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F - Motori in pista di Steven Lurex
Nato dalla fantasia di Noboru Rokuda, da noi meglio noto per essere il papà di Gigi la trottola (Dash Kappei), il fumetto narra le vicende burrascose di Gunma Akagi, figlio illegittimo, perdigiorno, dedito al sesso ed alla spregiudicatezza, con una solo grandissimo pregio. L’innata abilità al volante, che presto ma non senza sacrifici, lo proietterà sui circuiti di formula 3, assistito dal remissivo Tamotsu, vecchio amico buono come il pane, gran genio dei motori, ed anch’egli reduce da una situazione familiare non esattamente rosea. La storia di Gunma, che prende il via nel suo paese natale, smorza i toni nella prima fase, regalando una narrazione irregolare e pacata, dedita se non altro ad introdurre la fisionomia ed i connotati generici della storia. Ben diverso è il prosieguo della vicenda, dove, una volta stabilite le parti, si smette di scherzare per diversi capitoli, ed il serio impegno proprio di ogni manga a sfondo drammatico impazza libero di lasciare il segno (non è Rocky Joe, anche se alcuni punti in comune si identificano qua e là….Igiri per esempio ricorda molto Rikishi!). Intendiamoci, pur regalando momenti intensamente tragici, i toni ballonzolano da pacati e umoristicamente gustosi (non in stile Gigi, che era pur sempre demenziale) a serie interazioni cerebrali con il mondo delle corse, di cui Rokuda si dimostra degno conoscitore (ma attenzione, resta pur sempre un manga, non aspettatevi il 100% del realismo), quindi gli amanti di una storia ad una sola corsia, potrebbero trovare leggermente fastidioso il passaggio progressivo da una situazione all’altra. In F si piange, si ride, ci si amareggia e si sospira. Dai contenuti decisamente adulti, ma non per la presenza di volgarità e nudi, bensì per un serie di situazioni difficilmente gestibili dalle esperienze di chi ha pochissimi anni alle spalle, questo fumetto un esempio di grande stile e voglia di raccontare una storia senza fossilizzarsi su un unico genere (i personaggi semi deformed ricorrono anche qui però). Giunto al 13 numero e già retrocesso solo alle fumetterie causa vari fattori, la testata avrebbe senz’altro meritato almeno una lettura, una che fosse accurata e non il semplice sfogliare il fumetto, non vedere crani sbattere al suolo ed accantonare la cosa come noiosa e superflua. I problemi legati allo scarso successo sono identificabili in alcuni errori della casa editrice (che di per se ha peccato d’arroganza in partenza, ma ben venga se il risultato è quello di poter leggere manga come F) in particolare nel non specificare accuratamente che F, non era un clone del blasonato Dash Kappei, che F proprio non aveva punti di incontri rilevanti con il caro Gigi, se non un autore che ha avuto il buon gusto e la fortuna di passare alla storia per almeno due creazioni valide. Detto dalla casa editrice stessa, e dai lettori accorati, tale appello potrebbe risultare come un grido d’aiuto, ma il consiglio spassionato che può dare un lettore neutrale, è quello di regalare una seria e concreta possibilità ad un fumetto che in fondo lo merita, e che viene penalizzato anche dalla mancanza del classico cartone della nostra infanzia a fargli da traino.
(14/07/2003)
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