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Il
vampiro che ride
di
Giovanni Luca Atena
“Morire
dal ridere”. Certo che ridere e morire sono due concetti
abbastanza antitetici! Eppure Suehiro Maruo è riuscito a legarli
nel primo dei suoi lavori pubblicati in Italia: “Il vampiro che
ride”, un opera devastante per la sottile e raffinata crudezza. Il
volume autoconclusivo narra le vicende incrociate di una orrenda donna
non-morta che adesca un giovane studente e lo trasforma in un vampiro,
ma non in uno di quei vampiri come siamo abituati a vedere, con ali e
canini aguzzi, bensì un truculento e morboso assetato di sangue. Nel
contesto agiscono anche un compagno di scuola affetto da turbe maniacali
legate alla violenza e a comportamenti insani, e un gruppo di perversi
compagni (e compagne) di scuola. Il punto di forza di questo autore (che
tra l’altro ha già fatto incursioni in terra italica e più
precisamente alla mostra di Carbonia - anche se non lo sapeva
quasi nessuno) consiste, oltre che in una sceneggiatura e in un soggetto
estremi – per incisività dei dialoghi, forza delle immagini e
narrazione degli eventi- nel sapore leggermente retrò dei personaggi,
un po’ fuori dal tempo (senza computer e cose varie, per intenderci) e
vagamente guignoleschi. Anche il tratto nitido e marcato sottolinea la
drammaticità della storia e allo stesso tempo la rende volutamente
grottesca ed esasperata. Se il buongiorno si vede dal mattino, il
prossimo volume dal titolo “Midori”, edito sempre dalla Coconino
Press con cura maniacale, non mancherà di appassionare i
buongustai.
(29/6/2001)
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