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Undici
piccoli indiani
di
Emilia Perri
Una neonata è trovata miracolosamente viva in un bosco di bambù: adottata dalla famiglia Okada a cinque anni, la giovane Akira cresce allacciando un ambiguo rapporto di odio-amore con la sorellastra Mayu. Costretta inoltre a dover subire le morbose attenzioni della signora Okada, madre di Mayu, Akira, ormai quindicenne, vorrebbe conoscere le sue origini e sfuggire a una vita che finora non si è mostrata generosa con lei. Ed ecco che un giorno le si fanno incontro Yui e Midori, due ragazzi che le narrano di un passato ormai dimenticato, un passato che la riguarda da vicino poiché, prima di essere adottata, Akira viveva nell'orfanotrofio della misteriosa isola Kabuchijima, dove -secondo i ricordi dei ragazzi- dominava la bellissima principessa Kaguya, e i bambini venivano lì cresciuti per essere sue vittime sacrificali... ora Akira, Yui e Midori devono ritornare sull'isola per cercare di sottrarsi al proprio destino: tutti i bambini cresciuti a Kabuchijima, infatti, muoiono misteriosamente nel giorno del loro sedicesimo compleanno.
Questo il plot iniziale de "La principessa splendente", uno degli
"shojo manga" (= manga destinato precipuamente a un pubblico femminile) di maggior successo degli ultimi anni.
Akira ne è solo la protagonista ideale, in quanto fin dal primo numero la trama si arricchisce di numerosi comprimari: l'iniziale tracciato narrativo comprende ben undici personaggi (le undici "vittime sacrificali" cresciute a Kabuchijima). Il numero undici non è casuale: è infatti una dichiarata citazione da "Juichinin Iru!" (Siamo in undici!), un manga del 1976 (inedito in Italia) della celebre
Moto Hagio, opera a sua volta ispirata da una storia di fantasmi dello scrittore
Kenji Miyazawa (1896-1933), storia in cui undici bambini scoprivano che c'era un mostro tra loro.
"La principessa splendente" non racconta una relazione amorosa, come ingenuamente ci si potrebbe aspettare, magari tratti in inganno dal titolo: nessuna concessione è riservata a sentimentalismi di nessun tipo. Semmai, ci troviamo di fronte a un mistery s-f dal solido background, e a un intreccio complicato al punto da gratificare soltanto un lettore paziente e non superficiale, pronto a non demordere pur di poter godere di una serie che, restringendo il campo agli shojo manga, è tra le più note e più vendute in patria.
Anche da un punto di vista grafico, la brava Reiko Shimizu (famosa per i suoi manga di fantascienza in Giappone) non lascia spazio a stilemi grafici come fiori o stelline (del resto caduti in disuso da un ventennio), per fare luogo invece a un'impostazione pulita della tavola e a un segno chiaro, limpido e preciso.
Da provare per poter leggere, finalmente, qualcosa di diverso.
"La principessa splendente", Planet Manga, mensile distribuito nelle sole
fumetterie, 4 euro.
(28/11/2003)
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