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BONELLI GAMES di Daniele D’Aquino
Potevano
forse
restare
lontani
dal
mondo
dei
videogames
i
fumetti
della
Bonelli?
Assolutamente
no,
e
infatti
da
una
quindicina
d’anni
i
videogiochi
ispirati
ai
personaggi
di
Via
Buonarroti
fanno
capolino
dagli
scaffali
di
negozi
ed
edicole. Il
primo
eroe
che
ha
avuto
l’onore
di
una
trasposizione
elettronica
è
stato
Zagor,
che
nel
1987
esordiva
in
“La
fortezza
di
Smirnoff”,
un’avventura
testuale
per
il
mitico
C64
(lacrima
di
nostalgia…)
sviluppata
dalla
Systems
e
allegata
alla
rivista
Commodore
Computer
Club. Il
gioco
è
tratto
dall’omonimo
albo
firmato
Castelli&Donatelli
e
il
nostro
compito
è
quello
di
guidare
lo
Spirito
con
la
Scure
all’interno
di
un
labirinto,
digitando
sulla
tastiera
comandi
e
frasi
molto
semplici. Ad
arricchire
la
confezione
c’era
un
libretto
di
12
pagine
con
copertina
di
Ferri,
contenente
schede
e
curiosità
su
Zagor
e
i
suoi
autori. L’anno
seguente
la
Systems
tentò
di
bissare
il
successo
ottenuto
varando
una
serie
di
videogames
ispirati
a
Dylan
Dog,
ma
le
vendite
furono
minori
delle
aspettative
e
uscì
un
solo
numero,
“Le
notti
della
luna
piena”,
un
adventure
penalizzato
da
una
elementare
struttura
a
scelta
multipla. Entrambi
i
giochi
finora
trattati
presentano
una
realizzazione
piuttosto
primitiva,
in
cui
i
disegni
avevano
il
solo
scopo
di
illustrare
la
descrizione
testuale. Di
fattura
totalmente
diversa
“Gli
uccisori”,
prodotto
che
la
bolognese
Simulmondo
rilasciò
nel
1991
per
Amiga
e
C64,
riscotendo
un
notevole
consenso.
Il
protagonista
è
naturalmente
l’indagatore
dell’incubo,
anche
se
il
gioco
ha
poco
a
che
fare
con
il
numero
cinque
della
serie,
nonostante
il
titolo
sia
lo
stesso. “Gli
uccisori”
è
un
platform
game
caratterizzato
da
una
buona
grafica
e
animazioni
convincenti,
in
cui
il
giocatore
deve
far
fuggire
Dylan
dalla
dimora
di
un
professore
pazzo,
popolata
da
individui
poco
socievoli. All’interno
della
scatola
inoltre
c’è
un
albetto
contenente
una
storia
di
otto
pagine,
scritta
da
Sclavi
e
disegnata
da
Montanari&Grassani. “Gli
uccisori”
fu
seguito
dall’adventure
game
“Attraverso
lo
specchio”
e
da
17
uscite
mensili
in
edicola
che
si
rifacevano
ad
episodi
della
serie
regolare,
il
tutto
sempre
sviluppato
dalla Simulmondo. E
visto
che
parliamo
di
Dylan
Dog,
facciamo
un
balzo
temporale
e
andiamo
a
segnalare
“Horror
Luna
Park”,
il
gioco
che
nel
1999
è
stato
distribuito
come
supplemento
del
Corriere
della
Sera. La
trama
è
stata
scritta
da
sua
maestà
Sclavi
e
si
tratta
di
una
classica
avventura
grafica
(alla
Monkey
Island,
per
intenderci),
con
location
da
esplorare
ed
enigmi
da
risolvere.
Dobbiamo
aiutare
Dylan
ad
uscire
da
un
onirico
Luna
Park,
incontrando
nel
percorso
personaggi
e
oggetti
con
cui
interagire.
Il
gioco
è
realizzato
discretamente
e
considerando
il
basso
prezzo
a
cui
era
venduto
(24.900
lire),
costituiva
un
buon
acquisto. Tutto
finito
per
quanto
riguarda Dylan?
Quasi.
