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I classici del fumetto: l'arte di Will Eisner di Daniele D'Aquino
Dopo
aver analizzato il volume dedicato a "Maus", possiamo notare
che da Art Spiegelman a Will Eisner il passo è breve. Entrambi
ebrei, i due autori hanno riversato le proprie radici culturali e
religiose nelle loro opere, arricchendole di riferimenti autobiografici. Eisner
però non ha mai affrontato direttamente il tema dell’olocausto: le
sue storie hanno un ambientazione urbana e narrano la lotta per la
sopravvivenza, le paure, le ambizioni degli essere umani. Il
volume pubblicato da Repubblica potrebbe essere benissimo adottato come
libro di testo in una scuola di fumetto, ma anche sceneggiatori e
disegnatori affermati non possono che imparare qualcosa da queste
pagine. Qui tutto è perfetto. La scansione delle vignette, il tratto,
la costruzione della tavola, ogni cosa è funzionale allo storytelling. “L’arte
di Will Eisner” contiene una delle opere più famose e apprezzate
dell’ottuagenario autore, quel “Contratto
con Dio” che ha inaugurato il genere della graphic novel e che
rappresenta una summa dei temi eisneriani: la memoria, i rapporti
familiari, le radici ebraiche. Anche l’ambientazione, il Bronx degli
anni Trenta, è quella che farà da sfondo a molti altri suoi romanzi A
completare l’albo troviamo cinque storie brevi: “Tramonto a Sunshine City”, ambientata nella Florida degli anni
Ottanta, le riuscitissime “Detective
Story”e “Un contratto da
onorare”, in cui Eisner dimostra di essere un maestro anche nel
genere grottesco, “Vincere”,
incentrata sulla maratona di New York e infine “L’appello”,
personale sequel del processo kafkiano.
Leggi anche: Maus - L'arte di Jiro Taniguchi
(18/5/2004)
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