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Hulk: Futuro imperfetto di Fabio Volino
Con Futuro Imperfetto (una delle sue storie più famose, anche se a mio parere non la più bella della sua pur vasta produzione) David mostra un altro dei tanti aspetti di Hulk: la malvagità. Nella fattispecie, il Maestro, evoluzione futura del gigante di giada, unico sopravvissuto dell’era degli eroi in seguito ad un disastro dovuto alle radiazioni. Ciò che il Pelleverde più odia si è rivelato la sua salvezza, il suo trionfo, la sua ascesa al potere fatta di tirannia, belle donne e pugno di ferro. E’ un altro lato nascosto di Hulk, quel lato per cui, ad un certo livello inconscio, a Banner piace esserlo, piace accettare la sua metà oscura. Poiché essa rappresenta il suo istinto di sopravvivenza e, a volte, è l’unica cosa che gli rimane a questo mondo. Lo scontro tra il vecchio ordine (un Hulk intelligente proveniente dal passato) ed il nuovo è inevitabile e, in un trionfo di disegni opera di George Perez (uno dei suoi lavori migliori senza dubbio), ci rendiamo conto che il nostro destino non è immutabile. Possiamo cambiarlo, respingendo quel lato oscuro che così spesso ci tenta, con quell’ innocenza raffigurata nei trofei che un vecchio Rick Jones tiene accanto a sé, ultime vestigia di un mondo che non ci sarà più. Ma il cui esempio di valore ed abnegazione rimane. E la fine? Semplicemente straordinaria, il passato che si ricongiunge col futuro: laddove inizia la maledizione di Banner termina la tirannia del Maestro. Un consiglio? Se non lo avete ancora letto rimediate subito! (10/7/2003)
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