Più astuto di una lince

di Emilia Perri

 

Banana Fish (c) Akimi YoshidaVietnam, 1973. Il soldato Griffin all'improvviso prende a sparare contro i suoi stessi compagni: colpito a sua volta, Griffin non è in sé e l'unica cosa che riesce a dire è "Banana Fish".

New York, 1985. Mentre la polizia è alle prese con alcuni inspiegabili omicidi in città, il diciassettenne Ash Lynx (il cui vero nome è Aslan Callenreese), biondo e carismatico leader di una gang giovanile, si imbatte in un uomo che, ferito a morte, gli consegna una fiala e prima di spirare riesce soltanto a dire: "Los Angeles Westwood 42… Cerca Banana Fish". Ash crede di conoscere chi ha ordinato l'omicidio dell'uomo, e a questo punto decide di scoprire chi o che cosa sia "Banana Fish", dal momento che suo fratello maggiore, Griffin, anche lui coinvolto in passato nel mistero Banana Fish, è ormai ridotto allo stato vegetativo. Il mandante dell'omicidio, come Ash ha bene intuito, è Dino Golzine, capo della mafia italiana a New York, il quale -come si scoprirà- è anche legato a doppio filo allo stesso Ash: Dino è fortemente interessato al ragazzo e vuole farne il suo successore (gli interessi del capo-mafia si chiariranno meglio in seguito, così come i suoi legami con Ash). Ma c'è qualcun altro che sta indagando sul medesimo mistero: Eiji Okumura, diciannovenne giornalista giapponese, e con lui il fotografo Shunichi Ibe. I due incontrano Ash per scattare delle foto ai ragazzi della gang. Il giovane Eiji è -nella storia- il personaggio più importante dopo Ash, rappresenta la persona normale che Ash non è mai stata e non sarà mai: tra lui e il capo-gang nasce un profondo sentimento, simile all'amore ma difficilmente identificabile con esso. Eiji è l'innocenza fatta persona, e Ash, che di innocente ha ben poco, immediatamente avverte la sincerità di fondo del giapponese e gli concede la sua fiducia... in seguito entreranno in scena nuovi personaggi quali Lee Yuelong, il leader della mafia cinese, e il letale killer Blanca, che contribuiranno all'infittirsi della narrazione.

Banana Fish (c) Akimi Yoshida"Banana Fish" è uno degli shojo manga più noti di sempre in Giappone, dove ha riscosso gran successo sia tra il pubblico femminile che maschile, essendo -in definitiva- un ottimo esempio di shojo manga appartenente al genere action, dove però all'azione pura è preferita una "strategia della tensione" tipica dei thriller. L'autrice, Akimi Yoshida, per modellare il protagonista ha preso ispirazione dal tennista Stephan Edberg, mentre per la storia il referente è "Midnight Cowboy" (film del 1969 con Dustin Hoffman e Jon Voight -in Italia il titolo è "Un uomo da marciapiede"). Nella trama si affrontano temi "forti" quali pedofilia, violenza, droga e omosessualità attraverso una narrazione tagliente e ricca di sottotrame, ma che avanza con linearità e con fluidità giovandosi sia del background accuratissimo, che ripropone con precisione luoghi più e meno noti di New York, sia della buona caratterizzazione dei personaggi (su tutti, l'irrefrenabile e indimenticabile Ash Lynx, "la lince"). Difficile non cogliere un certo sentore di shonen ai, ma “Banana Fish” non è assolutamente un manga shonen ai, in quanto non incentrato sulle pur importanti relazioni interpersonali. Circa lo stile grafico, semplice ma tagliente come la narrazione, o si ama o si odia: l'abuso di alcune espressioni "fisse", la linearità e l'essenzialità del tratto potrebbero dare impressione di monotonia, quando non ci si lasci trascinare dalla trama. È in ogni caso da sottolineare il rigore usato nell'impostazione della tavola, del tutto priva dei fronzoli e dell'ariosità che in genere un pubblico poco informato attribuisce agli shojo manga.

In America l'edizione di questo titolo è curata dalla VIZ, mentre in Italia è pubblicato a partire da Novembre 2002 da Planet Manga. L'edizione italiana di "Banana Fish" si rivela impeccabile, all'altezza del titolo: ogni volume equivale per numero di pagine a un volume giapponese; senso di lettura all'orientale; sovracoperta; prezzo adeguato alla qualità offerta (in verità, facendo la media con altre pubblicazioni Planet Manga, è addirittura basso); adattamento curato e ottimi redazionali. Differisce dall'originale per una curiosa scelta editoriale: le pagine all'interno sono stampate su carta gialla. 

 

(4/3/2004)

 

   

 

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