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Spider-Man made in Italy

di Matteo Losso

 

Spider-Man (c) Marvel ComicsIl segreto del vetro” è la prima storia dell’Uomo Ragno totalmente italiana, sotto tutti i punti di vista. L’idea di realizzarla, infatti, è nata durante la convention che si tiene ogni anno a Lucca. La gestazione del progetto è stata curata dallo staff dell’icona nazionale Panini Comics, in particolare dal solerte Enrico Fornaroli. Anche la storia è ambientata in Italia e vede come protagonista il fotografo Peter Parker, inizialmente inviato a Venezia dal Daily Bugle per un reportage fotografico sul Carnevale, che come al solito finisce per vestire i panni di Spider-Man, dando la caccia ad un redivivo e pericoloso vetraio-alchimista-satanista a cui sembra stranamente legato. Agli inizi di Gennaio l’albo non poteva che uscire in anteprima mondiale proprio nelle edicole italiane, sebbene sia già pronto a valicare gli italici confini per essere pubblicato anche in Francia. La cosa più importante, però, è che ad essere italiani siano gli autori che hanno creato questo fumetto, dando vita non solo ad un fenomeno editoriale degno di nota, ma anche ad un prova d'autore convincente. Se creare un progetto ambizioso come “la prima storia italiana di Spider-Man” poteva essere un duro esame per qualsiasi fumettista fosse stato chiamato a sostenerlo, posso affermare che lo scrittore Tito Faraci ed il disegnatore Giorgio Cavazzano lo hanno passato in pieno, sebbene abbiano scelto strade opposte per raggiungere il proprio scopo, secondo il tragitto che comunque ci si poteva aspettare analizzando la loro storia professionale.

Faraci è uno scrittore capace e poliedrico, che nel corso degli ultimi anni ha realizzato i soggetti e le sceneggiature per alcuni tra i personaggi più famosi e fra loro diversi del panorama italiano, da Dylan Dog a Lupo Alberto, passando per Topolino e Eva Kant. Sebbene il suo stile risulti riconoscibile per alcune sfumature, lo scrittore riesce ad adattarsi benissimo alle atmosfere tipiche delle varie serie su cui di volta in volta si trova a lavorare. Anche questa storia del tessiragnatele non fa eccezione. Grazie ad una sapiente sceneggiatura e ad alcuni espedienti narrativi volutamente “ingenui”, Faraci velocizza i tempi e “salta i preliminari”, catapultando subito il lettore nel cuore dell’avventura. In 22 pagine non ha lo spazio per narrare nuovamente le origini del personaggio, per approfondirne la psiche o per rivoluzionarne le caratteristiche. Anche perchè non è questo il suo compito: egli deve “semplicemente” scrivere una buona storia. Di certo è un grande fan di Spider-Man e, grazie ad un ottimo lavoro di sintesi, riesce ad estrapolare alcune delle caratteristiche essenziali del personaggio. E' notevole specialmente il suo approccio con il lato umoristico e divertente di Spidey, che si affianca a dialoghi convincenti ed a scelte nel complesso sempre azzeccate. “Il segreto del ragno”, dunque, non solo si rivela un episodio divertente ed appassionante, ma si posiziona senza stonare nel vasto mosaico della produzione ragnesca. Faraci, infatti, è riuscito a trovare un nuovo modo per ricordarci che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, per tutti, sempre e ovunque, ma specialmente per Peter Parker, che si trovi nella Grande Mela o in Laguna! In poche parole... vero Ragno al 100%!

Spiderman (c) Marvel ComicsSe Faraci ha impostato il suo lavoro in base alla continuità con la storia del personaggio e sfruttando la sua duttilità di scrittore, Giorgio Cavazzano ha intrapreso un percorso di tipo diverso. L’artista è noto al pubblico di tutte le età per le magistrali prove offerte su Topolino e Paperino, che lo hanno reso il disegnatore dysneiano attualmente più apprezzato del mondo. Gli appassionati lo ricordano, fra l'altro, anche come autore di Altai & Jonson o per le memorabili collaborazioni con Bonvi. In tutti i lavori, però, il suo tratto è immediatamente riconoscibile, come una sorta di “marchio di fabbrica” che ne caratterizza fortemente qualsiasi produzione e da cui il disegnatore non si discosta. Almeno non lo fa abbastanza in questa occasione. Intendiamoci, Cavazzano si dimostra nuovamente un maestro del fumetto. Il dinamismo delle scene, la cura dei particolari e degli sfondi o la capacità di creare le giuste atmosfere, infatti, sono sempre assicurati. Ma mentre sembra azzeccata l’interpretazione di Spider-Man, la caratterizzazione dell’antagonista di turno e dei personaggi di contorno è troppo legata al tipico sentire dell’autore per essere “credibile” alla luce dello stile storico del Ragno. Se le matite tradiscono l’ascendenza grottesca e “cartoonesca” del disegnatore, diverso è il discorso relativo all’impostazione della tavola ed alla narrazione per immagini. Il montaggio delle vignette è quello tipico dei classici comic-books ragneschi e la sequenzialità delle scene è scandita alla perfezione, non solo rispettando il gusto super-eroistico, ma trovando anche qualche felice intuizione personale ed arrivando a realizzare quella che secondo me è una vera tavola capolavoro per suggestioni ed atmosfere (pagina 17). L’occasione di disegnare la sua città, poi, era troppo ghiotta perchè un veneziano doc come Cavazzano potesse lasciarsela sfuggire. Fortunatamente la sceneggiatura al di là degli stereotipi orchestrata da Faraci gli ha permesso di illustrare, a fianco ad una Piazza San Marco “da cartolina”, infestata dalle maschere di carnevale, anche alcuni degli angoli meno noti ed al tempo stesso più affascinanti della storica repubblica marinara.

“Il segreto del vetro” esce in edicola dopo un’edizione speciale per collezionisti presentata in anteprima a Lucca Comics, ad un anno esatto dalla sua ideazione. L’edizione limitata è stata proposta in un lussuoso volumetto in bianco & nero, mentre quella per la grande distribuzione uscita di recente viene venduta in versione a colori ed in edizione economica (a soli 2 €): cercatela nella vostra edicola di fiducia! Sebbene l’edizione in b/n permetta di apprezzare meglio la “linea chiara” ed i tratti essenziali voluti dal disegnatore, il colorista Nardo Conforti con la sua tavolozza digitale è stato capace di dare forma e vita alle ombre ed ai riflessi lunari della laguna, ottenendo un effetto finale di grande impatto e che ben si sposa al lavoro di Cavazzano.

 

(2/2/2004)

 

   

 

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