, a partire dalla veste grafica, curata ed
elegante, che si rifà all’iconografia fascista. L’influsso del
movimento creato da Marinetti si evidenzia soprattutto nella “Terapia
Perelà”, il curioso intermezzo tra i due capitoli di questo primo
volume, che si ispira chiaramente a “Il codice di Perelà” di Aldo
Palazzeschi, una favola surreale sulla società, il potere e la
religione. Anche
i disegni richiamano alla memoria esponenti dell’arte figurativa di quel
periodo storico, da Boccioni a De Chirico. Già, i disegni.
Strepitosi. Di Giandomenico si conferma un artista eclettico, dal tratto
accattivante, espressivo, dinamico, con un grande gusto nella composizione
della tavola. Forse
alcune vignette più concitate risultano meno leggibili, ma è un peccato
veniale. Ciò che conta è la simbiosi tra testi e immagini, la
colorazione accurata, la bravura nel raccontare. Da
tempo non mi capitava di leggere un fumetto così stimolante e intenso. “La
Dottrina” è un viaggio straniante che coinvolge (stravolge) il senso di
realtà e ci porta ad analizzare le meccaniche che governano il modo di
pensare e di agire in relazione al contesto. Se
il livello qualitativo dei prossimi tre volumi rimarrà così elevato ci
ritroveremo tra le mani un capolavoro da custodire gelosamente nella
nostra biblioteca. Ah,
dimenticavo: aderite spontaneamente. (2/12/2002)
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