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Alan Ford sconfigge Hitler
di
Giampaolo Giampaoli
Sempre
nuove avventure per Alan Ford e per il Gruppo TNT in parte
rinato. In parte perché nelle ultime puntate il bel biondo di
professione agente e la sua inseparabile (almeno per il momento sembra
tale) Minuette hanno ritrovato, però uno alla volta, tutti i componenti
del vecchio staff “investigativo” (le virgolette, se ricordate cosa
erano capaci di fare questi individui, sono d’obbligo). Tutti, compreso
il grande vecchio, l’inossidabile e indistruttibile Numero Uno. Ma nella
storia che stiamo per raccontare il capo supremo non c’entra quasi
niente, mentre tornano alla ribalta altre vecchie conoscenze: Bob
Rock (inseparabile compagno di Alan Ford in tante avventure o, per
essere più precisi, disavventure) e i suoi tre fratelli delinquenti
incalliti. Stiamo parlando del numero 460 dal titolo “Heil Hitler”;
sicuramente molti lettori hanno già avuto modo di gustare questa storia,
in cui torna anche un’altra componente spesso frequente nella serie di
Alan Ford: il sogno del grande teatro, la finzione suprema, in cui si
arriva a pensare che gli agenti del Gruppo TNT possano recitare di
fronte ad un grande pubblico. A tale proposito, ricordate i vecchi
numeri con l’impresario Tobia Quattril, che faceva interpretare a questi
attori scalcinati le versioni teatrali dei grandi classici della
letteratura? Non è un segreto che allo scrittore Luciano Secchi
piaccia il cinema e il teatro: ricordate il film che girò alcuni anni
orsono, dal titolo “Lui, lei, praticamente noi”? Proseguendo, la storia
tratta di Bob Rock che viene ritrovato dal vecchio amico Alan Ford
mentre sta lavorando in una compagnia teatrale, logicamente composta da
attori inconcludenti e da un regista pazzoide. Il gruppo sta per mettere
in scena “Heil Hitler, ovvero l’ultimo tram per Berlino”, un’opera
dedicata alla disfatta del grande dittatore, un po’ tragedia per il tema
e un po’ commedia per la versione umoristica che ne dà Secchi. Il
vecchio nasone del gruppo TNT, malgrado la bassa qualità della
rappresentazione, ne è ugualmente fiero e sogna di diventare un attore
professionista, così invita amici e parenti alla prima del suo
spettacolo, compresi i suoi tre fratelli gemelli (come ricorderete, non
poco pericolosi) . Ma mentre la compagnia sta provando, avviene una
serie di furti ad opera di un delinquente che assomiglia in tutto ad
Adolf Hitler. Automaticamente la polizia pensa che il responsabile delle
rapine sia l’attore che interpreta il dittatore a teatro, per l’appunto
l’ignaro Bob Rock, che nel frattempo perde la parte con il ritorno del
titolare del ruolo. Ma è veramente l’ex agente TNT a compiere i furti? I
lettori scopriranno sul finale la verità, quando Bob Rock riavrà la
parte, appariranno altre vecchie conoscenze e ci saranno alcuni
interessanti colpi di scena. Si tratta di una storia sul modello
classico alla Alan Ford, con la presentazione iniziale, l’intrigo e il
finale a sorpresa, che si sviluppa nelle ultimissime pagine. Eppure
queste storie semplici, rimodernate in modo molto limitato con la
rottura del gruppo, in fondo in fondo riescono ancora a divertire.
Certo, sono oramai lontane da un pubblico che ama prevalentemente i
manga e i supereroi, fumetti che lasciano messaggi completamenti diversi
da quelli degli eroi del Gruppo TNT (confinati in una New York che
assomiglia in tutto e per tutto al sud d’Italia). Ma Alan Ford, anche se
ormai un po’ datato, resta sempre uno dei personaggi che hanno fatto il
fumetto italiano, legato a quel periodo di sviluppo quantitativo e
tematico del settore, che molti di noi non scorderanno mai. Gli anni
sessanta e settanta, quando si iniziò a raccontare il bisogno di
liberalizzazione dei costumi anche attraverso le strisce a fumetti.
Alan Ford ™ & © Max Bunker Press
(20/07/2008)
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