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Rivoluzioni Marvel di Stefano Perullo
Sono trascorsi appena pochi minuti dalla chiusura del mio precedente articolo sullo stato del Mercato dei comics d'oltreoceano, ho solo avuto il tempo di dargli una approfondita rilettura e di inviarlo al web-master ed ho dovuto fare i conti con la rapidità di evoluzione del mercato statunitense. D'improvviso il mio articolo è diventato obsoleto. Tre grosse notizie hanno sconvolto, infatti, il panorama editoriale statunitense, contribuendo, in qualche modo, a sovvertire lo stato delle cose, riportando i piatti della bilancia, tra Marvel Comics e DC, in equilibrio. Facciamo un passo indietro. La proprietà della Marvel Comics aveva nominato Bill Jemas al ruolo di presidente della divisione editoriale. Il buon Jemas, personaggio istrionico e decisamente sopra le righe, aveva deciso di affrontare in maniera completamente nuova il suo incarico. Per la prima volta il presidente dalla Marvel "scendeva in campo" realizzando storie e prendendo decisioni inerenti la composizione dei team creativi e le direzioni che le differenti testate dovessero prendere. Insomma Jemas e Quesada sembravano lavorare in perfetta sintonia ed il "new deal" della casa delle idee sembrava procedere alla grande. Ma Jemas è un personaggio vulcanico, troppo al di fuori degli schemi ed incontrollabile, decisamente presuntuoso. Per sua stessa ammissione il presidente della Marvel non era mai stato un lettore incallito di fumetti, di certo non era un lettore di quelli di Marvel. Immagino (e sia chiaro che queste sono solo mie impressioni personali) che Jemas non nutrisse neanche una grande stima per gli scrittori di fumetti. Per questo motivo le sue ingerenze hanno cominciato ad essere sempre più intrusive, fino a provocare l'incredibile crash verificatosi lo scorso mese di luglio. Come riportato nell'articolo precedente, infatti, molti degli autori che rappresentavano il fiore all'occhiello del rinascimento Marvel approfittarono della San Diego Comicon per andare via, sbattendo la porta. Morrison, Waid, Wieringo, Rucka, Sale, Loeb e tanti altri lasciarono la casa delle idee. Da questo momento parte la riscossa della Casa delle Idee. La proprietà della Marvel decide innanzitutto di far capire, in maniera molto plateale, di apprezzare il lavoro svolto sin qui da Quesada. Con grande rapidità, dunque, gli rinnova il contratto per un altro triennio, gli concede piena libertà e da una strigliata a Jemas: da questo momento niente più ingerenze sull'universo marvel classico. Blindato Quesada è il momento di salvare il salvabile. Dapprima è necessario cercare di riparare alcuni sbagli commessi da Jemas e Quesada. La ventata di novità respirata negli ultimi anni è certamente una cosa assai positiva, ma di certo non bisogna, in nome di essa, sacrificare i lettori più vecchi e fedeli. Bisogna riparare alcuni svarioni, magari donando una seconda chance a due personaggi molto amati come Deadpool e Cable. Ma non è sufficiente. Quesada intraprende un duro lavoro di intermediazione, e dopo più di un mese riesce a dare un duplice annuncio: Waid e Wieringo torneranno sui fantastici quattro, ma non solo, il nuovo team creativo, composto dal debuttante Socasa ed il bravissimo Steve McNiven (proveniente dalla Crossgen Comics per la quale ha realizzato per anni le matite di Meridian), sarà indirizzato su una nuova collana regolare della linea Marvel Knights. Sembrerebbe proprio uno schiaffo a Bill Jemas. Ed in effetti lo schiaffo non tarda ad arrivare. Trascorrono infatti pochi giorni ed arriva la clamorosa notizia del licenziamento di Jemas. Nel frattempo fioccano le notizie sulle nuove collane e sui clamorosi ritorni. Fabian Nicieza, esule della gestione "nuovista" prende le redini di ben tre testate (la succitata Cable e Deadpool, Hawkeye - con i disegni splendidi di Stefano Raffaele - e Thunderbolts). Kurt Busiek scriverà un seguito per la mitica MARVELS, ed i disegni saranno affidati al sensazionale Jay Anacleto. Garth Ennis rilancerà la testata del punitore. Resta vacante il trono di sceneggiatore di New X-MEN… ma a questo punto appare chiaro che, dopo il breve interregno che, pare, sarà affidato Chuck Austen, arriverà un grande nome. Un nome in grado di provocare lo stupore di Marc Millar. Markisan Naso su www.silverbulletcomicbooks.com ha stupito un po' tutti parlando niente di meno che di FRANK MILLER, ma dalla rete sono arrivate puntuali le smentite, tra cui quella di Rich Johnston sul suo Lying in The Gutters (negli USA su www.comicbookresources.com, ma anche in edizione italiana su www.comicus.it). Non resta che attendere … e preparare a stupirci. In casa DC, invece, pare che il problema sia quello dell'abbondanza. Come gestire la valanga di nuovi autori in esclusiva? Cosa far fare a Morrison, ad esempio, senza far arrabbiare i fans più tradizionalisti? Morrison vorrebbe scrivere Green Lantern, lo scrittore attuale ha anche rassegnato le dimissioni (Ben Raab)… la DC temporeggia ed affida la testata per sei mesi a Ron Marz che, dopo il dissesto finanziario della Crossgen Comics, può finalmente tornare ad occuparsi anche di prodotti non editi dalla Casa del Sigillo. E poi? Poi è tutto da vedere… di certo sarà argomento dei prossimi HOT! (27/10/2003)
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