Fino
ad
ora
abbiamo
considerato
solo
le
incursioni
dell’indagatore
dell’incubo
nel
mondo
dei
pixel,
ma
c’è
anche
un
caso
in
cui
i
videogiochi
sono
entrati
nelle
pagine
di
Dylan
Dog. E’
successo
nella
storia
breve
“Il
mistero
dell’isola
d’YD”,
di
Sclavi
e Riboldi,
pubblicata
nel
sesto
Albo
Gigante. Già
in
un
articolo
presente
nell’Almanacco
della
Paura
del
1997,
Sclavi
aveva
esternato
tutto
il
suo
amore
verso
Myst,
uno
degli
adventure
più
famosi
e
venduti
di
tutti
i
tempi;
“Il
mistero
dell’isola
d’YD”
è
un
vero
e
proprio
videogame
sceneggiato,
un
omaggio
di
Sclavi
a
quello
che
lui
considera
“il
più
bel
videogioco
d’avventura
mai
realizzato”. Ritornando
alle
trasposizioni
elettroniche,
facciamo
un
salto
indietro
fino
al
1992,
anno
in
cui
uscì
“Nathan
Never
–
The
Arcade
Game”,
prodotto
dalla
Genias
per
Amiga
e
PC. Nel
gioco
impersoniamo
l’Agente
Alfa
impegnato
in
una
missione
di
vitale
importanza:
liberare
Sigmund
e
altri
scienziati
rapiti
dalla
mafia
giapponese
e
tenuti
prigionieri
in
un’isola
fortificata.
Per
fare
ciò
dovremo
affrontare
tre
livelli,
divertenti,
giocabili,
ricchi
di
azione
e
impreziositi
da
una
grafica
davvero
pregevole;
nonostante
i
suoi
dieci
anni,
tra
tutti
i
videogame
ispirati
ai
personaggi
bonelliani
questo
è
probabilmente
il
più
riuscito. Come
se
non
bastasse,
nella
confezione
era
anche
presente
un
poster
e
un
albo
spillato
contenente
una
storia
inedita
di
16
pagine,
“Guerra
alla
Yakuza”
scritta
da Medda,
Serra,
Vigna,
Genovesi
e
disegnata
dal
bravissimo
Roberto
De Angelis. Zagor,
Dylan
Dog,
Nathan
Never…e
Tex?
Naturalmente
anche
l’eroe
bonelliano
più
amato
e
conosciuto
ha
avuto
un
suo
alter
ego
elettronico. Nel
1992
è
infatti
uscito
“Piombo
Caldo”,
un
platform
con
intermezzi
da
avventura
grafica,
sviluppato
dalla
Simulmondo
per
Pc
e Amiga.
Purtroppo
la
realizzazione
tecnica
non
è
all’altezza
del
personaggio
e
il
gioco
lascia
parecchio
a
desiderare.
Al
videogame
da
negozio
seguirono
13
avventure
mensili
in
edicola,
anch’esse
di
qualità
non
eccelsa. Sempre
la
Simulmondo
inoltre
aveva
iniziato
la
produzione
di
un
gioco
ispirato
al
detective
dell’impossibile,
“Martin
Mystère
and
the
mistery
of
the
bird-man”,
ma
poi
non
se
ne
fece
più
nulla. Per
quanto
riguarda
i
videogiochi
bonelliani
saremmo
giunti
alla
fine,
ma
mi
sembra
comunque
giusto
segnalare
l’accordo
avvenuto
in
questi
giorni
tra
Ade
Capone
e
la
software
house
Trecision
(azienda
italiana
artefice
del
discreto
“The
watchmaker”)
concernente
lo
sviluppo
di
videogames
tratti
dall’universo
di
Lazarus
Ledd.
Ade
Capone
supervisionerà
i
vari
progetti,
a
cui
parteciperanno
anche
i
disegnatori
dello
staff leddiano. In
effetti
il
personaggio
di
Larry
si
presta
molto
bene
ad
una
trasposizione
digitale
e
se
quelli
della
Trecision
faranno
un
buon
lavoro
non
c’è
dubbio
che
il
risultato
sarà
sicuramente
notevole.
Stay tuned! (15/04/2002)
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