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Il ritorno di Ken Parker di Matteo Losso
Correva
il 1977 quando la penna di Giancarlo Berardi e la matita di Ivo
Milazzo diedero vita a Ken Paker, iniziando quel sodalizio
artistico che li avrebbe portati a realizzare una delle serie più
importanti del panorama fumettistico italiano. Sono passati più di
venticinque anni da allora, ma l’eroe creato dai due autori liguri
continua ad affascinare le nuove generazioni, dimostrandosi capace di
superare indenne la prova degli anni. Sebbene la produzione delle storie
di Ken Parker sia collocabile fra la fine degli anni ’70 e l’inizio
degli ’80 e nel periodo fra il ‘92 ed il ‘98, nei lunghi anni senza
materiale inedito la serie è stata ristampata numerose volte per
accontentare le richieste dei lettori più giovani. La storia si è
ripetuta anche ai nostri giorni e, grazie ad una serie di interessanti
iniziative editoriali, Ken Parker è tornato sotto la luce dei riflettori.
Nel giro di pochi mesi, infatti, abbiamo trovato le sue avventure di nuovo
disponibili sia in edicola che nelle librerie specializzate. Dopo il
volume “I classici del fumetto di Repubblica” con una selezione
delle sua storie migliori, la Panini Comics ha lanciato in edicola
“Ken Parker Collection”, la ristampa integrale della serie,
mentre Lizard Editore si appresta a distribuire solo nelle
fumetterie alcuni volumi cartonati con la riproposta a colori di alcuni
episodi. Avendo a disposizione il primo numeri della collana Panini ed il volume de “I classici” è possibile notare l’evoluzione stilistica della coppia di affiatati autori. Sin dalla prima avventura intitolata “Lungo fucile”, infatti, si intravedono tutte le potenzialità narrative della serie e dei suoi realizzatori, ma il loro stile risulta ancora acerbo e, specialmente dal punto di vista grafico, troppo convenzionale. Col passare del tempo, però, arriveranno a realizzare veri e propri capolavori come le storie stampate nel volume, “Diritto e rovescio” e “Sciopero”. Se nelle sue prime avventure Ken Parker si trova di fronte al dramma dello sterminio popolo indiano ed è costretto a riflettere sul rapporto tra ignoranza ed odio razziale, in “Dritto e rovescio” deve confrontarsi con l’omosessualità e con i pregiudizi che la accompagnano. Ma è con “Sciopero” che Berardi e Milazzo regalano al mondo della letteratura disegnata una delle sue pagine più impegnate e struggenti, in quello che diventa un manifesto contro lo sfruttamento ed i soprusi, mostrandoci le lotte operaie negli USA alla fine del 1800, quando nelle industrie tessili si lavorava anche fino a 18 ore al giorno per un dollaro e le riunioni sindacali venivano sedate nel sangue. E’ proprio leggendo queste avventure che si capisce cosa permetta all’opera di essere ancora oggi così attuale ed appassionante: la capacità di raccontare storie universali, che travalicano i limiti dello spazio e del tempo per toccare quelle che sono le problematiche più intime dell’essere umano. Ken Parker è un personaggio atipico, che guarda in maniera critica e disillusa la società che lo circonda. Non è il protagonista di un western classico e revisionista, in cui il sesto cavalleggeri salva i poveri pionieri dai selvaggi indiani, nè è un cowboy sprezzante del pericolo o un cavaliere solitario senza paura. Ken Parker è semplicemente un uomo. Un uomo giusto che vive in un mondo pieno di ingiustizie, senza riuscire a rassegnarsi o arrendersi. Nelle sue storie si getta a capofitto nella Storia, ne cavalca gli impeti e prova a comprenderne le ragioni. Non sempre ci riesce, ma di certo non resta passivo di fronte agli eventi; anzi, anche quando ne viene coinvolto suo malgrado, la sua coscienza lo spinge a cercare sempre giustizia e verità, al di là delle apparenze. Sa benissimo di non poter modificare lo status quo, ma ce ne svela le verità più recondite e volutamente celate. E’ molto più di un personaggio dei fumetti. Ken Parker in realtà è un rivoluzionario ed i lettori guardano il mondo attraverso i suoi occhi. Ecco perchè lo ameranno sempre.
(29/9/2003)
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