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Allevare un cane e altri racconti di Emilia Perri
"Allevare un cane", il primo racconto, narra gli ultimi mesi di vita di Tam, il cane di una coppia di coniugi priva di figli, il quale, raggiunti i quattordici anni, muore di vecchiaia assistito dalla famiglia che l'ha allevato con cura e amore. "Vivere con un gatto". I padroni di Tam, morto il loro cane, decidono stavolta di accogliere in casa una gatta persiana cui danno il nome di "Borò" ("straccio" in giapponese). La gatta, a loro insaputa, è incinta e dà alla luce tre micini. "La vista sul giardino". Quattro gatti in una casa sono troppi! I padroni di Borò vorrebbero affidare i tre cuccioli della loro gatta a qualcuno che possa prendersene cura, ma poi ci ripensano e danno via uno solo di essi, allevando in casa gli altri due. "Vivere in tre". I padroni di Borò ricevono un giorno la visita di una loro nipotina, la dodicenne Aki, in cerca di tranquillità per un periodo di riflessione: la madre, rimasta vedova da anni, sta per risposarsi e Aki non sa se riuscirà ad accettare il suo nuovo padre. I tre gatti di casa, e ancora di più la comprensione degli zii, riusciranno a rasserenare la ragazzina, che tornerà perciò nella sua nuova famiglia piena di fiducia e speranza per il futuro. "Terra Promessa". Il trentaquattrenne Okamoto, appassionato alpinista, perde un amico nel tentativo di scalare l'Annapurna, una cima della catena dell'Himalaya. L'uomo smette di praticare l'alpinismo. Sei anni dopo, nonostante abbia formato un'armoniosa famiglia, decide di abbandonarla per tentare di nuovo l'Annapurna: lo spirito della montagna, nelle vesti di "chango", un leopardo delle nevi, si mostrerà a lui favorevole e Okamoto riuscirà, perciò, nell'impresa. Il primo racconto della raccolta, quantunque più "difficile" da digerire (specie se il lettore ha un animale domestico in casa), è il meglio riuscito, perché riesce, attraverso la dura e minuziosa analisi della morte che avanza, a descrivere l'amore per la vita e l'importanza, per i due coniugi privi di figli, del tempo passato con Tam, il loro cane: tempo non raccontato esplicitamente nella narrazione ma implicitamente immaginato dal lettore. I racconti successivi -eccetto l'ultimo- procedono nella descrizione della quotidianità dei due coniugi, sui binari di un tranquillo e apprezzabile minimalismo. Il racconto conclusivo, pur bello, costituisce però una stonatura: il lettore, che si aspetta un ultimo sguardo sulla vita dei padroni di Tam e Borò (oramai diventati quasi "di famiglia"), oppure una considerazione finale che magari dia un senso al minimalismo imperante delle storie precedenti, si ritrova spiazzato di fronte a un racconto che non solo -unico della raccolta- cambia cast di personaggi, ma non prende in esame neanche il rapporto uomo/animale domestico, colorando la trama di un senso di mistero e avventura che tradisce, in parte, quella "poetica del quotidiano" che è dichiarata in questa e altre opere di Taniguchi.
"Allevare un cane e altri racconti" (Inu o kau) di Jiro Taniguchi, Planet Manga, 1 volume distribuito nelle sole fumetterie (Ottobre 2003), E 7,50.
(9/12/2003)
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