L’Uomo Ragno rinasce

di Matteo Losso

 

(c) Marvel ComicsSono da sempre un grande fan delle avventure di Spider-Man. E’ stato il personaggio, insieme a Devil ed agli X-Men, che mi ha fatto scoprire il Marvel Universe e mi ha portato a diventare un "vero credente". Detto questo, potete immaginare la mia tristezza negli ultimi tempi, quando, in coincidenza con il “rilancio” delle testate ragnesche, sia negli USA che in Italia, il livello qualitativo delle varie serie dedicate a Spidey ha raggiunto i minimi storici. Forse ha davvero toccato il fondo, ma almeno non ha iniziato a scavare (!) e sta iniziando a tornare a galla. Sulle pagine della serie italiana, infatti, è appena iniziato il ricambio totale degli scrittori ed i deludenti Byrne e Mackie stanno per essere sostituiti da alcuni dei migliori talenti del settore.

Già sul #316 (o 44 nuova serie, se preferite...) de “L’Uomo Ragno” (Marvel Italia) è arrivata la nuova coppia regolare di “Peter Parker: Spider-Man”: Paul Jenkins (ai testi) & Mark Buckingham (ai disegni). Lo scrittore inglese ha iniziato a collaborare con la Marvel da poco, ma si è già imposto come uno degli autori di punta della “casa delle idee”. Il suo esordio con “The Inhumans” ha esaltato sia il pubblico che la crtica e le sue prove successive con “Sentry” e “Hulk” non hanno fatto che confermare la prima impressione. Jenkins è un grande appassionato delle storie di Spidey e sembra volerne recuperare alcuni degli elementi classici che gli scrittori più recenti sembravano aver dimenticato. Lo scrittore, infatti, “calca la mano” sul lato umoristico della vita di Peter/Spidey, sfruttando a pieno la sua rinnovata situazione di single che divide casa con un amico, e ci mostra il vero io del nipote di Zia May senza dover necessariamente fare ricorso a complesse elucubrazioni filosofiche o psicologiche. Sebbene ancorato ad “ideali classici” Jenkins non manca di rinnovare il mito di Spidey, anche con la sua reinterpretazione di storici comprimari e nemici: l’Uomo Sabbia visto sul #319, ad esempio, metterà i brividi a tutti gli appassionati! Il disegnatore Buckingham, poi, è a dir poco ideale per illustrare questo tipo di storie. Il suo è “Marvel style” allo stato puro  ed è legato alla  tradizione dell’Uomo Ragno: il suo UR, infatti, deve molto alla classica versione di Steve Ditko, ma anche allo Spidey del primo John Byrne su Marvel Team Up. Davvero interessante, poi, il suo modo di impostare le copertine: scene del fumetto vengono riprese pedissequamente, anche nella postura dei personaggi, ma il tutto è "rivisto" in chiave onirica e drammatica.

Pensando che fra poco Jenkins sarà affiancato dal grande J.M.Stracinskj di “Babylon5” e “Rising Stars”, alle redini di “Amazing Spider-Man”, si puo tranquillamente affermare che “L’Uomo Ragno” nei prossimi mesi sarà una delle serie qualitativamente migliori del panorama italiano.

(c) Marvel ComicsOltretutto, affianco alle rinnovate energie creative della serie regolare possiamo trovare in edicola ed in libreria anche il bimestrale “Ultimate Spider-Man”, una delle sorprese migliori che la Marvel ci abbia fatto negli ultimi anni. L’idea delle serie “ultimate” è semplice: prendere i personaggi principali della Marvel, quelli con 30 anni e più di storia alle spalle, “sintetizzare” le loro caratteristiche basilari ed attualizzarle in chiave 2001. Un po la stessa cosa fatta con il progetto “Heroes Reborn”, ma, a differenza del lavoro di Lee & Liefeld, alla base dell’”ultimate universe” c’è il rispetto. Rispetto per gli autori originali, per i personaggi e, sopratutto, per i lettori.  Con queste serie Quesada & Jemas (i boss della Marvel) vogliono riconquistare i tanti lettori persi in questi anni, ma in special modo vogliono attirare  nuove fascie di potenziali acquirenti. E sembra proprio che ci stiano riuscendo, anche grazie alla “stoffa” degli autori coinvolti... “Ultimate Spider-Man”, infatti,  è scritta da Brian Michael Bendis ed è disegnata da Mark Bagley, entrambi al meglio della forma. Bendis riesce dove probabilmente chiunque altro avrebbe fallito o avrebbe fatto una pessima figura ed è davvero capace di realizzare una versione moderna di Spidey, senza snaturare il personaggio e senza limitarsi a copiare le vecchie avventure di Lee/Ditko. I personaggi sono caratterizzati alla perfezione (ecco il vero Norman Osborn nell’era delle multinazionali e dei brevetti sulla genetica!), le situazioni sono “credibili”, i dialoghi sono sempre azzeccati e, sebbene qualche novità potrebbe farvi storcere il naso (caspita... Zio Ben ha il codino!!!), in definitiva la serie è scritta davvero bene. Per quanto riguarda i disegni, finalmente Mark Bagley ritorna al suo personaggio ideale e lo fa con l’esperienza accumulata in questi anni su Thunderbolts e con un “certo” Art Thiebert come inchiostratore. L’accoppiata da vita a tavole curate e ricche di sfondi, tratteggia personaggi sempre espressivi e, quando si tratta di illustrare scene d’azione, il dinamismo di certo non manca. 

Ai lettori di Spider-Man non resta che godersi le avventure del loro personaggio preferito e sospirare... “finalmente”!

(29/6/2001)

 

   

 

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