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Rivoluzioni Marvel di Stefano Perullo
Facciamo un passo indietro. La proprietà della Marvel Comics aveva nominato Bill Jemas al ruolo di presidente della divisione editoriale. Il buon Jemas, personaggio istrionico e decisamente sopra le righe, aveva deciso di affrontare in maniera completamente nuova il suo incarico. Per la prima volta il presidente dalla Marvel "scendeva in campo" realizzando storie e prendendo decisioni inerenti la composizione dei team creativi e le direzioni che le differenti testate dovessero prendere. Insomma Jemas e Quesada sembravano lavorare in perfetta sintonia ed il "new deal" della casa delle idee sembrava procedere alla grande. Ma Jemas è un personaggio vulcanico, troppo al di fuori degli schemi ed incontrollabile, decisamente presuntuoso. Per sua stessa ammissione il presidente della Marvel non era mai stato un lettore incallito di fumetti, di certo non era un lettore di quelli di Marvel. Immagino (e sia chiaro che queste sono solo mie impressioni personali) che Jemas non nutrisse neanche una grande stima per gli scrittori di fumetti. Per questo motivo le sue ingerenze hanno cominciato ad essere sempre più intrusive, fino a provocare l'incredibile crash verificatosi lo scorso mese di luglio. Come riportato nell'articolo precedente, infatti, molti degli autori che rappresentavano il fiore all'occhiello del rinascimento Marvel approfittarono della San Diego Comicon per andare via, sbattendo la porta. Morrison, Waid, Wieringo, Rucka, Sale, Loeb e tanti altri lasciarono la casa delle idee. Da questo momento parte la riscossa della Casa delle Idee. La proprietà della Marvel decide innanzitutto di far capire, in maniera molto plateale, di apprezzare il lavoro svolto sin qui da Quesada. Con grande rapidità, dunque, gli rinnova il contratto per un altro triennio, gli concede piena libertà e da una strigliata a Jemas: da questo momento niente più ingerenze sull'universo marvel classico. Blindato Quesada è il momento di salvare il salvabile. Dapprima è necessario cercare di riparare alcuni sbagli commessi da Jemas e Quesada. La ventata di novità respirata negli ultimi anni è certamente una cosa assai positiva, ma di certo non bisogna, in nome di essa, sacrificare i lettori più vecchi e fedeli. Bisogna riparare alcuni svarioni, magari donando una seconda chance a due personaggi molto amati come Deadpool e Cable. Ma non è sufficiente. Quesada intraprende un duro lavoro di intermediazione, e dopo più di un mese riesce a dare un duplice annuncio: Waid e Wieringo torneranno sui fantastici quattro, ma non solo, il nuovo team creativo, composto dal debuttante Socasa ed il bravissimo Steve McNiven (proveniente dalla Crossgen Comics per la quale ha realizzato per anni le matite di Meridian), sarà indirizzato su una nuova collana regolare della linea Marvel Knights. Sembrerebbe proprio uno schiaffo a Bill Jemas. Ed in effetti lo schiaffo non tarda ad arrivare. Trascorrono infatti pochi giorni ed arriva la clamorosa notizia del licenziamento di Jemas.
In casa DC, invece, pare che il problema sia quello dell'abbondanza. Come gestire la valanga di nuovi autori in esclusiva? Cosa far fare a Morrison, ad esempio, senza far arrabbiare i fans più tradizionalisti? Morrison vorrebbe scrivere Green Lantern, lo scrittore attuale ha anche rassegnato le dimissioni (Ben Raab)… la DC temporeggia ed affida la testata per sei mesi a Ron Marz che, dopo il dissesto finanziario della Crossgen Comics, può finalmente tornare ad occuparsi anche di prodotti non editi dalla Casa del Sigillo. E poi? Poi è tutto da vedere… di certo sarà argomento dei prossimi HOT! (27/10/2003)
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