|
|
Largo
Winch
di
Daniele
D'Aquino
In
Francia Largo Winch è un personaggio popolarissimo. Gli undici volumi
sinora pubblicati dalla Dupuis hanno venduto milioni di copie e il
successo è tale che l'anno scorso è stata realizzata una trasposizione
televisiva in 24 episodi, mandata in onda in questi giorni da Raidue ogni
sabato alle 19:00 ed esportata anche in Belgio, Canada e Germania.
Poteva forse mancare un videogioco? Assolutamente no, e infatti prima è
arrivata la versione per Playstation, convertita poi per i nostri PC
dalla Ubisoft.
Ma chi è Largo Winch? Un miliardario amante dell'avventura e delle belle donne,
a capo di una multinazionale (il Gruppo W) che ha interessi in ogni
campo, dal turismo all'agricoltura, dall'industria al cinema.
Il personaggio è nato dalla fervida fantasia di Jean Van Hamme (XIII,
Thorgal, Les Maitres De L'Orge…), sceneggiatore strepitoso, vero e proprio re
mida della BD, e dalle piacevoli matite di Philippe Francq.
In Italia lo possiamo leggere su Lanciostory, che ne ha pubblicato
l'ultima storia, "Golden Gate", nell'agosto 2002, articolata su
quattro numeri.
Il videogioco cattura in pieno lo spirito del fumetto: troveremo così azione,
ricchezza, fascino femminile, intrighi. Il protagonista appare però un po'
diverso (più giovane, meno mascellone e con i capelli più scuri) dal suo
omologo cartaceo. Miracoli della digitalizzazione…
La trama, avvincente e ricca di colpi di scena, ruota attorno a un misterioso
traffico di colza transgenica (?), in cui è coinvolto un laboratorio del Gruppo
W e a cui sarebbe collegata la scomparsa di un ricercatore e l'uccisione di due
guardie giurate.
Toccherà a Largo indagare sull'accaduto (ma con tutti i soldi che ha non può
permettersi degli investigatori privati?) e ben presto l'intreccio principale si
arricchirà di varie sottotrame che ci terranno incollati per un bel po' davanti
al monitor.
"Largo
Winch" è una classica avventura grafica tridimensionale, in cui per
conseguire il nostro obiettivo dovremo esplorare luoghi, trovare oggetti,
parlare con gli altri personaggi. Il sistema di controllo, affidato interamente
alla tastiera (niente punta e clicca quindi), è molto pratico e intuitivo:
usando la barra spaziatrice e il tasto invio, potremo interagire con persone e
oggetti, mentre premendo CTRL accederemo all'inventario, importante per
analizzare meglio e combinare tra loro le cose che abbiamo raccolto nel nostro
girovagare.
Molto utile anche la schermata attivabile con il tasto ESC, che ci dà
l'opportunità di salvare il gioco in qualsiasi momento, di leggere gli appunti
scritti da Largo (promemoria, suggerimenti e riassunto degli eventi accaduti) e
di modificare alcune opzioni.
Gli enigmi da risolvere sono abbastanza semplici e anche i vari mini-giochi
(poker, gioco del 15, hacking…) non costituiscono un grande ostacolo, anche se
più si va avanti più diventano impegnativi.
Comunque basta usare un po' d'ingegno e sarà difficile rimanere impantanati in
qualche livello. Magari non viene immediato utilizzare un anello come fusibile o
un crocifisso come grimaldello, però una volta entrati nell'ottica del gioco
diventeremo rapidamente emuli di Mac Gyver.
L'ingegno da solo invece non è sufficiente nei combattimenti, in cui ci
servirà anche una buona dose di fortuna. Gli scontri funzionano così: abbiamo
a disposizione alcuni colpi, ognuno contrassegnato con la sua probabilità di
andare a segno e il danno che può infliggere; si attacca a turno, prima noi e
poi i nostri avversari, e chi rimane in piedi vince. Il risultato dei
combattimenti è piuttosto aleatorio e spesso accadrà che il nostro Largo
finisca per lungo (perdonatemi il misero calembour), facendo apparire la
schermata di game over, in cui il Daily W. News (ovviamente Winch è anche un
editore) annuncia la nostra dipartita.
Da segnalare che sia i mini-giochi sia i combattimenti, una volta vinti, possono
essere affrontati di nuovo, come svaghi a sé stanti. Allo stesso modo è
possibile rivedere in ogni momento i vari filmati che collegano due
ambientazioni diverse.
All'interno del gioco, non bastasse la responsabilità dell'indagine, dovremo
prendere pure alcune delicate decisioni finanziarie su acquisti, cessioni e
investimenti (ne avessi azzeccata una!). Inoltre, per consolidare la fama di
tomber de femme del nostro Largo, non mancano momenti più piccanti, dove però
siamo solo spettatori e non ci sono scelte da fare. Peccato!
Tra
i pregi del videogame c'è la varietà delle location, tutte abbastanza curate:
si va dall'assolata Sardegna all'innevata Russia, dai laboratori ai monasteri.
In alcune missioni saremo affiancati da Joy Arden, una ex agente della Cia
addetta alla sicurezza del Gruppo W e da Simon Ovronnaz, scassinatore
formidabile e impenitente donnaiolo. Importante anche l'apporto di Kerensky,
genio del computer che ci fornisce i programmi per penetrare abusivamente nelle
reti informatiche.
Alla fine di ogni trasferta poi, torneremo nel nostro quartier generale a New
York, il Building W, dove faremo il punto della situazione.
Passando agli aspetti tecnici, la regia artificiale ci offre sempre le
inquadrature migliori e il sonoro è discreto, anche se il doppiaggio in inglese
è quasi sempre fuori sincrono.
In inglese?! Vedo già i non anglofoni fare una smorfia di disappunto, ma non
dovete preoccuparvi poiché i sottotitoli dei dialoghi, i menù e i mini-giochi
sono tutti in italiano.
La grafica è bella ma non sbalorditiva, penalizzata dai modelli dei personaggi
a volte un po' troppo spigolosi e inespressivi. Comunque il motore
tridimensionale svolge egregiamente il suo lavoro.
Per quanto riguarda i requisiti di sistema, ho giocato a "Largo Winch"
su un Pentium III a 700 MHZ, con 128 MB di Ram e scheda 3D: i movimenti sono
sempre fluidi anche nelle scene più onerose per il processore, quindi a partire
da configurazioni simili non ci dovrebbero essere problemi di scatti o
rallentamenti.
In conclusione, si tratta di un titolo di buona fattura, forse un po' troppo
consequenziale nella struttura dell'esplorazione, ma comunque molto divertente e
giocabile. Da provare.
(16/12/2002)
|