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Fiabe moderne di Daniele D'Aquino
C’erano una volta Cappuccetto Rosso, Pollicino, la Piccola Fiammiferaia. Ora ci sono Buzz Lightyear, Mike & Sulley, Shrek. C’erano i fratelli Grimm e Hans Christian Andersen. Ora ci sono la Disney-Pixar e la Dreamworks. Grazie all’avvento della tecnologia digitale, i film di animazione hanno definitivamente sostituito nell’immaginario infantile le vecchie fiabe, incantando il piccolo spettatore (e non solo) con il fascino visivo della computer graphic. Ormai non passa anno senza la consueta sfida natalizia tra le due industrie cinematografiche, vinta quest’anno da quel capolavoro disneyano che è “Alla ricerca di Nemo”, premiato giustamente con l’Oscar. Il prossimo anno però esce un certo “Shrek 2” e la Dreamworks avrà certamente modo di rifarsi… Perché questa introduzione? Qualche mese fa, edito dalla Mondatori, è uscito “Fiabe Moderne” (titolo quanto mai azzeccato), che raccoglie le riduzioni a fumetti delle storie più recenti firmate da Disney e Pixar: Monsters & Co., A bug’s life, Lilo & Stitch, Dinosauri, Il pianeta del tesoro, Atlantis e Toy Story 2. Ciascun episodio rispecchia fedelmente il film da cui è tratto, sia nella trama sia nella tecnica realizzativa, riuscendo a catturare appieno lo spirito della pellicola. Si nota ogni tanto qualche passaggio troppo frettoloso, ma un difetto simile è inevitabile quando si comprime un lungometraggio di 100-110 minuti in una cinquantina di tavole. Anzi gli sceneggiatori (o meglio, gli adattatori), hanno fatto un lavoro egregio, riducendo al minimo i tagli all’intreccio e condensando l’azione senza perdere in chiarezza narrativa. Per quanto riguarda i disegni, mi sento solamente di muovere un paio di appunti; il primo riguarda “Monsters & Co.”, probabilmente una delle pellicole più geniali e più riuscite della storia dell’animazione. A differenza delle altre avventure presenti nel volume, qui notiamo una certa approssimazione nella colorazione, troppo piatta, che non riproduce a dovere la villosità dei vari mostriciattoli. Mi rendo conto che raffigurare la peluria con la stessa perfezione cinematografica sarebbe stato impossibile, ma con la soluzione cromatica adottata c’è una notevole differenza tra i personaggi originali e i loro corrispondenti cartacei (Sulley in primis…provate a confrontare la sua immagine in copertina con una qualsiasi della storia). L’altro “rimprovero” riguarda ancora la colorazione, più precisamente le vignette troppo scure che troviamo in “A bug’s life”, “Dinosauri” e “Toy Story 2”. Il realismo con cui sono riprodotte le scene notturne è tale che...in alcune tavole non si capisce proprio nulla! Comunque,
a parte queste pecche, il volume si lascia leggere con piacere e
costituisce un acquisto obbligato sia per chi vuole far contenti i più
piccoli, sia per tutti quei bambini un po’ cresciuti (come il
sottoscritto) che ritrovano nelle fiabe moderne tutta la magia e lo
stupore delle fiabe di una volta. “Fiabe
Moderne”, cartonato, 342 pp. a colori,
12 €, Mondadori.
(19/3/2004)
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