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Videogiochi d'annata - Parte 2

di Daniele D'Aquino

 

Proseguiamo la rassegna dei videogiochi che hanno allietato le adolescenze di molti miei coetanei. Seguendo un ordine cronologico, l’apertura spetta a Silver Surfer, protagonista nel 1990 di uno sparatutto sviluppato dalla Software Creations per il Nintendo.

Il cavaliere cosmico riceve da Galactus il compito di salvare l’intero universo e per farlo dovrà affrontare cinque livelli (sia a scorrimento orizzontale, sia verticale), corrispondenti ad altrettanti pianeti, ognuno popolato da avversari diversi. Si tratta di un giochino divertente e longevo, dalla grafica non eccelsa ma passabile.

L’anno successivo, sempre per il Nes, è uscito Wolverine, un platform in cui vestiamo i panni del mutante canadese. Graficamente è piuttosto scarno, ma può fare assegnamento sulla varietà delle situazioni che affronteremo (ci sono anche parti subacquee). Non possono mancare gli artigli di adamantio, rappresentati da due segmentini che vengono estratti premendo un tasto. Occhio però a non abusarne, poiché ogni affondo con gli artigli toglie un po’ della nostra energia vitale. Sfoderateli con parsimonia…

Andiamo ancora avanti di un anno. E’ il 1992 quando per il Nintendo viene rilasciato Spider-Man: Return of the Sinister Six. Di primo acchito non gli dareste una lira, invece si rivela un platform sfizioso e giocabilissimo. Il nostro ragnetto di quartiere si arrampica sui muri, lancia la ragnatela e volteggia agilmente, proprio come negli ultimi videogiochi che hanno accompagnato il film di Raimi. Certo, non ci può essere alcun paragone riguardo alla realizzazione tecnica (3D contro 2D, un decennio di divario tecnologico…), però il sollazzo che ci regalano è lo stesso. Da riscoprire.

Chiudiamo con “Bastard!! – Ankoku no Hakaishin”, picchiaduro per Super Nintendo del 1994, ispirato al celebre manga di Kazushi Hagiwara. Sei i personaggi del fumetto che potremo impersonare: Dark Schneider (il protagonista), Arshes Nei, Kall-Su, Abigail, Gara, Di-Amon.

Tre invece le modalità fra cui scegliere: Story, Vs Battle e Team Battle; la differenza non riguarda il singolo combattimento, ma la nostra trafila all’interno del gioco.

Il difetto più grande di questa trasposizione sta nella sua giocabilità: io dopo cinque minuti già mi ero annoiato! Peccato, perché la grafica attrae e inoltre la struttura degli scontri è molto spettacolare.

Fine dell’operazione nostalgia? In effetti la mia intenzione era di dedicare solo due appuntamenti della rubrica ai videogiochi emulati. Un paio di considerazioni però mi hanno fatto cambiare idea. Primo: i videogames ispirati ai fumetti usciti per le varie console sono tantissimi. Secondo: i requisiti dei nuovi titoli sono sempre più elevati e il mio povero Pentium III 700, che tre anni fa era il top dei processori, ora non riesce più a soddisfarli (“X2 - Wolverine’s Revenge” non parte! Comunque ho letto qualche recensione e a quanto sembra non mi sono perso molto…)

Poiché non mi va assolutamente di sborsare soldi per sostituire un PC che svolge egregiamente il suo lavoro extraludico, i “videogiochi d’annata” (molto meno esigenti in fatto di configurazione hardware) continueranno a farvi compagnia ancora per un bel po’, sperando di inframmezzarli con titoli recenti, compatibili con il mio catorcio. W l’emulazione!

 

Videogiochi d'annata - Parte 3

 

(24/6/2003)

 

   

 

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